The Walking Dead: Daryl Dixon, la recensione: esplorando l'anima umana tra i non-morti
Daryl approda in Francia e affronta un viaggio interiore tra fede, violenza e redenzione. Uno spin-off che osa, ma non sempre colpisce nel segno.

Un nuovo inizio (in Europa) per Daryl Dixon
Dopo anni di spin-off spesso incerti e un finale di serie madre che ha diviso i fan, The Walking Dead: Daryl Dixon rappresenta un esperimento audace e in parte riuscito. Spostando l’azione dalla consueta America devastata agli scorci decadenti e affascinanti della Francia post-apocalittica, la serie trova un’identità visiva e narrativa più definita rispetto ad altre recenti iterazioni del franchise. Abbiamo visto in anteprima i primi quattro episodi di The Walking Dead: Daryl Dixon: ecco la recensione.
La trama di The Walking Dead: Daryl Dixon
La trama di The Walking Dead: Daryl Dixon segue Daryl, sopravvissuto storico della saga, che si risveglia misteriosamente in Francia. Senza sapere come ci sia arrivato, si ritrova coinvolto in un viaggio attraverso un’Europa devastata per scortare Laurent, un ragazzo che un gruppo religioso crede essere il Messia destinato a salvare l’umanità. Insieme a Isabelle, una suora dal passato oscuro, Daryl affronta nuove minacce, tra cui una milizia autoritaria e varianti di zombie sempre più pericolose, mentre cerca di ritrovare la strada verso casa… o forse un nuovo scopo.
L’idea di spostare l’azione in Europa è interessante sulla carta e rappresenta un tentativo chiaro di uscire dai soliti schemi del franchise. L’elemento spirituale, il contesto europeo e il tono più riflessivo danno un’identità diversa allo spin-off.
Tuttavia, l’esecuzione è altalenante: alcune svolte sono prevedibili, certi passaggi narrativi poco sviluppati e i legami tra i personaggi non sempre trovano il giusto respiro. Inoltre, i continui riferimenti al “prescelto” e al “destino” rischiano di risultare retorici, specie se non supportati da uno sviluppo più audace nelle stagioni successive.
Daryl, Isabelle e Laurent: una dinamica che funziona in The Walking Dead
Il protagonista è sempre lui: Daryl Dixon, interpretato da un Norman Reedus finalmente più a suo agio nei panni di un personaggio introverso, ma emotivamente stratificato. Costretto ad affrontare un viaggio in terra straniera, il cacciatore burbero si ritrova coinvolto, suo malgrado, in un pellegrinaggio impegnativo. Laurent Carrière (Louis Puech Scigliuzzi), invece, è un ragazzo visto da un gruppo religioso come il futuro Messia. A fare da collante tra i due c’è Isabelle (Clémence Poésy), suora dal passato tormentato e presenza inaspettatamente solida e sfaccettata.
Atmosfere europee e suggestioni spirituali
Ciò che funziona meglio in Daryl Dixon è la capacità di fondere la dimensione intima del racconto con uno scenario nuovo. La serie abbandona, almeno parzialmente, la logica action/survival per abbracciare un tono più spirituale e simbolico, con continui richiami al senso di redenzione, destino e rinascita. La fotografia sfrutta bene le location francesi, dalle cattedrali in rovina alle spiagge della Normandia, conferendo agli episodi un respiro quasi europeo, dove l’orrore diventa parte del paesaggio più che semplice minaccia.
Ritmi lenti, domande aperte e déjà-vu narrativi
Ma non tutto è all’altezza delle ambizioni. La trama, sebbene inizialmente intrigante, fatica a mantenere un ritmo costante. Le prime puntate arrancano nel costruire il viaggio, diluendo la tensione in lunghe sequenze silenziose che sembrano più interessate all’atmosfera che allo sviluppo. Alcuni snodi narrativi, come l’arrivo di Daryl in Europa o la natura delle nuove varianti di zombie, risultano abbozzati o lasciati in sospeso, generando una sensazione di incompiutezza.
Isabelle è la rivelazione della stagione
A sorprendere, invece, è proprio l’alchimia tra Daryl e Isabelle. Poésy, con la sua recitazione misurata, conferisce una dimensione umana e profonda al proprio personaggio, diventando il cuore emotivo della serie. La sua relazione con Daryl si sviluppa senza forzature, attraverso silenzi condivisi, sguardi e ferite interiori più che dialoghi espliciti. È qui che la serie trova la sua dimensione.
The Walking Dead: Daryl Dixon, la regia
Sul piano tecnico, la regia di Daniel Percival e Tim Southam crea alcune sequenze interessanti (ma qui eviteremo spoiler) che dimostrano come la serie non abbia paura di osare un’estetica quasi surreale. Tuttavia, gli scontri con i “camminatori potenziati” (nuove e terribili minacce) risultano ancora troppo meccanici e alcune scelte coreografiche, specie nei combattimenti, appaiono discutibili o datate.
Conclusione: un passo nella giusta direzione
The Walking Dead: Daryl Dixon non è una rivoluzione, ma è una “digressione” interessante. Funziona quando si concentra sui legami tra personaggi, sullo spaesamento culturale e sulla ricerca di un senso in un mondo ormai privo di logica. Dove pecca, invece, è nel voler ancora tenere un piede nella comfort zone del franchise, senza liberarsene del tutto.
Quindi, i primi quattro episodi dimostrano che la serie sia un passo avanti: imperfetta, ma sincera. Il primo spin-off da anni a offrire un Daryl finalmente centrale come icona e come persona. E anche se non tutto convince, la presenza di una seconda stagione, con il ritorno di Carol, lascia sperare che questa strada europea possa creare un racconto davvero nuovo.
La serie madre, trasmessa dal 2010 al 2022, tra alti e bassi è riuscita a imporsi come un’icona dell’horror televisivo. Gli spin-off che ne raccolgono l’eredità si inseriscono invece in un panorama ben più competitivo, dove titoli come The Last of Us hanno alzato l’asticella in termini di scrittura, produzione e impatto emotivo.
The Walking Dead: Daryl Dixon cerca di proseguire quel racconto, ma per lasciare davvero il segno dovrà trovare una propria identità, liberandosi dal peso della serie originale e intraprendendo una direzione più autonoma e coerente.
La speranza è che la seconda stagione riesca a compiere questo passo. Al momento, le premesse sembrano promettenti.
La prima stagione della serie televisiva arriva su Sky e NOW il 2 giugno 2025. Per scoprire tutti gli spin-off, puoi consultare il nostro approfondimento.
Rating: V.M. 14
Nazione: Stati Uniti d'America
Voto
Redazione

The Walking Dead: Daryl Dixon
The Walking Dead: Daryl Dixon è uno spin-off che prova a rinnovare il franchise portando il protagonista in un contesto inedito, tra spiritualità e decadenza europea. Il cambio di ambientazione funziona, così come il rapporto tra Daryl e Isabelle, ma la trama fatica a decollare e resta prigioniera di schemi già visti. Un prodotto ambizioso, visivamente curato, ma ancora alla ricerca di una vera identità.