Helen Hunt al Taormina Film Festival 2025: il racconto di una carriera fatta di scelte coraggiose e amore per il cinema

Il suo racconto.

Helen Hunt al Taormina Film Festival 2025: il racconto di una carriera fatta di scelte coraggiose e amore per il cinema

Helen Hunt si è raccontata con grande generosità e ironia durante la conferenza al Taormina Film Festival 2025. L’attrice, regista e sceneggiatrice ha ripercorso i momenti più significativi della sua carriera, offrendo al pubblico un ritratto autentico del proprio percorso nel mondo dello spettacolo. Dai ricordi del suo primo Oscar alla sua esperienza come regista, passando per aneddoti sul set di film cult come Twister e Cast Away, Hunt ha condiviso pensieri lucidi, a tratti intimi, su ciò che significa vivere e lavorare nel cinema.

Helen Hunt è un’attrice nata per raccontare

Cresciuta in una famiglia di artisti, Helen Hunt ha iniziato a frequentare i set sin da piccola, accompagnando il padre, regista teatrale, alle prove. All’inizio non pensava di diventare attrice, ma era affascinata da quell’ambiente creativo. Poi, quasi per caso, si ritrovò in una classe di recitazione, da cui partì tutto. Lavorare nel cinema, per lei, è stato un passaggio naturale, frutto dell’amore per le storie, non per la fama.

Helen Hunt, il successo di As Good as It Gets e il legame con Jack Nicholson

Il film che le valse l’Oscar, conosciuto in Italia come Qualcosa è cambiato, è stato un punto di svolta. Ricorda di aver amato il copione molto prima che il progetto partisse. Ammirava profondamente il regista James L. Brooks, così come i suoi film precedenti. Non fu semplice ottenere la parte: sostenne più audizioni, fino a convincere la produzione. Sul set, si aspettava che Jack Nicholson fosse imprevedibile, ma trovò in lui un compagno di lavoro meticoloso, con cui condivideva lo stesso amore per il mestiere. La chimica tra loro emerse naturalmente, tanto da spingere il regista a rileggere il film, inizialmente non pensato come storia romantica, sotto una nuova luce.

Twister, gli effetti pratici e la fatica fisica

Parlando di Twister, Hunt ha ricordato quanto il cinema degli anni ’90 fosse fisicamente impegnativo: non esistevano ancora effetti visivi digitali avanzati, per cui molte scene erano reali. Fu colpita da getti d’acqua ad alta pressione, potenti ventilatori e oggetti scagliati per simulare la furia dei tornado. Un set impegnativo, ma anche un’esperienza che le lasciò legami profondi con il cast e la troupe.

La regia e la sfida del controllo creativo

Con due film da regista all’attivo – Then She Found Me e Ride – Hunt ha raccontato quanto fosse stimolante e al contempo difficile dirigere un’opera propria. In uno dei due casi, il progetto impiegò ben dieci anni per vedere la luce, tra fondi che si dissolvevano all’ultimo e location già scelte. In quei momenti, la perseveranza è ciò che fa la differenza: il consiglio ricevuto da un produttore fu che l’unico che riesce a realizzare i propri film è chi non si arrende.

Il potere delle donne e il cambiamento ancora incompleto

Alla domanda sul ruolo delle donne nel cinema contemporaneo, Hunt ha riconosciuto che qualche passo avanti è stato fatto, ma che la vera parità è ancora lontana. Non basta che una donna riesca a dirigere un film indipendente: serve che possa anche sbagliare, come accade spesso agli uomini che gestiscono grandi franchise. Solo attraverso numerose occasioni si possono raggiungere risultati di valore. Diversità e inclusione non possono esistere senza accesso equo alle risorse.

Cinema, scrittura e libertà creativa

Per Helen Hunt, la scrittura è una delle forme più dure di lavoro creativo, ma anche una delle più pure. Quando riesce a dedicarsi ogni giorno a questa attività, qualcosa accade, anche se la costanza non è sempre facile da mantenere. La passione per il buon racconto è ciò che la guida, indipendentemente dalla dimensione del film o dal genere.

L’esperienza sul palco e l’amore per il pubblico

A teatro, spiega, si ha il privilegio di eseguire una performance senza interruzioni, vivendo un flusso continuo con il pubblico. La recitazione sul palco offre una libertà che il cinema spesso non permette, ma ciò che conta di più per lei resta la qualità del progetto e delle parole scritte.

Un appello finale: andare al cinema

In chiusura, Helen Hunt ha riflettuto sul presente incerto dell’industria cinematografica. Il rischio che l’esperienza collettiva del cinema si perda è reale, ma lei continua a sperare. Sedersi in sala accanto a sconosciuti e ridere insieme è, per lei, una forma di connessione profonda con l’umanità. Per questo ha invitato tutti a non rinunciare alla magia delle sale.

Il senso della conferenza

Helen Hunt, durante il Taormina Film Festival 2025, ha offerto una testimonianza sincera, elegante e ricca di riflessioni sul suo mestiere e sulla vita. Attrice e regista appassionata, ha saputo coniugare talento e determinazione, rivelando il volto umano dietro una carriera di successi. Dal palco del Taormina Film Festival ha lasciato un messaggio chiaro: non smettere mai di credere nelle storie, nel cinema e in sé stessi.

 

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