Due anime in un corpo Un eroe é sempre disponibile a combattere per la propria nazione, anche a costo dei sacrifici più grandi e impensabili. Ma non tutte le nazioni hanno a disposizione un eroe abbastanza forte da sconfiggere ogni pericolo. Nulla di grave in tempo di pace, enorme problema se i tre World Eaters, enormi creature a metà tra l'essere mostri e macchine da guerra, si sono risvegliati portando morte e distruzione. Eppure sembravano essersi ormai assopiti, dopo la sconfitta di Gig, il Signore della Morte, ad opera della coraggiosa Layna, capace di mantenere la pace politica nel continente e di rinchiudere l'anima del potentissimo nemico in una spada magica. Ma sono ormai passati 200 anni, e la saggia sovrana non ha più il potere di scongiurare la nuova minaccia che, di terremoto in terremoto, si fa sempre più incombente.
La mappa dei combattimenti non offre molto più delle informazioni indispensabili...
Tra una battaglia e l'altra, assisteremo ad alcune discussoni fatte di immagini statiche e caselle di testo
Nemico a dir poco proibitivo
Certo, di giovani volenterosi, pronti a dare la propria vita per la causa, ce ne sarebbero anche, ma nessuno con la benché minima possibilità di poter fermare le implacabili macchine distruttrici lasciate da Gig e manovrate ora da una forza misteriosa. Ma per non veder soccombere tutto ciò per cui s'é combattuto, si é anche disposti a rischiare, mettendo in atto una tattica talmente azzardata da sembrare suicida, per quanto l'unica che possa avere una qualche possibilità di riuscita. Viene così chiamato, al cospetto di lady Layna, il più promettente tra i giovani guerrieri del villaggio e, senza troppi convenevoli, gli viene donata una bellissima spada chiamato Onyx Blade. Non una semplice arma, ma l'involucro che imprigiona, ormai da tempo immemorabile, l'anima del malvagio Gig. Bene, un'arma magica, direte voi. Non proprio, perché appena messa mano all'elsa, qualcosa d'impensabile si scatena, non tanto all'esterno, ma all'interno del nostro eroe che, sotto lo sguardo preoccupato di Danette, sua amica da sempre, cade a terra svenuto in un turbinio di lampi oscuri.
Al suo risveglio, tra lo sconcerto generale, Layna svela finalmente il suo intento: l'aver fatto impugnare al giovane combattente la Onyx Blade, lo spirito di Gig si risvegliata dal sonno bicentenario, andando a fondersi nel suo corpo, creando una vera e propria “coabitazione” di anime. Solo il potere del vecchio nemico é in grado di fermare la furia dei World Eaters e, unicamente così, é possibile acquisirne, con pazienza e una continua battaglia psicologica, le capacità. Infatti, nonostante la lunga inattività, la personalità di Gig é tutto tranne che placata, anzi, é più che mai desiderosa di vendetta. Inizia così una lunga avventura dove, per evitare la devastazione totale, oltre a combattere una guerra senza quartiere con nemici di ogni tipo, si dovrà cercare di sfruttare la potenzialità del nostro ospite non troppo desiderato, senza farsi affascinare troppo dal “lato oscuro”, capace di donarci una forza senza precedenti ma di corromperci l'animo in favore delle mire del Signore della Morte.
L'arte della guerra...a turni! Soul Nomad & the World Eaters é una delle ultime fatiche del talentuoso team Nippon Ichi, legato ormai dai primi anni novanta allo sviluppo di strategici a turni e giochi di ruolo per console. I “papà” di Disgaea e Atelier Iris, ci mettono questa volta nei panni di un eroe estremamente stilizzato, di cui potremo decidere, nelle prime battute del gioco, nome e sesso, per poi buttarci un questo particolare conflitto da combattere sui campi di battagli e sul nostro piano psicologico. Trama intricata e interessante, in cui ci faranno compagnia diversi comprimari, tra cui spicca la già citata Danette, ragazza un po' smemorata e frivola, ma pronta a offrire tutto in nome di pace e amicizia. Oltre a tanti altri, ampio spazio va tributato a Gig che, volenti o nolenti, avremo al nostro fianco (o meglio, al nostro...interno) come presenza imprescindibile. Gig non rientra minimamente nel classico canone del malvagio di turno, ma gode di una caratterizzazione semplicemente brillante e fuori dal coro. Capriccioso, irrispettoso con chiunque, avvezzo al turpiloquio, superbo, sempre pronto a cercare di corrompere il protagonista, il nostro antieroe da vita a dialoghi mai scontati, fatti di apprezzamenti ben poco cavallereschi e minacce degne di una rissa da bar di periferia. Vera e propria attrazione in mezzo da un mondo mediamente stereotipato nelle figure che abitualmente abbiamo visto in altri giochi di stampo nipponico, appare come un perfetto emulo di Dark Schneider, stregone donnaiolo che ha fatto la fortuna del manga “Bastard!!”.
Salvare spesso sarà molto utile, vista la difficoltà di alcuni scontri
Nelle città potremo parlare con gli abitanti o tirare dritto per il continuo della trama.
Forse qualche animazione sarebbe stata gradita...
Insomma, il buon (si fa per dire...) Gig é un perfetto perno attorno cui gira il destino del mondo, tra lotte e intrighi di ogni tipo, collante ideale fra i vari personaggi, tutti comunque dotati di personalità adeguate alla situazione. Un ottimo doppiaggio, sia in inglese che in giapponese (per la gioia dei nippofili) contribuisce alla resa ottimale del cast che da vita a questo Soul Nomad, anche se, ricordiamo per i non anglofoni, il titolo non gode di nessuna localizzazione italiana, avendo così tutti i testi a schermo in inglese, tra l'altro di livello medio-alto, soprattutto nei dialoghi. Per scoprire lo svolgersi della nostra storia, sarà naturalmente necessario farsi strada in un mondo inospitale, sguainando le armi e facendo valere le ragioni del bene. Di volta in volta, saremo trasportati in grosse arene divise in tante caselle da una griglia tipo scacchiera, in cui dovremo muoverci in una rigida struttura a turni, dividendo le nostre mosse tra attacchi al nemico, spostamenti, uso di oggetti più o meno utili, chiamata dei rinforzi e altre opzioni. Quel che però esula dalle classiche meccaniche a cui ci hanno abituato titoli simili, é la suddivisione delle singole unità in squadre. Ogni squadra verrà rappresentata sul campo di battaglia dal solo leader, che si comporterà come un solo uomo.
Al momento di combattere però, faranno la propria comparsa tutti i membri del team, disposti in alcune griglie in miniatura. La posizione di ogni combattente determinerà la sua mossa durante lo scontro, dando vita, coordinandola con quelle altrui, a serie di combo e supermosse anche molto dannose per il malcapitato avversario. La composizione di queste griglie, però, non é del tutto adibita alla decisione del giocatore. Nei momenti di calma, in un apposito menù, dovremo formare le nostre squadre e selezionare la formazione in cui potremo inserire i personaggi (acquistabili in appositi negozi o con il proseguimento della trama); difficoltà del tutto é che, le formazioni, vengono selezionate a random, dando vita quasi ad una slot machine, in cui dovremo sperare di imbroccare la soluzione desiderata, visto che ogni possibilità varia per bonus, posizione dei combattenti e numero di questi (cosa che potremo comunque migliorare salendo di livello dopo gli scontri). Ancora di salvezza, la possibilità di “bloccare” una room (così si chiamano le mini-griglie) particolarmente gradita per una squadra, e non perderla nel tentativo di troverne altrettanto utili per gli altri gruppi di eroi.
Un turno nel passato Quello che sicuramente fa storcere il naso senza troppe scusanti, é l'impatto grafico del gioco. Ci rendiamo perfettamente conto che, dare troppo peso all'aspetto visivo di un titolo, potrebbe sembrare quantomeno superficiale, ma Soul Nomad sembra voler tornare indietro nel tempo, al periodo in cui giocavamo con Super Nintendo e SEGA Mega Drive. Tutti gli elementi sono stati realizzati in due dimensioni (tranne qualche raro caso, comunque circoscritto a pochi fondali), fattore non certo penalizzante di per se, viste alcune produzioni recenti, ma particolarmente deludente in questa situazione. Gli sprite sfoggiano una risoluzione talmente bassa al punto di evidenziare gli insufficienti pixel che li compongono, lasciando interdetto qualsiasi giocatore, anche a fronte della povertà delle animazioni. Le frequenti fasi di dialogo, punto focale dello svolgimento della trama, sono rese con la stessa povertà, mostrandosi talvolta in aret work di pregevole fattura, ma tristemente inanimati, con alcune situazioni in cui vedremo semplicemente le finestre di dialogo accompagnate da sfondi di scarsa qualità. Sia ben chiaro, siamo ben consci che la strategia a turni non ha mai mostrato particolari vezzi grafici, ma Nippon Ichi, in passato, ha dato dimostrazione di saper fare qualcosa di meglio (e sarebbe bastato davvero poco...). Nessuna disfatta per il sonoro, che si attesta su livelli di sufficienza piena, anche se mancano temi musicali capaci di rimanere nella testa del giocatore, mentre abbiamo già speso parole d'elogio per il doppiaggio d'alto livello.
Se dal punto di vista tecnico possiamo giustamente pretendere di più, la giocabilità di Soul Nomad ci ha piacevolmente conquistato, grazie alla struttura profonda, capace di proporre una difficoltà non troppo elevata, accanto alla possibilità di studiare moltissimi fattori attivi per proprie truppe. Certo, per avere in mano il controllo totale degli elementi disponibili, bisogna scendere a patti con una struttura talvolta farraginosa, fatta di allenamenti e ricerca della strategia migliore, suddivisa in diversi elementi, senza contare il già citato metodo d'acquisizione delle room, decisamente adatto alla curva d'apprendimento a cui ci sottopone il gioco, ma fatto di diversi momenti in cui ci si stancherà di continuare a sperare di “pescare” la giusta stanza. Impossibile muovere critiche alla longevità del gioco: come ci ha abituati il team di sviluppo, tra missioni principali e secondaria, potremo impiegare anche diverse centinaia di ore per vedere tutto quello che é disponibile nelle avventure di Gig e soci , senza dimenticare le tantissime tipologie di unità da poter mettere in campo. Certo, la “confezione” non é delle migliori, ma scavando sotto ad una grafica obsoleta, potrete trovare tantissime ore di divertimento, soprattutto se quello che cercate é un mondo dove la vittoria si conquista turno dopo turno.
Prima di ogni lotta, meglio pianificare le proprie azioni.
Qualche piacevole sorpresa nelle azioni da compiere é sempre gradita...
l'appeal visivo del gioco che, senza mezzi termini, avremmo criticato anche su Playstation 1. In questo caso, però, possiamo realmente dire che l'abito non fa il monaco. A margine di un aspetto a dir poco retrò, fanno bella mostra di se un gameplay profondo e una longevità altrettanto soddisfacente. Senza dubbio, per apprezzare le qualità del titolo, si deve quantomeno essere predisposti ad affrontare una giocabilità basata sulla strategia a turni tanto cara agli svluppatori. Interessante la gestione delle truppe in base alla divisione in gruppi, tutti sottoposti a particolari pianificazioni per la messa in campo, in quella che si rivela come una serie di piccoli campi di battaglia immersi nella mappa principale. Da segnalare che, se abbiamo una grande possibilità di variare le proprie tattiche, l'altra faccia della medaglia é la necessità di apprendere diverse meccaniche di gioco. Quest'ultime non si segnalano per la troppa difficoltà, ma l'uso delle famigerate “stanze” si rivela, per la sua natura random, spesso fastidiosa, costringendo il giocatore a noiosi tentativi di “pescare” la tattica desiderata. Superati questi scogli, ci si trova a fare i conti con un titolo godibilissimo, impreziosito da un doppiaggio d'alto livello, una trama tanto interessante quanto brillante e una longevità che soddisferà anche i più esigenti. Essere dominati da un'anima malvagia, non é mai stato così divertente...
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