Non sono semplici orsetti: Bearly Brave svela il lato oscuro e brutale dei giocattoli. La recensione
Immagina un "Toy Story" diretto da Stephen King: abbiamo provato Bearly Brave, il titolo indie che mescola deck-building strategico e un'atmosfera piacevolmente inquietante. Ecco cosa aspettarsi.

Bearly Brave è un titolo che sorprende per il contrasto tra la sua estetica tenera e il gameplay spietato. Ambientato in un negozio di giocattoli, racconta la storia di Toby, un orso timido che si ritrova coinvolto in un torneo notturno dove i giocattoli combattono per guadagnarsi un posto sugli scaffali e la possibilità di essere scelti. Dietro la facciata colorata e rassicurante si nasconde una competizione feroce, orchestrata dal crudele Boris, che trasforma ogni scontro in una lotta per la sopravvivenza.

Gameplay e meccaniche: tra carte letali e orsetti agguerriti
Il gameplay è un mix ben riuscito di deckbuilding strategico e roguelike a turni, con run sempre diverse grazie alla generazione casuale di nemici - per quanto la varietà non sia troppo fornita -, premi e sinergie tra carte. La varietà è uno dei punti di forza: oltre 110 carte, oggetti consumabili, patch modificatrici, caramelle per potenziare le varie run con oggetti consumabili e incontri unici garantiscono una longevità notevole.
Il negoziante Grimble diventa il fulcro della progressione, permettendo di acquistare, potenziare, eliminare o clonare carte, offrendo un livello di personalizzazione che spinge a sperimentare strategie sempre nuove. Lo stile grafico è curato e originale, con orsacchiotti disegnati a mano e ambientazioni vivaci che creano un contrasto inquietante con la brutalità del torneo, mentre il comparto sonoro accompagna l’azione con discrezione, aumentando la tensione nei momenti chiave. La curva di difficoltà è calibrata con modalità pensate sia per chi si avvicina al genere sia per i giocatori esperti in cerca di sfide impegnative. Giocare significa quindi arrivare a sbloccare nuove tipologie di carte, di elementi utili alla moltiplicazione dei punti, ecc.

Perché l'estetica "cute ma horror" sta conquistando Steam
Ciò che però distingueva questo titolo dalla massa non era tanto per gli elementi presentati nella formula di gioco, bensì nel suo modo di allineare le varie cose, come la scelta di decidere in quale modo impilare le carte tra loro in base al seme o alla tipologia di carta, così da incrementare l'effetto finale. Purtroppo la cosa (al momento) funziona davvero poco.
Si muore tanto, tantissimo, troppo e si ricomincia con la netta sensazione che non si supereranno le pochissime partite che bloccano il vostro avanzare per poi ricominciare ancora. Come dico spesso, in questi casi, è sempre preferibile offrire qualcosa di più sostanzioso al giocare, avere un premio o sapere che riuscirà ad affrontare le partite successive con più elementi delle run precedenti, ma purtroppo non è così. Non delude, ma non viene spiegato al meglio la logica della successione delel carte o delle combo, inoltre è esageratamente frustrante, magari cambierà in futuro, al momento annoia dopo poche ore.


