Rapidi, silenziosi, letali. E' il motto dei Marines Recon, specialità del celebre corpo di fanteria di marina americano nel quale sono inquadrati anche i micidiali sniper, vanto della specialità per la loro abilità quasi leggendaria. E rischia di essere anche una definizione adatta per questo tristo terzo capitolo della saga targata City Interactive. La volenterosa software house polacca, infatti, famigerata tra i giocatori per la sua produzione di titoli militareggianti tutti di qualità sotto la media (vedi nostra recente recensione di Tank Combat, per esempio), colpisce ancora con un gioco a dir poco mediocre. Il rischio, quindi, é che scompaia rapidamente dai nostri hard disk, che passi sotto silenzio in un mercato popolato di ben altri shooter militari, e che possa risultare letale, quantomeno in termini di noia, per quella mezza dozzina di giocatori ostinati che vorranno per forza cimentarvisi.
Chissà perché il puntatore é rappresentato da una tronchese tagliafili
La pixel-camo é ottimale per mimetizzarsi sui fondali sgranati di MS3!
Questo tizio sembra afflitto da una grave malformazione congenita...
A fidarsi di quanto i produttori hanno scritto sulla copertina, il franchise Marine Sharpshooter avrebbe venduto oltre un milione di copie con i primi due titoli della serie. Il che ci porta a credere, dando per scontata la veridicità di tale affermazione, l'esistenza di un piano segreto del governo americano per vendere una copia del gioco a ciascun Marine, parente di Marine ed amico di Marine, magari al prezzo simbolico di 1 centesimo di dollaro a copia. Se così fosse, conoscendo bene lo spirito goliardico e di corpo che anima i militari con il globo, l'aquila e l'ancora sul berretto, scommetto che il governo USA, per un po' ha risparmiato sull'acquisto di bersagli inerti per le esercitazioni di tiro con armi leggere nei poligoni del Corpo.
MS3, comunque, conferma in pieno l'impressione negativa ricevuta dagli altri titoli, candidandosi senza pudori per la palma poco invidiata di peggior FPS dell'anno. La trama della campagna é quanto mai banale, tanto per cominciare, e prevede che il giocatore indossi la mimetica a bassa visibilità di uno sniper dei Marines USA, inviato ad indagare sulle intenzioni dell'Iran, a quanto pare intento ad accumulare armi di distruzione di massa e a finanziare il terrorismo nel vicino Iraq. Se l'idea di far fuori un po' d'integralisti islamici, sia pur virtuali, può anche sembrare interessante, di principio, specie quando gli stessi si preparano a scatenare una poco simpatica offensiva nucleare contro l'Occidente, il problema é di come la storia viene resa nel gioco.
Non pretendiamo il realismo assoluto, capiamoci, ma ci risulta davvero difficile credere che la missione di ricognizione a basso profilo di due uomini (lo sniper é accompagnato da uno spotter, come avviene anche nella realtà, armato di carabina automatica d'assalto) possa trasformarsi, per necessità operative, in un massacro seriale nel quale i nostri due eroi vengono incaricati, di fatto, di vincere da soli una guerra totale contro l'intero Esercito della repubblica Islamica dell'Iran.
Dove ha imparato a fare la sentinella questo? Alla Radio Elettra?
La scelta della posizione di tiro é fondamentale. Questa ci pare pessima!
Oh mamma! Quel tizio sta sprofondando nel pavimento! Ed é senza ombra!
Pur ben conoscendo, inoltre, il penoso livello di addestramento delle forze armate di quel Paese, anni luce indietro rispetto all'ultima delle forze armate occidentali, ci rifiutiamo di pensare che i militari iraniani, guidati da un'IA inferiore a quella di un Commodore Vic-20 degli anni Ottanta, reagiscano al fuoco avversario semplicemente rimanendo impalati a subire, o caricando frontalmente il tiratore in maniera disordinata. Per loro fortuna, o forse per non incorrere in una fatwa da parte di qualche ulema, pronto ad insorgere di fronte ad una così scarsa considerazione dimostrata verso i difensori dell'Islam, gli sviluppatori polacchi hanno ben pensato di dotare i bot nemici di poteri soprannaturali. I nostri iraniani virtuali, dunque, saranno capaci di vedervi attraverso muri, erba alta e altri ostacoli come novelli Supeman, e di azzerare i mirini delle loro armi su di voi a distanze di tiro impensabili.
La pochezza dell'IA penalizza fortemente anche il vostro gregario, affidato ad essa quando non direttamente guidato da voi (potrete cambiare panni in qualsiasi momento, in teoria per sfruttare al meglio le abilità e l'armamento di entrambi). Incapace anche solo di prendere in considerazione il più semplice degli ordini che gli impartirete attraverso la spartana interfaccia di comando, il gregario, che in quel dato momento sia lo spotter o lo sniper, non farà altro che intralciarvi, astenendosi dall'effettuare anche la più elementare delle coperture di fuoco a vostro favore.
Tanto vale andare avanti da soli, trascinandosi dietro l'inutile rimorchio, per fortuna invulnerabile quando non é sotto il vostro controllo, e scambiando i ruoli quando avete esaurito le munizioni del più fattivo sniper, indossando la combinazione da combattimento dello spotter per completare il livello. Il comparto tecnico del gioco, inoltre, é minato da una grafica verdastra a dir poco deludente, che sarebbe potuta andare bene al massimo per uno dei primi giochi della serie Medal of Honor, più di un lustro fa, mentre il sonoro é costituito da musichettte il più delle volte a sproposito e da un doppiaggio tristissimo e ripetitivo delle voci dei nemici (che parlano nella vostra lingua, cosa strana, ma sembrano limitare il loro vocabolario a non più di una mezza dozzina di allocuzioni). Anche le texture dei livelli, squallidi e ripetitivi, non brillano certo per qualità é c'é da chiedersi a che servano 128 Mb di RAM grafici se poi tutto quel che si vede é simile ad un set hollywoodiano di serie B.
Il gameplay, limitato dall'inizio alla fine all'avanzare, incontrare alcuni nemici, sparare e ucciderli, avanzare, e così via, sarebbe in grado di annoiare a morte anche un prigioniero appena uscito da una cella di deprivazione sensoriale ed é ulteriormente penalizzato dall'assenza della possibilità di salvare a piacere e da tempi di caricamento adir poco biblici. Il salvataggio automatico si verifica solo alla fine di un livello e quelli intermedi, peraltro nemmeno ben distanziati, vengono persi qualora si desista prima di aver completato il livello stesso, rendendo il gioco proibitivo per tutta la fascia di giocatori occasionali, in grado di sottrarre agli impegni familiari e lavorativi solo il tradizionale “quarto d'ora accademico” prima di cena.
Del tutto assente, infine, qualsiasi abbozzo di multiplayer. Detto tutto questo, i casi sono due. O siete fan della City Interactive a tal punto da voler contribuire in prima persona al loro raggiungimento del secondo milione di copie vendute, oppure lasciate perdere. Se proprio vi prude l'indice sinistro e non vedete l'ora d'impallinare qualche terrorista, con i titoli che ci sono in giro al momento non avete che l'imbarazzo della scelta.
Un altro genio della sorveglianza. Sagoma scura contro sfondo chiaro...
Gli iraniani hanno montato lo stesso cancello della villa di un mio amico!
Ecco quel che un team sniper non dovrebbe fare mai!
L'avranno fatto il servizio militare? La domanda, considerando la produzione di giochi “bellici” di City Interactive, variegata ma di qualità discutibile, viene spontanea. Lo scarsissimo realismo e la quasi nulla credibilità di trame e comportamenti pare infatti affliggere tutti i titoli che abbiamo sin qui avuto occasione di recensire. Anche questo terzo capitolo della saga dedicata ai tiratori scelti dei Marines, sfornato dalla volenterosa software house polacca, scrive un'ulteriore pagina nera della storia del videogioco di guerra, condannata ad essere archiviata nell'oblio dopo il primo assaggio. Nel dirottare altrove l'interesse dei lettori potenziali acquirenti, non possiamo che augurare alla CI un rinnovamento radicale che la porti, finalmente, a regalarci un titolo degno del mass market competitivo in cui viviamo.
Iscriviti alla Newsletter
Resta aggiornato sul mondo Gamesurf: anteprime,
recensioni, prove e tanto altro.