The Elder Scrolls Online e il tempo che cambia: finalmente un mondo che ci riconosce - Speciale

Con Solstice e la nuova stagione, ESO riscrive la sua struttura narrativa: una timeline che evolve con voi, e un mondo che comincia a ricordare chi siete stati.

The Elder Scrolls Online e il tempo che cambia finalmente un mondo che ci riconosce  Speciale

Per chi ha vissuto Tamriel negli ultimi dieci anni, l’idea che il mondo potesse davvero cambiare sembrava quasi un’utopia. Non che le storie mancassero — ce ne sono state, e tante — ma erano come finestre affacciate su una cronologia immobile, dove tutto avveniva nello stesso momento e nulla lasciava davvero traccia. Una struttura comoda, certo, che permetteva a chiunque di saltare dentro quando voleva sebbene allo stesso tempo finisse per risultare contestualmente una sorta di gabbia silenziosa, che impediva al tempo di fare il suo mestiere.

Ora, quella gabbia si è infranta.

Seasons of the Worm Cult non è solo il titolo della nuova stagione: è l’inizio di un cambiamento strutturale, di cui vi avevamo parlato in anticipo poco tempo fa in questo articolo. Il tempo, finalmente, scorre. E lo fa in una sola direzione, come in una vera e propria timeline. Ogni contenuto segue il precedente, ogni missione lascia dietro di sé una traccia. Il mondo evolve, e lo fa insieme a chi lo abita. Questa volta, The Elder Scrolls Online non si limita a raccontare una nuova storia: cerca invece di plasmarsi affinchè il giocatore diventi parte di un percorso in continuo divenire.

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Il simbolo di questa frattura — anche fisica, se avete letto l'articolo precedente saprete perchè — è l’isola di Solstice, tagliata in due da un’enorme muraglia magica che non si limita a dividere l’orizzonte: segna il confine tra ciò che era e ciò che sta arrivando. Il Writhing Wall non è solo un muro, è un enigma vivo, una minaccia che si fa più vicina a ogni passo senza mai arretrare.

E mentre ci muoviamo nella metà ancora “viva” dell’isola — tra città sospese sull’acqua come Sunport e tribù argoniane che sembrano emerse da un tempo dimenticato — la sensazione è chiara: tutto ciò che vediamo è destinato a cambiare. Non in senso simbolico, ma reale, tangibile. Perché questa volta, il mondo non resterà immobile. Si trasformerà sotto i nostri occhi, e lo farà insieme a noi.

Ecco la vera rivoluzione di questo nuovo capitolo di ESO: una narrazione che ricorda, che si adatta, che in qualche modo "respira". Non ci troveremo più dentro un mondo da esplorare e basta — ma dentro un mondo che ci riconosce, ci accompagna e, finalmente, ci ascolta.

The Elder Scrolls Online cambia volto, diventando qualcosa di più!

Durante l’evento privato a cui abbiamo partecipato è stato Jason Barnes, zone lead di The Elder Scrolls Online, a guidarci in diretta attraverso le nuove ambientazioni e i contenuti inediti della stagione Seasons of the Worm Cult. Con il suo tono diretto, ironico e familiare, ci ha condotto in un tour virtuale dell’isola di Solstice, mostrandoci le aree più significative, le nuove meccaniche di gameplay e alcuni dei dettagli narrativi più rilevanti, senza mai perdere di vista il coinvolgimento dei giocatori. A seguire, è intervenuta Carrie, systems designer e responsabile del nuovo sistema di subclassing, che ha approfondito con estrema chiarezza il funzionamento tecnico e l’interfaccia della nuova funzione, mostrando in tempo reale il sistema di personalizzazione delle abilità e spiegando ogni vincolo, possibilità e logica dietro le scelte di design.

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Cambiare il modo di raccontare significa anche cambiare il modo di giocare. E su questo fronte, The Elder Scrolls Online ha scelto di osare, introducendo meccaniche che puntano a rinfrescare l’esperienza senza tradirne l’identità. A partire dalla struttura delle missioni, che si fanno più dinamiche, più interattive, più aperte alla sperimentazione. In alcune quest, ad esempio, ci troveremo a ricostruire ponti magici raccogliendo macerie arcane, o a guidare armature viventi attraverso stanze piene di trappole, gestendo tempistiche e percorsi con attenzione per non vederle esplodere prima di raggiungere la fine. In altre ancora, dovremo affrontare i giochi distorti di un carnevale daedrico, dove le regole del mondo vengono messe in discussione, apparendo finalmente meno limitanti di quanto visto in passato.

Tutto questo prende forma in un ambiente che sembra fatto apposta per raccontare storie diverse. L’isola di Solstice è più di un nuovo scenario tropicale: è una terra viva, attraversata da contrasti architettonici che riflettono le tensioni storiche tra le culture che la abitano. Le rovine argoniane si intrecciano con i manieri coloniali degli Altmer, mentre enormi fossili marini modellano la costa e diventano parte integrante dell’identità visiva del gioco. Anche qui, ogni luogo racconta qualcosa, non solo attraverso i dialoghi, ma con una regia ambientale che accompagna il giocatore passo dopo passo, incuriosendolo, sfidandolo, facendolo sentire parte del mondo.

Non mancano creature nuove e memorabili. Dai Mascarada Guardians, golem di pietra infusi di magia argoniana, ai behemoth piumati nati da una game jam interna e diventati rapidamente boss iconici, ogni incontro è pensato per sorprendere e lasciare un segno. Perfino i momenti più surreali, come quello in cui ci ritroviamo a conversare con una capra parlante all’interno di una fiera incantata, trovano spazio in un ecosistema di gioco che ha deciso, finalmente, di prendersi meno sul serio quando serve, e molto più sul serio quando conta.

Il gioco ora è più profondo, attenti al sistema di Subclassing

Una delle novità più sostanziali — e, potenzialmente, più longeve — è il sistema di subclassing, introdotto con l’Update 46 e illustrato in dettaglio dalla systems designer Carrie durante l’evento. Non si tratta di un semplice rimescolamento di skill, ma di una funzione strutturale, destinata a riscrivere il modo in cui costruiamo, interpretiamo e viviamo i nostri personaggi.

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Sbloccabile dopo aver raggiunto il livello 50 su almeno un personaggio dell’account, il sistema permette di sostituire fino a due skill line con quelle di altre classi esistenti, aprendo le porte a combinazioni nuove, ibride e personalizzate. L’interfaccia è chiara, moderna, e per la prima volta in ESO offre una descrizione tematica delle skill, che aiuta non solo a capire cosa fanno, ma anche a coglierne il ruolo narrativo e l’identità. Il sistema è pensato per essere accessibile: può essere sbloccato tramite un NPC, una missione gratuita nel Crown Store o una scorciatoia dal nuovo pannello delle subclassi, completo di tutorial contestuali. E tutto è integrato senza frizioni con il sistema Armeria, così da poter salvare e caricare build diverse al volo.

Ci sono però regole precise: non si possono usare due skill line della stessa classe se non è la propria, e bisogna sempre mantenere attiva almeno una linea della classe originale. Inoltre, le abilità subclassate costano due skill point ciascuna e hanno una progressione XP più lenta. Per bilanciare questo limite, il team ha introdotto una nuova stella campione chiamata Discipline Artisan, che accelera il guadagno di esperienza su tutte le linee abilità, subclassi incluse.

Dal punto di vista tecnico, è importante sottolineare che le skill subclassate funzionano in modo identico a quelle standard, senza penalità né differenze funzionali. Inoltre, la progressione è account-wide: se avete già livellato una skill line su un personaggio, potrete riprenderla altrove esattamente da dove l’avete lasciata. Questo sistema rispetta la fatica fatta dai veterani, ma non chiude la porta ai nuovi arrivati.

L’altra grande novità — meno tangibile ma forse più significativa — è il modo in cui ESO gestisce ora il tempo. Non solo la storia avanza: il mondo cambia e si ricorda di voi. Gli NPC modificano i dialoghi in base alle vostre scelte passate, e per la prima volta nella storia del gioco, i contenuti non saranno più simultanei. Le stagioni seguiranno un ordine, e gli eventi collettivi — come quello legato alla Writhing Wall — avranno un impatto visibile e permanente sull’isola di Solstice. Anche se arriverete più avanti, tutto sarà contestualizzato e narrativamente coerente, senza contraddizioni o forzature.

È un approccio maturo, costruito per durare. E, soprattutto, pensato per riconoscere il percorso dei giocatori più fedeli, senza escludere chi si affaccia solo ora su Tamriel.

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The Elder Scrolls Online

Versione Testata: PC

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The Elder Scrolls Online

Dopo un decennio di storie, aggiornamenti e sfide condivise, The Elder Scrolls Online dimostra che la vera longevità non sta nella quantità di contenuti, ma nella capacità di cambiare prospettiva. Con Seasons of the Worm Cult, Zenimax ha deciso di rompere la ciclicità che aveva definito fino a oggi l’esperienza del suo mondo, portando il tempo al centro della scena, e con esso la memoria del giocatore. Non più semplici espansioni, ma capitoli di una narrazione viva, che avanza, si modifica, ricorda, e -finalmente- risponde.

È una transizione delicata ma importante, e proprio per questo non possiamo che guardare avanti con genuina curiosità. Perché se questa è solo la prima stagione di un nuovo modo di intendere ESO, allora ciò che ci aspetta potrebbe ridefinire non solo Tamriel, ma il concetto stesso di continuità in un MMORPG. Non resta che restare in ascolto, ancora una volta ma stavolta, sapendo che anche il mondo ci ascolterà.

 

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