ROG Xbox Ally X: quando un PC portatile indossa il joypad di Xbox. La recensione
Tutto è Xbox
Forse l’avrete già sentito in giro: tutto è Xbox. Nell’ultima e più recente svolta, la divisione gaming di Microsoft ha deciso di puntare alla diffusione del marchio in ogni territorio di gioco, portando il brand Xbox su device inediti, come le app per smart TV, o ancora oltre gli antichi recinti della console war, pubblicando i propri titoli interni sulle console delle rivali storiche. All’interno di questa strategia si inserisce anche l’approccio collaborativo con aziende di hardware e software che orbitano intorno al settore del PC Gaming. E’ proprio sotto questa congiunzione astrale che nasce Asus ROG Xbox Ally X, prima incursione di Xbox nel territorio handheld e in qualche modo possibile finestra attraverso cui scorgere lampi di futuro dell’intero brand.
Prima di partire, una precisazione: nonostante la partnership con Xbox, il dispositivo realizzato da Asus non è una console portatile, bensì un ibrido molto più vicino a un computer portatile, come per altro gli omologhi dispositivi di altri produttori (Valve, MSI, Lenovo, etc…) con cui è in competizione. Per questa ragione, l’analisi che segue avrà sostanzialmente la forma che in genere utilizziamo quando ci occupiamo di recensire notebook pensati per il gaming. Altra precisazione: esistono due modelli di questo dispositivo: uno bianco, con componenti meno potenti, denominato solamente ROG Xbox Ally, e un altro nero, col suffisso X al nome, che è la versione di punta che abbiamo potuto testare e che è oggetto di questa analisi.
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ROG Xbox Ally X: design & costruzione
Come detto poco sopra, ROG Xbox Ally X non è il precursore in questa fetta di mercato: la palma del primo arrivato spetta a Valve col suo Steam Deck, ma anche Asus ha già realizzato diversi dispositivi tra cui il recente ROG Ally X lanciato nel 2024, la cui somiglianza con ROG Xbox Ally X non si limita solo al nome. La forma del corpo centrale del handheld, la disposizione dei tasti, delle leve e degli speaker, infatti, è (quasi) la medesima del modello 2024: il segno caratteristico della collaborazione con Xbox è dunque l’impugnatura, mutuata direttamente dai pad della console Microsoft. Un approccio dal punto di vista del design che ricorda quello di PS Portal, ma con una netta differenza: lo schermo infatti è disallineato rispetto all’impugnatura, il che rende decisamente più comodo giocare in alcune posizioni, quelle più stravaccate per intenderci, ma anche meno comodo l’uso in piano, complice anche una superficie non immune ai riflessi. Quanto ciò possa incidere sull’esperienza, tuttavia, è difficile da valutare oggettivamente: dipende moltissimo dall’uso che se ne fa, della propria postura e anche, in fondo, dalle proprie mani. Utilizzando ROG Xbox Ally X come un ulteriore elemento di un ecosistema di gioco diffuso per la casa, quindi come soluzione comoda per il divano o il letto quando la tv è impegnata, l'inclinazione è sicuramente una comodità; se invece pensate di usare l’handheld come potenziale sostituto di un PC portatile tenete in considerazione questa caratteristica.

Oltre all’impugnatura, questa nuova evoluzione del handheld ASUS ha guadagnato anche l’aggiunta di un nuovo tasto Xbox, in alto a sinistra tra la levetta analogica e il D-Pad. Altra lieve differenza è il motivo a rilievo decorativo nella plastica, sulla parte frontale della scocca. Nonostante il peso (715 g) leggermente superiore a quello degli altri handheld in commercio, ma di quasi un paio d’etti più pesante di Switch 2, ROG Xbox Ally X si maneggia sempre discretamente bene. Merito di un ottimo bilanciamento interno e dell’impugnatura che non affatica mai le mani e non causa fastidiosi formicolii. Certo alla lunga ci si accorge di avere quasi un chilo tra le mani, ma a quel punto con ogni probabilità è giunto il momento di fare altro. Il posizionamento delle ventole nella parte superiore del dispositivo inoltre consente ai flussi d’aria calda di allontanarsi senza avvicinarsi alle mani, né per altro scaldare alcuna parte a contatto con le stesse. In generale il dispositivo non raggiunge mai temperature eccessivamente elevate, nemmeno in modalità Turbo e ad ogni modo semplicemente impugnando ROG Xbox Ally X è difficile accorgersi di alcuna variazione di temperatura al suo interno.
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ROG Xbox Ally X: prestazioni e specifiche
Se il prezzo di ROG Xbox Ally X è tra i più alti in questo segmento, le spiegazioni si trovano tutte sotto la scocca: Ryzen AI Z2 Extreme è un APU di ultima generazione pensata esplicitamente per handheld ad alte prestazioni, accompagnata una GPU AMD Radeon 890M. ma soprattutto da una NPU (Neural Processing Unit), componente già vista su alcuni notebook gaming di fascia alta che abbiamo recensito su queste pagine, concepita per supportare il lavoro della IA e che con ogni probabilità sarà sempre più protagonista delle elaborazioni delle immagini che finiranno poi per essere visualizzate sui nostri dispositivi. Oltre ai 24 GB di RAM, 2 USB-C utilizzabili anche come collegamento a un monitor esterno e 1 TB di SSD, sul versante hardware meritano una parola in più le due levette analogiche dotate di tecnologia Hall Effect che finalmente risolve l’annoso problema del drifting.
Passando invece alle prestazioni, questo argomento torna a ricordarci quanto vicino ROG Xbox Ally X sia a un PC portatile. Attraverso le funzionalità dell’app Armoury Crate è infatti possibile impostare il funzionamento (e i consumi) del dispositivo in tre diverse modalità: Silent, Performance e Turbo, con un’ulteriore boost prestazione consentito dalla modalità Turbo cablata. Tenuto conto della risoluzione massima di 1920x1080, si può sintetizzare dicendo che si gioca parecchio bene. Generalizzando, il dispositivo ibrido di ASUS e Microsoft riesce a gestire i 30 FPS a dettagli medi su titoli di nuova generazione in modalità Performance, mentre si avvicina e in alcuni casi tocca i 60 FPS in modalità Turbo. I distinguo da fare sono tantissimi, perché l’ampiezza di personalizzazione a disposizione su ogni singolo gioco varia la possibilità di smanettare per aggiustare l’esperienza ai propri desiderata e allo stesso modo il rapporto dei driver del singolo gioco col dispositivo (con aggiornamenti in questo senso in arrivo) incidono sulle performance. Durante il nostro test abbiamo installato Forza Horizon 5, Marvel's Spider-Man 2, Robocop: Rogue City, GTA V Enhanced Edition e Heart of Iron IV, provandoli sia in modalità Prestazioni che Turbo (cablato e non) ottenendo risultati in linea con quanto detto poco sopra, al netto di qualche sporadica difficoltà (come dei freeze su FH5).

Se il collegamento alla rete elettrica non imprime un sensibile boost alle prestazioni come ci saremmo immaginati, tra Performance e Turbo i cambiamenti sono percepibili ad occhio nudo (anche da chi non conta ordinariamente gli FPS), consentendo al dispositivo di spingere laddove le opzioni di gioco sfruttano più nel dettaglio le specificità della GPU. Rinunciando poi alla piena risoluzione per accontentarsi dei 720p si amplia ulteriormente la finestra di possibile. Tirando le somme, le prestazioni sono elevate, ma non altissime, seppur vicine a quelle di MSI Claw 8 AI+, attuale punto di riferimento. La scelta di ASUS e Microsoft, tuttavia, è quella di un diverso equilibrio tra prestazioni e consumi: come vedremo tra poco, a fronte di qualche sacrificio questa filosofia produce sostanziali vantaggi.
Prima di passare oltre, parlando di giochi è utile chiarire quali libreria sono supportate nativamente. Il dispositivo può essere avviato in modalità Windows 11 o direttamente in modalità Xbox, con un parziale risparmio in termini di utilizzo di RAM. È possibile inoltre scaricare gli applicativi di altri store (Steam, Epic, GoG, Ubisoft, ect..) e scaricare sul dispositivo i giochi che si possiedono sulle diverse piattaforme. L’App Xbox funge quindi da hub unificato, visualizzando nella propria libreria (accessibile tramite un tasto fisico in ogni momento) anche i giochi acquistati altrove, avviabili con la pressione di un tasto. Attenzione però: per quanto riguarda la propria libreria Xbox, oltre agli eventuali titoli Gamepass mostrati agli iscritti, troverete solo i giochi di cui possedete una versione PC o quelli che rientrano nel programma Play Everywhere. Detto in altri termini, buona parte della vostra collezione di giochi Xbox non sarà giocabile all’avvio su ROG Xbox Ally X. Si vocifera, tuttavia, che uno dei futuri aggiornamenti possa prevedere la possibilità di accedere ai propri titolo console via cloud. Più in generale, benché al momento l’OS risulti utilizzabile, anche sotto questo punto di vista è lecito aspettarsi qualche miglioramento. E poiché in fondo la macchina gira su Windows 11, mettete in conto qualche crash ogni tanto.
Il display di ROG Xbox Ally X
Senza troppi giri di parole, lo schermo è il vero punto debole di ROG Xbox Ally X. Non perché le sue caratteristiche non siano buone, quanto piuttosto proprio per il fatto che sono semplicemente buone, non in linea con quanto messo in mostra dal dispositivo su altri versanti e inferiori alle aspettative per un dispositivo così costoso. Il display è un LCD IPS Full HD con un picco di luminosità di 500 nits che rende difficoltoso l’uso all’esterno, soprattutto in situazioni di forte luminosità. La profondità del colore è comunque discreta e la resa nel complesso è accettabile eppure l’impressione è sempre quella che un dispositivo con queste ambizioni e queste caratteristiche avrebbe meritato quantomeno un OLED e il supporto al HDR, oltre magari a un pollice in più di diagonale (ferma a 7”).
ROG Xbox Ally X: autonomia e portabilità
In un dispositivo portatile come questo, l’equilibrio tra prestazioni e durata è sempre un elemento centrale. Se ROG Xbox Ally X, come abbiamo visto sopra, sfiora ma non sfonda le vette prestazionali della categoria, d’altro canto offre una durata della batteria davvero notevole, nonostante gli 80W non facciano gridare al miracolo, segno che questo risultato è stato raggiunto attraverso un lavoro di ingegneria e non di mera forza bruta. Ancora una volta, ogni considerazione va pesata sulla base del profilo energetico impostato e dell’uso che si fa del dispositivo. Ma in linea di massima ci si aggira intorno alle 6 ore in modalità Silent giocando a titoli poco impegnativi in termini di risorse di calcolo, mentre in Performance ci si aggira intorno alle 3 ore con titoli più moderni ed esigenti. Autonomia che scende infine poco sotto il paio d’ore in modalità Turbo. Ciò non toglie che lavorando in combinata tra le modalità energetiche del dispositivo e le opzioni grafiche dei singoli titoli si possano raggiungere prestazioni differenti. Nessun problema di durata, dunque, né di stabilità come detto poco sopra.

ROG Xbox Ally X: verdetto
Per farla breve, con ROG Xbox Ally X si gioca parecchio bene e il prezzo appare giustificato almeno parzialmente dalle sue specifiche (schermo a parte) e dalle potenzialità in ottica futura. Detto in maniera un po’ più articolata, ROG Xbox Ally X ha un prezzo fa handheld di fascia alta e lì si piazza, giocandosela con la concorrenza sulla potenza e sulle prestazione, staccandola per autonomia, deludendo per lo schermo e presentando un sistema operativo ibrido su cui i lavori sembrano ancora in corso, ma di sicuro interessante e utilizzabile già ora. Buna parte della confusione ruota intorno alla sua natura di prodotto Xbox, il che lo porta ad essere avvicinato a una console, per quanto i punti in comune siano in fondo pochi. Il vero punto debole del dispositivo è lo schermo, un po’ piccolo e un po’ poco prestante in termini tecnologici, ma di contro la presenza di un chip destinato alla IA e le ottimizzazioni software promesse da Microsoft lasciano intuire che nella sua forma attuale ROG Xbox Ally X abbaia ancora una discreta dose di potenziale inespresso.












