Cosa ne pensiamo di Mario Kart World dopo le prime gare

La nostra prova con mano di Mario Kart World

Cosa ne pensiamo di Mario Kart World dopo le prime gare

Mario Kart World è un mondo

Non ci vuole molto a capire perché Nintendo abbia deciso di abbandonare la numerazione progressiva per il nuovo capitolo di Mario Kart, che uscirà insieme a Nintendo Switch 2 tra pochi giorni, rimpiazzandola con il suffisso World. La risposta è anche la più semplice da immaginare: perché dentro c'è un mondo. O forse un paio. 

Cosa ne pensiamo di Mario Kart World dopo le prime gare
No, non è Jurassic Park World, ma Mario Kart World!

La prima, grande novità è la mappa open world che collega tutte le ambientazioni e i tracciati che la attraversano. Questa nuova concezione del mondo di gioco ha conseguenze che toccano sia l'esperienza nel suo complesso sia le singole competizioni a cui ci ha abituato la serie. La mappa infatti è liberamente esplorabile in una modalità free roaming (ma anche in alcune aree di caricamento durante le partite online) costellata di piccole sfide attivabili avvicinandosi ai celebri pulsantoni blu. In queste brevi attività dovremo, in buona sostanza, completare percorsi creati ad hoc attraversando checkpoint apparsi magicamente a questo scopo, ma anche eseguire particolari salti o altre prove di abilità. 

Nel contesto dei classici Gran Premi, invece, la mappa prende la forma delle strade di collegamento tra le ambientazioni, che possono diventare percorsi di gara, mischiando parecchio le carte in tavola. Potenzialmente è possibile creare tornei composti solamente dai classici tracciati, quindi ricreando le atmosfere del precedente capitolo, con aree percorribili limitate e le scorciatoie a fare da discriminante tra i forti e tutti gli altri. Nei tracciati “stradali” invece spesso si ha accesso ad ampie porzioni di mappa, amplificando le possibilità creative. E all'equazione non abbiamo ancora aggiunto il salto, che si esegue premendo il tasto della derapata senza imprimere direzioni e che consente di balzare su alcune superfici verticali o sulle ringhiere su cui si procede poi in drifting

Ma è sempre Mario Kart?

Sì, la risposta è senza dubbio sì e fatti salvi clamorosi colpi di scena tale rimarrà anche in fase di recensione. Basta perdere un GP all’ultima curva, sorpassato in filata da un trenino di avversari dopo essere stato colpito da un guscio inesorabile per rendersene conto. Certo una decina di gare non sono abbastanza per mettere sentenze (per quelle serviranno settimane di scontri online probabilmente), ma la scarica che si avverte sotto i pedali è quella di sempre. Nelle prime partite si è un po’ frastornati da come tutto sia amplificato: le strade sono più larghe, gli avversari più numerosi, la grafica più definita e colorata e a volte succedono così tante cose tutte insieme che non si sa da che parte voltarsi. 

Cosa ne pensiamo di Mario Kart World dopo le prime gare
Mucca è già il personaggio idolo del gioco, ma la concorrenza tra i personaggi sbloccabili è molto forte.

Nel mezzo di questa baraonda però trova ancora un suo posto di rilievo anche la guida più tecnica: mantenere la traiettoria giusta, sfruttare la scia, impostare bene le curve e prenderle più strette possibile premia ancora e consente di recuperare parecchie posizioni se si ha la fortuna di essere graziati per qualche decina di secondi dalla pioggia semi-costante di power up. la presenza di 24 concorrenti sul tracciato aumenta la caciara ovviamente e se si finisce imbrigliati nel gruppone centrale rimanere invischiati in un ingorgo di esplosioni e tamponamenti è pressoché inevitabile. 

Più selettiva invece si è dimostrata la Modalità Sopravvivenza dove ad ogni check point i giocatori nelle ultime quattro posizioni si ritrovano eliminati. Può succedere di finire subito fuori per l’inevitabile mischia in partenza, ma andando avanti nella gara tende ad emergere chi ha più manico. A volte però basta davvero un nulla, tipo dimenticarsi che i guard rail si rompono per ritrovarsi risucchiati nelle retrovie in un affannoso tentativo di risalita. 

Abbiamo avuto modo di provare rapidamente anche la telecamera per Nintendo Switch 2 che in presenza di quattro giocatori davanti allo schermo è in grado di bloccare quattro diversi riquadri sui volti dei giocatori (individuati manualmente) per poi mostrarli come icona poi in gara. 

Allora, com’è alla fine questo Mario Kart World? 

Rieccoci pronti a parlare nuovamente, e definitivamente, di Mario Kart World. Durante le diverse decine di ore accumulate in questi giorni siamo giunti a una conclusione: Mario Kart World è il gioco che incapsula la filosofia di Nintendo Switch 2, ovvero un’evoluzione naturale del precedente sistema, quasi indolore per chi è rimasto a bordo, ma pronto ad accogliere a braccia aperte i nuovi arrivati. E in questi casi è inevitabile scontentare qualcuno. 

Partiamo dall'introduzione più indolore, ovvero la mappa generale che collega tutti i tracciati e che in qualche modo si trova altrove rispetto ai Gran Premi e alle altre gare. Per accedervi è sufficiente premere il tasto + nel menù iniziale, ma per avviare una qualsiasi competizione è necessario tornare sui proprio passi nel menù. Vagare di per sé è un'esperienza parecchio rilassante (o chill come direbbe uno dei veri destinatari del gioco), soprattutto grazie alla pazzesca colonna sonora che suonando le tracce random sa regalare momenti davvero suggestivi. 

Se siete in cerca di attività, invece, rimanete un po' delusi perché non c'è molto oltre alle divertenti Sfide P, che tuttavia sbloccano gli stessi costumi ottenibili tramite i Deliveryt dorati disponibili comunque in tutte le modalità. Potrebbe rivelarsi un ottimo terreno d'allenamento, ma così per come è concepita ora questa modalità è poco d'aiuto perché la sola mappa disponibile è quella mini in basso a destra che illustra solo la ristretta area in cui ci si trova. D'altra parte, per come è concepito Mario Kart World si propone come un gioco generazionale, quindi non ci stupirebbe se in futuro la Modalità Libera subisse variazioni e miglioramenti o finisse maggiormente integrata nella struttura di gioco. 

Più divisiva invece si è rivelata la nuova concezione dei tracciati che non si limita ai classici giri su circuito, ma include anche in percorsi di collegamento tra le diverse tappe. Per capirci, il tipico Gran premio è ora costituito da una prima gara su pista, mentre le tre successive sono collegamento tra scenari, con l'ultimo checkpoint che solitamente si conclude con un giro del circuito di arrivo. I collegamenti però sono caratterizzati da lunghe sezioni completamente dritte dove bisogna sfruttare il salto e il grinding, il che non fa la gioia di chi ama farsi largo con la guida. È questione di gusti e di adattamento, e se tutto fosse rimasto invariato rispetto al 8 Deluxe ci staremmo lamentando solamente su note diverse, però personalmente sono tra coloro che questi drizzoni li soffre. 

Prima di tirare le somme dobbiamo però passare dalla gestione dei Power up e dal bilanciamento, due elementi centrali per il successo del nuovo gruppo e a 24 corridori. In single player, i Power up sono di fatto usati come regolatori di difficoltà in tempo reale, generosi con le ultime posizioni, più cinici con i leader della corsa. È così bada sempre, ma l'abbondanza di partecipanti amplifica questa tendenza. In pratica giocare una partita di testa vuol dire sopravvivere a un deragliamento incessante, mentre spesso nel gruppo è di pesca una bel mazzo di funghetti al momento giusto per sorpassare tutti di slancio sul traguardo.  

Il fragile equilibrio così ottenuto rende i Gran Premio combattuti e sfidanti, mentre crolla nella modalità Sopravvivenza, decisamente più complessa da dominare in singolo. Online invece deve ancora formarsi un nuovo equilibrio, che probabilmente sarà legato allo sfruttamento di qualche truck come sempre. La pioggia di bonus sgravati sugli ultimi posti rende le competizioni con altri giocatori umani delle allegre fagiolate, in cui ala lunga emerge il talento, ma nella singola gara può davvero succedere di tutto. 

Tirando dunque le somme di questa recensione in divenire, Mario Kart World è perfetto come gioco simbolo e di lancio per Nintendo Switch 2 poiché ne incarna la filosofia e la traduce in meccaniche ludiche. Con Mario Kart World, Switch 2 apre le porte a tutti e accoglienti nuovi arrivati con un bilanciamento rifinito per farli sentire da subito parte della festa. Per tutti gli altri tarati sui tanti anni a Mario Kart 8 c'è da risintonizzare in po' la trasmissione, rassegnarsi a una certa semplificazione 

Allora, com’è alla fine questo Mario Kart World?

 

Rieccoci pronti a parlare nuovamente, e definitivamente, di Mario Kart World. Durante le diverse decine di ore accumulate in questi giorni siamo giunti a una conclusione: Mario Kart World è il gioco che incapsula la filosofia di Nintendo Switch 2, ovvero un’evoluzione naturale del precedente sistema, quasi indolore per chi è rimasto a bordo, ma pronto ad accogliere a braccia aperte i nuovi arrivati. E in questi casi è inevitabile scontentare qualucno.

 

Partiamo dall'introduzione più indolore, ovvero la mappa generale che collega tutti intracviati e che in qualche modo si trova altrove rispetto ai Gran Premi e alle altre gare. Per accedervi è sufficiente premere il tasto + nel menù iniziale, ma per avviare una qualcosasi competizione è necessario tornare sui proprio passi nel menù. Vagare di per sé è un'esperienza parecchio rilassante (o chill come direbbe uno dei veri destinatari del gioco), soprattutto grazie alla pazzesca colonna sonora che suonandonle tracce random sa regalare momenti davvero suggestivi.

 

Se siete in cerca di attività, invece, rimanete un po' delusi perché non c'è molto oltre alle divertenti Sfide P, che tuttavia sbloccano gli stessi costumi ottenibili tramite i Deliveryt dorati disponibili comunque in tutte le modalità. Potrebbe rivelarsi un ottimo terreno d'allenamento, ma così per come è concepita ora questa modalità è poco d'aiuto perché nla sola mappa disponibile è quella mini in basso a destra che illustra solo la ristretta area in cui ci si trova. D'altra parte, per come è concepito Mario Kart World si propone come un gioco generazionale, quindi non ci stupirebbe se in futuro la Modalità Libera subissee variazioni e miglioramenti o finisse maggiormente integrata nella struttura di gioco.

 

Più divisiva invece si è rivelata la nuova concezione dei tracciati che non si limita ai classici giri su circuito, ma include anche in percorsi di collegamento tra le diverse tappe. Per capirci, il tipico Gran premio è ora costituito da una prima gara su pista, mentre le tre successive sono collegamento tra scenari, con l'ultimo checkpoint che solitamente si conclude con un giro del circuito di arrivo. I collegamenti però sono caratterizzati da lunghe sezioni completamente dritte dove bisogna sfruttare il salto e il grinding, il che non fa la gioia di chi ama farsi largo con la guida. È questione di gusti e di adattamento, e se tutto fosse rimasto invariato rispetto al 8 Deluxe ci staremmo lamentando solamente su note diverse, però personalmente sono tra coloro che questi drizzoni li soffre.

 

Prima di tirare le somme dobbiamo però passare dalla gestione dei Power up e dal bilanciamento, due elementi centrali per il successo del nuovo gruppo e a 24 corridori. In singlepayer, i Power up sono di fatto usati come regolatori di difficoltà in tempo reale, generosi con le ultime posizioni, più cinici con i leader della corsa. È così bada sempre, ma l'abbondanza di partecipanti amplifica questa tendenza. In pratica giocare una partita di testa vuol dire sopravvivere a un deragliamento incessante, mentre spesso nel gruppo è di pesca una bel mazzo di funghetti al momento giusto per sorpassare tutti di slancio sul traguardo.

 

Il fragile equilibrio così ottenuto rende i Gran Premio combattuti e sfidanti, mentre crolla nella modalità Sopravvivenza, decisamente più complessa da dominare in singolo. Online invece deve ancora formarsi un nuovo equilibrio, che probabilmente sarà legato allo sfruttamento di qualche truck come sempre. La pioggia di bonus sgravati sugli ultimi posti rende le competizioni con altri giocatori umani delle allegre fagiolate, in cui ala lunga emerge il talento, ma nella singola gara può davvero succedere di tutto.

 

Tirando dunque le somme di questa recensione in divenire, Mario Kart World è perfetto come gioco simbolo e di lancio per Nintendo Switch 2 poiché ne incarna la filosofia e la traduce in meccaniche ludiche. Con Mario Kart World, Switch 2 apre le porte a tutti e accoglienti nuovi arrivati con un bilanciamento rifinito per farli sentire da subito parte della festa. Per tutti gli altri tarati sui tanti anni a Mario Kart 8 c'è da risintonizzare in po' la trasmissione, rassegnarsi a una certa semplificazione (è sparito il modello di guida delle moto e inguacinsono posti in coda la kart in automatico, per fare due esempi) e macinare chilometri per affinare le nuove skill. In fondo è sempre stato così, sulla lunga distanza emergono infortine le chiacchiere se le portano via i gusci.

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