Il Sapore del Successo

A quasi un anno di distanza da American Sniper, Bradley Cooper torna nei nostri cinema con qualcosa di completamente diverso.
Dopo averlo visto nei panni del cecchino Chris Kyle, lo ritroviamo come chef in un ristorante di Londra. I ruoli da enfant terrible, si sa, riescono particolarmente bene all'attore americano e anche questo non fa eccezione. Adam Jones é uno chef i cui eccessi sono degni più di una rockstar che di un re dei fornelli, tanto da riuscire a perdere tutto quello che aveva conquistato. Due stelle Michelin, un ristorante di successo a Parigi, la fama guadagnata dopo aver lasciato casa a soli 16 anni per iniziare la sua avventura gastronomica in Europa. Ma una miscela esplosiva di droga e comportamenti instabili ha portato Jones a perdere qualsiasi cosa, in un incessante climax verso l'autodistruzione.



In seguito alla chiusura del locale di Parigi si é trasferito a Londra, dove viene letteralmente braccato dagli spacciatori cui deve una grossa somma di denaro. Precisione maniacale, presunzione, aggressività, Adam Jones non si fa mancare davvero niente. Ma é proprio la sua ambizione a salvarlo dal baratro in cui sta scivolando, perché lo rimetterà in piedi e lo farà tornare competitivo. Deciso non solo a recuperare la gloria del passato, ma anzi ad ottenere la fatidica terza stella Michelin, Adam raduna attorno a sé una squadra di cuochi di altissimo livello, unendo vecchie conoscenze a nuovi talenti.
Il team di collaboratori, piuttosto variegato, é composto da Michel (Omar Sy), Helene (Sienna Miller), ma anche Max (Riccardo Scamarcio). Una scelta quanto mai “internazionale”, dato che fra cuochi, personaggi secondari e semplici comparse il cast del film attinge un po' ovunque. C'é posto persino per un cameo di Uma Thurman, relegata in pochi minuti di film nel ruolo di Simone, una nota critica gastronomica.
Un'operazione che ricorda da vicino il recente Chef, vero e proprio inno alla cucina di Jon Favreau, in cui Scarlett Johansson e Robert Downey Jr. non erano che fugaci apparizioni in una manciata di scene.
Fra gli attori non americani cui viene lasciato un notevole spazio c'é però Daniel Bruhl, che con Rush e Bastardi senza gloria ci ha abituati ai suoi personaggi non certo simpatici ma certamente ben caratterizzati. Qui lo troviamo nei panni di Tony, proprietario dell'hotel nonché del ristorante che Adam Jones vuole portare alla gloria.

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Se da un lato la presenza di ottimi interpreti provenienti da più parti del mondo rappresenta uno dei punti di forza del film, almeno dal punto di vista qualitativo, dall'altro é evidente che un maggiore approfondimento psicologico di alcuni personaggi non avrebbe certo danneggiato il film.
Storie e caratteri potenzialmente molto interessanti da sviluppare vengono invece lasciati a un livello superficiale, abbozzati, aprendo così domande e curiosità che non verranno soddisfatte nel corso della narrazione.
La storia del riscatto morale e professionale di Adam Jones é convincente, anche perché non segue i tradizionali binari della caduta e della rivalsa del protagonista. Sembra che al regista John Wells e allo sceneggiatore Steven Kinght interessi mostrare non tanto un veloce percorso di risalita seguito da un grande successo, quanto una lenta scalata verso la riconquista di ciò che Jones ha perso o addirittura non ha mai avuto. L'idea di sbilanciare la narrazione a favore delle cadute piuttosto che degli onori non é però sbagliata, anzi. Un eroe il cui cambiamento avviene troppo in fretta dà sempre la sensazione che ci sia qualcosa di fittizio nella storia raccontata.
Dove invece il film denuncia troppo chiaramente il suo aspetto meno genuino é nei riferimenti ai reality incentrati sul cibo, nonché ai cuochi-star che siamo ormai abituati a vedere sui nostri schermi. Cooper ha conosciuto Gordon Ramsay e in effetti possiamo riconoscere nei comportamenti di Jones, oltre che nel suo teatrale lancio dei piatti, i tratti caratteristici degli chef televisivi. Ispirarsi a un cuoco famoso non é di per sé una brutta idea, il problema però si presenta quando il pubblico può riconoscere i riferimenti neanche troppo velati, anzi espliciti, alle celebrità dei reality.

Il Sapore del Successo
Nel team troviamo anche Riccardo Scamarcio nei panni di Max.

Un vero peccato, specialmente se pensiamo alla preparazione di Cooper e degli altri membri del cast per questo film. Nelle scene in cui li vediamo ai fornelli, infatti, sono loro stessi a cucinare. Bradley Cooper ha preso lezioni da importanti chef e ha seguito con attenzione il documentario Boiling Point, incentrato sul percorso di Ramsay alla conquista della terza stella Michelin.
Nel complesso, la ricetta non é male. Tanta passione per la buona cucina, sintonia fra gli attori e un protagonista che regge bene la scena. Dato il livello degli interpreti e la cura per il dettaglio dei piatti, però, il film avrebbe potuto dare qualcosa di più.