Mato Anomalies: la recensione!

Arriva un JRPG fortemente ispirato al mondo di Shin Megami Tensei, sarà all'altezza?

Mato Anomalies la recensione

Mato Anomalies: il JRPG in salsa cinese 

Già dai primi annunci, l'ultimo lavoro del team cinese Arrowiz è riuscito a intrigarci con uno stile artistico molto particolare e la promessa di un buon mix tra storia e gameplay. Eccoci quindi arrivati alla recensione di Mato Anomalies, titolo un po' JRPG, un po' card game, un po' visual novel. Uno dei motivi che ha sin da subito attirato l'attenzione è la somiglianza ipotetica con la saga di Shin Megami Tensei, visto che durante la nostra avventura nella futuristica (e distopica) città di Mato saremo chiamati a visitare sia il cosiddetto mondo reale, sia quello oscuro nascosto agli occhi di tutti o quasi. Doe, il nostro protagonista, è un detective che da un momento all'altro si ritroverà invischiato, grazie a una sua vecchia conoscenza, in una storia quanto mai pericolosa e criptica, che lo porterà a scoprire lati della sua città che non conosceva, sebbene il nostro eroe (o quasi) non perderà occasione per mostrarci di essere ben più di un semplice investigatore da quattro soldi.

Mato Anomalies: la recensione!
Ecco Doe, il nostro protagonista

Cosa sta succedendo alla città? Come sconfiggere la Marea Funesta, forza ultraterrena che sembra capace di fare leva su tutti i sentimenti negativi delle persone, per poi risucchiarle e dominarle? Naturalmente toccherà a Doe scoprirlo, ma non certo da solo, visto che con il passare del tempo faremo conoscenza con diversi personaggi che diventeranno parte integrante del nostro party.

In realtà parlare di un party in compagnia di Doe potrebbe essere fuorviante, in quanto il gioco è suddiviso in situazioni ben distinte. Fermo restando che vi è una componente esplorativa che ci porta in giro per la città di Mato a parlare con personaggi vari, trovare missioni da svolgere o recarsi negli utilissimi negozi, il gioco offre due modalità in cui dovremo scendere in campo in modo più attivo: una è rappresentata dall’hack mentale, l’altro dall’esplorazione dei covi. Insomma, non si tratterà solo di farsi strada con la forza bruta, ma anche di sfruttare le proprie capacità mentali per entrare nella testa di alcuni personaggi e ricavarne le informazioni che ci interesseranno o riuscire a portarli dalla nostra parte. Doe è un investigatore, non certo un combattente, e se sarà la persona più indicata per portare avanti interrogatori e svelare misteri, andrebbe verso morte sicura se dovesse mettersi a impugnare un’arma e combattere nei covi della Marea Funesta.

Sin dalle prime battute avviene l’incontro con Gram, samurai armato di katana, ricoperto di tatuaggi e dall’aspetto davvero poco raccomandabile, accompagnato dall’androide SkyEye. Entrambi avranno un importante impatti sull’avventura di Doe: Gram è letteralmente ossessionato dal voler distruggere la Marea Funesta e ha il potere di entrare nei covi per scatenarsi e fare a fette ogni avversario che incontra. il compagno perfetto per Doe che, appunto, non è propriamente un uomo di azione. La tecnologia in possesso di SkyEye però gli permetterà di sfruttare il proprio intelletto per dedicarsi a veri e propri hack delle menti altrui.

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L'icona indica che una missione è disponibile

Tante buone idee, ma che confusione!

Il gameplay è praticamente sdoppiato in questi due momenti: l’hack mentale con Doe protagonista, che si rivela un vero e proprio card game con tanto di mazzi differenti, e le incursioni nei covi della Marea Funesta dove Gram e i compagni che incontrerete durante l’avventura si ritroveranno in una classica struttura JRPG con combattimento a turni. Riuscire a sconfiggere la mente di un avversario segue regole ben precise e dovremo utilizzare a dovere il nostro mazzo (ne avrete diversi a disposizione in base agli amici reclutati), distrincandoci tra attacchi, difese, moltiplicatori, effetti vari e via dicendo. Il tasso di difficoltà è elevato, soprattutto andando avanti con la storia, costringendo il giocatore a studiarsi delle buone tattiche e a utilizzare tutto il proprio intelletto per riuscire a portare a zero la resistenza avversaria prima che a finire sia la nostra. Le sezioni sono davvero molto riuscite e soddisfacenti, tanto che ne avremmo volute di più.

Le fasi di combattimento sono invece molto meno stimolanti, muovendosi su binari lineari dove ci si limita a percorrere dei dungeon dove combattere, raccogliere oggetti e sbloccare meccanismi che ci permetteranno di andare avanti. L’esplorazione è molto povera tanto che i nemici sono posizionati immobili su punti prestabiliti, per fortuna i combattimenti sono ben studiati per quanto molto tradizionali, tra mosse speciali da sbloccare e ricaricare col passare dei turni, debolezze e resistenze da sfruttare. Il tutto sa di già visto, sebbene gli elementi per quanto tradizionali siano stati implementati senza particolari difetti, ma senza nulla che abbia fatto spiccare Mato Anomalies rispetto alla concorrenza.

L’unica novità è che tutto il nostro party condivide la stessa barra di energia vitale e che, quindi, avremo ogni nostro combattente vivo e vegeto sino a quando non scenderà a zero. un meccanismo interessante sebbene non certo rivoluzionario. Il livello di difficoltà, anche in questo caso, andando avanti con la trama avrà dei picchi: meglio prendersi tempo e farse qualche visita ai dungeon opzionali.

Mato Anomalies: la recensione!
Le abilità si ricaricano con il passare dei turni

Rimane ancora da una componente molto importante da analizzare nel gameplay di Mato Anomalies, cioè la narrazione fatta attraverso tanti dialoghi e il diario dove troverete informazioni legate un po' a tutto: storia, personaggi, e via dicendo. Se il diario è estremamente utile per immergersi in questa realtà, ma rimane totalmente opzionale da leggere, i dialoghi sono invece un passaggio obbligato da superare e sappiate che sono davvero tanti, non per nulla abbiamo parlato di elementi da visual novel. I testi da leggere sono tradotti in un discreto italiano e sono davvero tanti ed elaborati, ma non permettono una reale interazione, per quanto alla fine del gioco avrete davanti una bella sorpresa.

La qualità dei dialoghi è altalenante e si barcamena tra toni cupi, qualche battuta di spirito di Doe e alcuni momenti più leggeri in puro stile giapponese che i ragazzi di Arrowiz hanno sicuramente imparato a utilizzare. Insomma, se stare per molto tempo a leggere a schermo non fa per voi, pensateci bene prima di mettere mano al portafogli. Se invece siete amanti delle visual novel Mato Anomalies potrebbe intrigarvi, ma sappiate che la trama è davvero molto intricata, anche perché il gioco è avaro di spiegazioni e spesso gira intorno ad alcuni concetti, come se dovessimo conoscerli a priori. Certo, alcune chiarificazioni arriveranno, ma altri argomenti non vengono mai approfonditi come avremmo sperato, un vero peccato visto che potenzialmente la lore di Mato Anomalies poteva essere molto affascinante. Anche tecnicamente il titolo non incanta: lo stile è molto ispirato, ma la realizzazione sembra ferma a inizio della scorsa generazione.

Abbiamo giocato Mato Anomalies in edizione PlayStation 5, ma non c'è davvero nulla che non possa girare più che agevolmente su PlayStation 4, dove abbiamo visto ben di meglio. Anche il sonoro non convince e dopo un buon impatto iniziale le musiche tendono ad annoiare. Il gioco è venduto a un prezzo di listino di circa 40 euro, ma era lecito aspettarsi qualcosa di più. Tirando le somme, Mato Anomalies ha ottimo spunti, tra cui spiccano il lato card game e l'incipit narrativo, ma Arrowiz manca ancora della esperienza necessaria per aspirare a risultati migliori. 

Mato Anomalies: la recensione!
Uno dei primi dungeon

 

 

Mato Anomalies

Versione Testata: PS5

7

Voto

Redazione

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Mato Anomalies

Pur con tanti difetti e un comparto tecnico decisamente vecchio, Mato Anomalies grazie a una nutrita schiera di qualità è riuscito a tenermi incollato allo schermo, forte di alcune buone intuizioni di gameplay e una narrativa tanto criptica quanto capace di incuriosire. Un po' gioco di carte, un po' JRPG, tantissimi dialoghi (tutti i testi sono in italiano) e tematiche mature e interessanti, per quanto non sempre ben sviluppate, sono gli ingredienti che riescono a mantenere Mato Anomalies su buoni livelli nonostante una grafica nata vecchia e un sonoro abbastanza anonimo. Certo, anche i lati positivi non sono esenti da sbavature, ma nel complesso abbiamo tra le mani un gioco che ha qualcosa di interessante da dire, per chi si prenderà la briga di volerci giocare, senza però aspettarsi un must have.