Ultimate Invasion inaugura un nuovo Universo Ultimate
La mini-serie raccolta da Panini in volume cartonato

C’è un epiteto che viene utilizzato sempre (o quasi) quando si parla o si scrive di Jonathan Hickman:creatore di mondi. Un po’ come Achille nell’Iliade era il piè veloce, Hickman viene generalmente descritto come un architetto della narrazione, uno sceneggiatore che non si limita a scrivere storie, ma costruisce attraverso queste interi universi.
Dopo essersi fatto notare con un paio di serie indie scritte (e disegnate!) per Image (tra cui Pax Romana e The Nightly News, raccolte non molto tempo fa in volume da Panini), Hickman approda in Marvel dove gli viene affidata Secret Warriors. È sulle pagine di questo super-gruppo che Hickman inizia a tendere i fili del suo arazzo, destinato ad estendersi e ampliarsi nel giro di pochi anni fino a raggiungere i punti più remoti e inaccessibili dell’Universo Marvel. Quello di Hickman è un piano a lungo a termine, di cui si iniziano a intravedere i semi nella sua lunga e celebrata run su Fantastic Four: è però il successivo passaggio sulla testata degli Avengers e il crossover Secret War a mettere la firma di Hickman sull’architettura contemporanea dell’Universo Marvel, sul cui altare in quell’occasione aveva sacrificato gli ormai decadenti resti dell’Universo Ultimate.
Poi c’è stata Krakoa, il più grande rammarico della carriera di Hickman: un completo stravolgimento dello status-quo degli X-Men e di tutti i mutanti diventati nazione, una nuova prospettiva geopolitica che avrebbe cambiato questo angolo dell’Universo Marvel per gli anni a venire. Le cose, purtroppo, non sono però andate come previsto. I confini precisi di come si siano svolti gli eventi emergeranno probabilmente solo tra qualche anno: quello che si sa oggi è che divergenze creative col resto del team di autori coinvolti nel progetto Krakoa (o con i vertici Marvel/Disney? Chissà!) hanno portato Hickman a distaccarsi dalla sua creazione.
I meccanismi attraverso cui si muove l’universo, si sa, seguono però traiettorie imponderabili e per Hickman, dopo aver varcato i cancelli di Krakoa, si sono invece aperte le porte di un nuovo Universo Ultimate, sorto dalle ceneri del precedente e in qualche modo modellato a immagine e somiglianza del suo creatore (o Creatore?).
Cosa succede in Ultimate Invasion?
Il Creatore, ovvero il Reed Richards del vecchio Universo Ultimate (Terra-1610) è imprigionato in una struttura super sicura su Terra-616 (l’Universo Marvel ufficiale) (lo sappiamo, è complicato, NdR). Non esistono però prigioni che possano contenere l’uomo più intelligente dell’Universo, così attraverso un piano elaborato e la riprogrammazione genetica di quattro inconsapevoli complici, Reed riesce non solo ad evadere, ma anche a infiltrarsi nella casa dei Fantastici Quattro, il Baxter Building, e rubare dei dossier sulle origini di tutti i supereroi noti. Prima che il Creatore abbandoni Terra-616 per creare il proprio Universo, gli Illuminati effettuano un tanto tardivo, quanto inutile tentativo di fermarlo. Prima di fuggire, il Creatore fa in tempo a chiedere a Reed di Terra-616 se lo cancellerebbe dall’esistenza qualora ne avesse la possibilità: ricevendo un “sì” come risposta; il Creatore si limita a rispondere che lo terrà a mente, prima di dirigersi altrove.
Quando ritroviamo il Creatore, è il dominatore di Terra-6160, un Universo da lui direttamente modellato, in cui alcuni eroi non sono mai diventati tali per il suo intervento diretto: è il Creatore stesso a fermare il ragno che morderà Peter Parker, a ritardare il lancio della navetta dei Fantastici Quattro per non incontrare la tempesta galattica, o ancora a tramare per portare Loki sul trono di Asgard a scapito di Thor. L’intera geopolitica di Terra-6160 è alterata, il mondo è diviso in aree di influenza sotto il controllo di superumani, in un delicato equilibrio di fazioni. Durante un incontro ad alto livello, un portale conduce un esercito di cloni dei Vendicatori classici nella Cittadella, l'enclave all'interno di Latveria dove il Creatore ha stabilito la sua dimoa; al termine dello scontro il Creatore arruola Howard Stark (padre di Tony) per lavorare su un Immortus Engine che gli consentirà di viaggiare nel futuro, da cui arrivano i cloni, e sconfiggere il nemico che minaccia la sua creazione.
Howard Stark viene dunque presentato dal Creatore al Reed Richard di questo Universo, mai colpito dai raggi cosmici, il cui volto è protetto da una maschera di Destino. Lavorando insieme le due menti si confrontano sulla natura e le intenzioni del Creatore ed elaborano una strategia per sconfiggerlo. Il piano porta su Terra-6160 un nuovo esercito di cloni dal futuro, che scopriamo essere creati da un Kang di cui il Creatore conosce l’identità. Al termine dello scontro, Howard Stark è disperso e il Creatore è rinchiuso all’interno della sua stessa Cittadella, dove il tempo passa molto più velocemente. Gli eroi di Terra-6160 si trovano così a dover ricomporre un nuovo ordine mondiale temporaneo, in attesa del ritorno del Creatore previsto dopo due anni, mentre Reed consegna a un giovane Tony Stark i documenti del padre scomparso. Tony decide quindi di calcare le orme del padre, l’Iron-Man di Terra-6160, prendendo il nome di Iron Lad e indossando un’armatura che ricorda molto da vicino quella del Kang che minaccia la stabilità di questo Universo.
Un Universo Ultimate a forma di Hickman
Se finora Hickman aveva potuto dare quasi libero sfogo alle sue doti di architetto riordinando o rivoluzionando alcuni dei compartimenti narrativi (cosmico, Avengers & X-Men su tutti) che compongono l’affresco dell’Universo Marvel, con Ultimate Universe lo sceneggiatore statunitense ottiene finalmente carta bianca, un intero angolo di Universo da modellare a suo piacimento. Terra-6160 è infatti una nuova realtà paralella creata da Hickman e che va ada affancarsi alle Terre delle diverse dimensioni che compongono il complesso dell'Universo Marvel: Terra-616 è canonicamente l'universo classico, mentre per capirci il veccho Univeso Ultimate era definito Terra-1610.
Insomma, Terra-6160 è una tela bianca consegnata a Hickman insieme alla libertà totale di plasmare eroi ed eventi secondo le sue intenzioni, al punto che Chip Zdarsky ha rifiutato la sedia da sceneggiatore per Ultimate Spider-Man perché intriso della visione di Hickman, come rivelato da Marco Checchetto nella nostra intervista. E chi se non Reed Richards poteva trovarsi al centro dell’Universo Hickman?
Proseguendo un discorso iniziato già con la deflagrazione dell’Universo Ultimate (originale) raccontata da Hickman durante il suo ciclo sugli Avengers, Reed diventa in questa occasione vero e proprio alter-ego dello sceneggiatore, ultimando forse un progetto che nella testa dell’autore albergava già da parecchio. Non siamo più di fronte a una metafora, ma all’atto della creazione su carta: Reed/Creatore si libera di ciò che lo teneva prigioniero (ovvero gli eroi classici dell’Universo Marvel, qualunque significato si voglia attribuire loro) e abbandona questo piano dell’esistenza per trovarne un altro, dove imporre la sua volontà.
Prima, dunque, di rimodellare le vite degli eroi, Hickman pone le basi dello scenario geopolitico del suo Universo (il che gli consente ovviamente di introdurre le tanto care infografiche). È nel terzo albo della mini-serie che i personaggi esplicitano la visione di Hickman accogliendo Howard Stark nel Consiglio, a cui partecipano rappresentanze di eroi dalle diverse aree geopolitiche (La Società del Sud-America, la Coalizione Europea, etc.), ma soprattutto rivelandogli lo scopo dell’Organizzazione, a cui partecipano anche fazioni apparentemente ostili come la Famiglia Rasputin, regnante sulla Repubblica Euroasiatica: il Concilio serve a mantenere il ciclo dell’Economia di Guerra, uno stallo politico programmato, previsto e voluto, in cui a turno ogni fazione viene bollata come Stato Canaglia. Nella visione del Creatore, la pace è impossibile e la migliore soluzione per la stabilità globale è quella del conflitto perpetuo.
Non è la prima volta che Jonathan Hickman legge la contemporaneità attraverso il fumetto: la nazione mutante su Krakoa era l’esemplificazione di una presa di coscienza di una minoranza, migliaia di individui che da soli dovevano temere il resto dell’umanità, ma uniti potevano avere una voce abbastanza forte da imporre le proprie condizioni. Qualcuno ci ha letto l’ascesa terzomondista, qualcun altro una metafora della nascita di Israele: di sicuro nelle storie di Hickman si riflette molto e molto spesso su ciò che succede al di fuori della pagina disegnata.
Cosa bolle in pentola per l’Universo Ultimate?
Se è vero che Ultimate Invasion guarda al mondo in cui vive chi legge la storia, è altrettanto vero che al suo interno accoglie e custodisce i semi di un intero nuovo universo di finzione. La mini-serie raccolta da Panini in un volume cartonato anticipa infatti la raccolta nel medesimo formato delle serie nate in seguito agli eventi di Ultimate Invasion, già presentate in passato nel formato albetti da edicola.
L’indizio più grande sulle cose a venire Hickman lo semina in conclusione della prima parte della mini-serie, quando ci mostra il Creatore di fianco a un giovanissimo Peter Parker, a cui impedirà di essere morso da un ragno radioattivo durante una gita scolastica. Questa è senza dubbio la conseguenza più diretta ed esplicita che ci viene mostrata in Ultimate Invasion: d’altra parte è lo stesso Hickman a sceneggiare la serie dello Spidey del nuovo Universo Ultimate e non sorprende trovare qui, in Ultimate Invasion, il punto di partenza di un’altra sua storia.
Le influenze sulle altre, future testate di questo nuovo Universo, invece, sono meno dirette e più contestuali. Hickman dipinge in questo prologo un mondo suddiviso in fazioni, apparentemente in lotta per la supremazia, ma segretamente concordi nell’inscenare una Guerra Fredda infinita, necessaria per mantenere lo stallo globale, situazione più vicina alla pace che l’umanità abbia mai conosciuto. È in questo contesto che si muoverà la serie di Ultimate Black Panther, in cui il ruolo diplomatico del Wakanda avrà un ruolo centrale.
In sottofondo, infine, prende avvio la grossa sottotrama che accompagnerà i primi due anni del nuovo Ultimate Universe, ovvero la scomparsa del Creatore, con un timer di due anni puntato sul suo ritorno: sarà proprio Hickman in Ultimate Spider-Man a scandire il passare dei mesi e avvicinare il conto alla rovescia verso quello che (con ogni probabilità) avrà la forma di un grosso crossover che porterà con sé conseguenze piuttosto impattanti, come da tradizione di Hickman. Da notare, infine, la discreta forma di Bryan Hitch ai disegni, il cui tratto morbido ed elegante risulta ancora efficace, ma soprattutto rimanda a The Ultimates, storica testata dell'Universo Ultimate originale, realizzata dallo stesso Hitch insieme allo sceneggiatore scozzese Mark Millar, divenuta nel tempo uno strano paradosso di classico iconoclasta.