La Palma d’Oro va all’Iran: vince Jafar Panahi, stabilendo un incredibile record. Tutti i vincitori di Cannes 2025
Nella corsa alla Palma d’Oro la spunta l’iraniano Jafar Panahi, l’unico regista vivente a vincere tutti i festival europei, in una grande serata per Joachim Trier e il cinema brasiliano. I vincitori e i vinti di Cannes 2025.

Nessuno come lui, tra i registi viventi. Nell’intera, lunghissima storia dei quattro grandi festival del cinema europei (Cannes, Berlino, Venezia e Locarno) finora solo a un regista era riuscito di vincere tutti i premi principali dei quattro eventi: orso, palma, leone e pardo d’oro. Da stasera invece a fare compagnia a Michelangelo Antonioni c’è un regista iraniano: Jafar Panahi, che ha appena vinto la Palma d’Oro con It was Just Accident, battendo il favoritissimo della vigilia Sentimental Value di Joachim Trier.
Il premio, va detto, è più che meritato, in un’edizione con pochi film forti in cui il cineasta iraniano ha presentato una pellicola solidissima per scrittura e regia. It was Just Accident è un film più ambizioso e forte rispetto a quelli (comunque premiatissimi) del recente passato, con una storia e una mesa in scena gestite più liberamente rispetto alle strettissime maglie della censura iraniana, con cui Panahi ha sviluppato negli anni un rapporto travagliatissimo, finendo più volte in stato di fermo. Mai tenero con l'attuale situazione politica del suo paese, Panahi è stato trattenuto più volte a Teheran dalle autorità politiche nazionali per non consentirgli di presentare le sue opere in prima persona, alcune delle quali, negli anni più difficili, sono state girate in semi clandestinità.
Finalmente presente a Cannes per lanciare il suo film, il regista si gode la vittoria mettendo le braccia dietro la testa e rimanendo seduto mentre l’intera sala Lumiere si alza e lo applaude. Occhiali da sole e fido interprete al fianco, emozionato ma anche orgoglioso, Panahi ritira l’unico premio che gli mancava per centrare il suo grande slam festivaliero.
Il regista ricorda i suoi connazionali e le difficoltà che affrontano ogni giorno anche nel discorso di ringraziamento, quale che siano le loro opinioni e che vivano in patria o all'estero (facendo un velato riferimento ai tanti esuli, anche tra i suoi colleghi registi): "La cosa più importante sono il nostro Paese e la sua libertà. Spero arriveremo insieme a un momento nel futuro in cui nessuno oserà più dirci cosa indossare, cosa fare o non fare".
Cannes 2025: chi ha vinto e chi ha perso, per davvero
Il grande deluso è il collega norvegese Joachim Trier, dato per favoritissimo alla vigilia con il notevole Sentimental Value. Il film, la prova di maturità per il cineasta della trilogia di Oslo e di Thelma, è già avviato a essere uno dei titoli che ritroveremo agli Oscar, complice anche il cast hollywoodiano in cui svetta l’immensa performance di Stellan Skarsgård. Nella recensione dedicata ve ne ho già parlato come uno dei grandi film dell’annata, tanto da potersi definire “deluso” pur portando a casa il secondo premio più pesante del Palmares.
Chi esce a testa altissima invece è il cinema brasiliano, che conquista due premi importanti con una delle pellicole più amate dalla critica: O Agente Secreto di Kleber Mendonça Filho trionfa come ampiamente pronosticato per la performance del protagonista Wagner Moura, ma a sorpresa piazza anche il premio al regista di Bacurau e Aquarius, che si conferma uno dei più apprezzati dello scenario brasiliano in ambito internazionale. Chissà che non cominci a sognare di ripetere quanto fatto l’anno corso da Walter Salles agli Oscar.
Lo spagnolo Sirât e il tedesco Sound of Falling dividono ex aequo il premio della giuria, confermandosi entrambi per la critica e per i giurati di Juliette Binoche due bellissime sorprese dell’edizione. Il regista cinese Bi Gan porta a casa la menzione speciale per il suo visionario Resurrection, dopo aver ampiamente confermato di essere il prediletto dei cinefili più esigenti e hardcore.
Tra i vincitori bisogna annoverare anche la casa di distribuzione statunitense NEON, che inanella un record incredibile: per il sesto anno consecutivo ha comprato i diritti del film che ha vinto la Palma d’Oro, impresa mai riuscita a nessun’altro. Non solo: avendo già acquistato anche Sentimental Value per il mercato statunitense, ha giocato una sorta di gran derby finale contro sé stessa. Tanto che ormai finire nel portfolio di Neon è considerato un segno importante in chiave Toto Palma.
Per una volta il cinema italiano è accomunato a quello francese, purtroppo non in chiave positiva. È profondo rosso dal punto di vita dei premi per entrambe le cinematografie, solitamente molto forti in questo senso. La Francia si deve accontentare del premio alla giovane esordiente Nadia Melliti per The Little Sister. L’attrice è una grande, bellissima sorpresa al suo primo ruolo, ma il riconoscimento sa tanto di premio di consolazione per non tagliare fuori completamente dal Palmares la Francia.
Come invece accade all’Italia: l’unico film in competizione Fuori di Mario Martone torna a casa a mani vuote, così come Le città di pianura e Testa o croce, i titoli italiani della sezione Un Certain Regard.
La Palma e gli altri: tutti i vincitori di Cannes 2025
Competizione principale
- Palma d'Oro - It Was Just an Accident di Jafar Panahi (Iran)
- Grand Prix - Sentimental Value di Joachim Trier (Norvegia)
- Premio della Giuria - Ex aequo a Sirât di Oliver Laxe (Spagna) e Sound of Falling di Mascha Schilinski (Germania)
- Premio alla Regia - Kleber Mendonça Filho per The Secret Agent (Brasile)
- Premio all'Interpretazione Femminile - Nadia Melliti per The Little Sister
- Premio all'Interpretazione Maschile - Wagner Moura per The Secret Agent
- Premio alla Sceneggiatura - The Young Mother’s Home di Luc Dardenne & Jean-Pierre Dardenne (Belgio)
- Prix Spécial (Premio Speciale) - Resurrection di Bi Gan (Cina)
Un Certain Regard
- Premio Un Certain Regard - The Mysterious Gaze of the Flamingo di Diego Céspedes (Cile)
- Premio della Giuria - A Poet di Simón Mesa Soto (Colombia)
- Miglior Regia - Tarzan and Arab Nasser per Once Upon a Time in Gaza (Palestina)
- Miglior Attore - Frank Dillane per Urchin
- Miglior Attrice - Cleo Diára per I Only Rest in the Storm
- Miglior Sceneggiatura - Harry Lighton per Pillion (Regno Unito)
Palma d'Oro Onoraria
- Robert De Niro
- Denzel Washington
Caméra d’Or (Miglior Opera Prima)
- The President’s Cake di Hasan Hadi
- Menzione Speciale - Akinola Davies Jr. per My Father’s Shadow