The Walking Dead: Dead City, la recensione: Maggie e Negan sono tornati, ma era davvero necessario?
Quando l’inferno è Manhattan: Maggie e Negan nel cuore della città, ma tra i grattacieli riecheggiano vecchi fantasmi.

Dopo undici stagioni e una lunga serie di spin-off, The Walking Dead non è ancora pronto a morire. Dead City è l’ennesimo tassello dell’universo creato da Robert Kirkman, ma con una premessa diversa dal solito: gettare due tra i personaggi più amati (e odiati) nel cuore di una Manhattan post-apocalittica, trasformata in un’isola infestata da zombie e fantasmi del passato. Il risultato? Un prodotto che alterna buone intuizioni a cliché narrativi già visti, tenuto in piedi più dal carisma degli attori che da una scrittura davvero memorabile. Ecco la recensione di The Walking Dead: Dead City!
Una coppia (dis)funzionale: i protagonisti di The Walking Dead: Dead City
Maggie e Negan, interpretati rispettivamente da Lauren Cohan e Jeffrey Dean Morgan, non hanno bisogno di presentazioni: la loro relazione è scolpita nella memoria collettiva degli spettatori, marchiata dal trauma della morte di Glenn. La scelta di riunirli in un nuovo capitolo è rischiosa, ma in parte vincente. L’odio non è scomparso, la fiducia è ancora un miraggio, ma la necessità li costringe a collaborare quando Hershel, il figlio di Maggie, viene rapito da un nuovo villain: il Croato, ex alleato di Negan e attuale despota di un Madison Square Garden trasformato in roccaforte del terrore.
La dinamica tra i due protagonisti è il fulcro della serie. Non si tratta più (solo) di vendetta o redenzione, ma di una tensione morale costante, in cui entrambi si specchiano nei propri fallimenti. Maggie è dura, rabbiosa, implacabile; Negan invece oscilla tra il cinismo di sempre e un’umanità sporadica, resa credibile dalla sua muta compagna Ginny. Se c'è una ragione per guardare Dead City, sta nella loro evoluzione condivisa.

L’ambientazione di The Walking Dead: Dead City - New York, zombie e buone intenzioni
L’ambientazione è tra le novità più promettenti: Manhattan come teatro di un’apocalisse zombi aveva del potenziale immenso. Gli scenari decadenti, le skyline sventrate, i tunnel infestati e i ponti crollati offrono un’estetica interessante, spesso rovinata però da un uso eccessivo di CGI poco ispirata e da una regia che, salvo alcune eccezioni, non osa davvero. Il paragone con Escape from New York è esplicito e voluto, ma rimane una suggestione mai pienamente sviluppata.
L’azione c’è, ma è distribuita con parsimonia e intervallata da lunghe sequenze di dialoghi che raramente aggiungono profondità. Come spesso accade nel franchise, la minaccia vera non sono i morti viventi, ma i vivi. Peccato però che molti personaggi secondari (come Amaia, Tommaso o lo stesso Croato) risultino troppo abbozzati per suscitare reale interesse.

Luci, ombre e una fiamma che ancora arde
Dal punto di vista tematico, Dead City affronta il consueto dualismo tra umanità e barbarie, colpa e perdono. Negan resta una figura ambigua, impossibile da assolvere, ma difficile da ignorare, mentre Maggie si confronta con un conflitto interiore sempre più lacerante. La serie riesce a sfruttare bene questo contrasto, evitando di appiattirlo in un percorso di facile redenzione.
I difetti di The Walking Dead: Dead City
Non mancano però i difetti: la narrazione è spesso prevedibile, alcuni snodi sembrano forzati (come l’arrivo di Ginny a Manhattan in modo del tutto inverosimile) e il worldbuilding rimane superficiale, soprattutto per quanto riguarda il misterioso “New Babylon”. A tratti si ha la sensazione che lo show si regga più sulla nostalgia che su una reale volontà di raccontare qualcosa di nuovo.
La recensione di The Walking Dead: Dead City, conclusione

Dead City non è la rinascita del brand, ma nemmeno la sua tomba. È un esperimento a metà: interessante nell’idea, discontinuo nell’esecuzione. Se da un lato Cohan e Morgan portano sulle spalle l’intera impalcatura con carisma e mestiere, dall’altro la scrittura fatica a liberarsi dai fantasmi del passato. Non basta cambiare città per rinnovare una formula ormai stanca. Tuttavia, per chi ha seguito The Walking Dead fino alla fine, questa nuova deriva può offrire un ulteriore capitolo da esplorare, soprattutto in vista di una seconda stagione che, almeno nelle intenzioni, promette un cambio di rotta più audace.
Un prodotto solido, ma convenzionale, salvato dai suoi protagonisti e da una Manhattan che, nonostante tutto, riesce ancora a sorprendere. The Walking Dead: Dead City è disponibile su Sky e in streaming su NOW dal 14 luglio 2025. Per scoprire tutti gli spin-off, puoi consultare il nostro approfondimento.
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Rating: V.M. 14
Nazione: Stati Uniti d'America
Voto
Redazione

The Walking Dead: Dead City
Lo spin-off riporta in scena Maggie e Negan con un’ambientazione inedita e potenzialmente affascinante: Manhattan post-apocalittica. Tuttavia, a fronte di un’ottima alchimia tra i protagonisti e qualche momento visivamente ispirato, la serie soffre di dialoghi ripetitivi, personaggi secondari poco sviluppati e un senso generale di déjà-vu. Un prodotto pensato per i fan più affezionati, ma che difficilmente conquisterà nuovi spettatori.


