V - Visitors: Quando gli alieni invasero la televisione

L'idea nell'83 quella di una forza nazi-fascista che saliva al potere negli Stati Uniti, ma fu preferita un'allegoria fantascientifica

V  Visitors Quando gli alieni invasero la televisione

V è un franchise di fantascienza nato dalla fantasia di Kenneth Johnson, che raccontava di una razza aliena di rettiliani celati sotto mentite spoglie umane che giunge sulla Terra apparentemente in pace, ma con la piena intenzione di dominare il pianeta depredandolo delle sue risorse. La popolazione terrestre si spacca in due fazioni: i collaborazionisti che vedono un'opportunità di svoltare la propria esistenza, la resistenza armata decisa a contrastare l'invasione rivelandone i veri piani.

Kolossal su piccolo schermo

In un'epoca in cui la computer grafica era ancora lontana, la produzione poteva contare su costosi effetti ottico-visivi e scenografie altrettanto impegnative, per cui si decise di procedere un passo alla volta per evitare il rischio di floppare bruciando enormi quantitativi di danaro. Ci fu così una prima miniserie televisiva in due parti, V, trasmessa negli Stati Uniti nel 1983, scritta e diretta da Johnson che comunque costrinse all'esorbitante esborso di 13 milioni di dollari.

Sigla e colonna sonora originali dalla serie statunitense 1984 - 1985

Fortunatamente ci fu un enorme riscontro di pubblico, spingendo a proseguire l'avventura produttiva con una seconda miniserie in 3 parti nel 1984 intitolata V: The Final Battle. A questa fece seguito una serie di 20 episodi a cadenza settimanale tra il 1984 e il 1985 sempre intitolata V, ma riconosciuta anche come V: The Series. Quest'ultima venne interrotta alla puntata 19 a causa del calo di audience, per cui quella di chiusura intitolata The Attack non fu mai realizzata. Per concludere la storia si parlò di una miniserie finale o di un film per la TV, ma non se ne fece nulla.

Cultura pop anni '80

Nel 1989 fu proposta una serie sequel intitolata V: the Next Chapter, ma anche questa fu rifiutata dal network. Mentre la serie televisiva è rimasta irrisolta, V ha continuato a vivere attraverso altri media: sono stati pubblicati un fumetto DC, diversi romanzi e un preistorico videogioco prodotto da Ocean Software per Amstrad PC, Commodore 64 (video qui sotto) e ZX Spectrum. Nel 2008 Kenneth Johnson ha pubblicato il romanzo "V: the Second Generation", che non tiene conto di tutto ciò che è avvenuto dopo la miniserie originale del 1983, continuando la storia nel modo in cui l'aveva originariamente concepita.

Remake e incipit originale

Dal 2009 al 2011 ci fu una serie remake da 22 episodi prodotta da Warner Bros, che anche in questo caso raccolse inizialmente buoni consensi, andando poi a perdere troppa audience fino alla chiusura. Se non avete mai visto nulla del franchise dei Visitors è da questa che potreste partire, meritevole di essere riscoperta. La serie originale era un'allegoria fantascientifica di Johnson su fascismo, Seconda Guerra Mondiale e Guerra Fredda, mentre questo reboot prendeva spunto da molteplici teorie cospirative. I piani dei nuovi “Visitatori” sono di aiutare l'umanità e al tempo stesso infiltrarsi in governi, aziende, istituzioni di ogni tipo al fine di rendere la Terra la risorsa perfetta per trasformare gli abitanti in cibo. Gli echi da opere come Essi vivono – They Live di John Carpenter non sono affatto casuali.

Il 2018 fu invece l'anno di un'emerita beffa: in quei mesi fu annunciato che Kenneth Johnson stava lavorando con la casa di produzione Desilu a una trilogia di film su V, che secondo lui avrebbe raccontato l'intera storia epica nel modo in cui l'aveva sempre immaginata. Purtroppo però i sogni di ridare lustro a V naufragarono miseramente quando si scoprì che dietro la società Desilu c'era niente meno che un truffatore.

La più bella composizione (video qui sopra) per V fu scritta da Barry De Vorzon (lo stesso de I guerrieri della notte) per V - The Final Battle, ma da noi venne usata per la serie da 19 puntate V- Visitors

Spettacolo rivoluzionario

Soprattutto le due miniserie, e in misura minore le successive 19 puntate degli anni '80, rivoluzionarono l'intrattenimento televisivo di quell'epoca, diventando icone di quel decennio. All'epoca Kenneth Johnson si era fatto conoscere nell'industria del piccolo schermo lavorando come sceneggiatore per la serie L'uomo da sei milioni di dollari, creando il personaggio di Jamie Summers (Lindsay Wagner) e dirigendo la serie spin-off La donna bionica, passando poi alla creazione televisiva de L'incredibile Hulk.

All'inizio degli anni '80 Johnson scrisse una sceneggiatura ispirata a “Qui non è possibile” - “It Can't Happen Here”, romanzo fantapolitico distopico del 1935 dello scrittore statunitense Sinclair Lewis. Il testo di quello che avrebbe dovuto chiamarsi Storm Warnings parlava della presa del Nord America da parte di un potere fascista, ma la NBC pensava non avrebbe fatto presa sugli spettatori, per cui si passò a un'invenzione più fantascientifica e la minaccia di una dittatura dallo spazio.

Jane Badler è Diana, negli episodi 1984 - 1985

Nazione di alieni

In tutto le puntate realizzate negli anni '80 furono 24: 2 x la miniserie dell'83, 3 x quella dell'84 + le 19 settimanali, queste ultime arrivarono a costare 1 milione di dollari l'una. In quegli anni fu la serie più costosa di sempre, ma altri pesantissimi azzardi produttivi nel corso del tempo non sono mancati: basti pensare che la prima stagione della serie Gli Anelli del potere, legata al franchise de Il Signore degli Anelli, si è avvicinata ai 500 milioni di dollari.

Originariamente Johnson avrebbe dovuto contribuire alla realizzazione di V: the Final Battle, ma se ne andò dopo essersi scontrato con la NBC. Non ebbe alcun coinvolgimento anche nelle 19 puntate settimanali. Si occupò anche di un'altra serie televisiva di fantascienza, Alien Nation, dove anche in questo caso si parlava di un'invasione aliena, avventura nata dalla costola dell'interessante film con James Caan, Terence Stamp e Mandy Patinkin del 1988.

Astronavi anni 1983 a sinistra, anni 2009 a destra

Il cast di V-Visitors

Il cast delle produzioni V anni '80 è ancora oggi ricordato, in quanto composto da una compagine di attori di eccellenza, anche se alcuni ancora in erba. In particolare la serie contribuì a lanciare la carriera di Robert Englund. Il suo era un ruolo più da commedia e serviva a stemperare la drammaticità narrativa, con Wes Craven venne poi scelto per il ruolo di Freddy Krueger dando il via al franchise di Nightmare dal profondo della notte - Nightmare on Elm Street (1984).

Purtroppo la produzione di V fu anche funestata da un terribile fatto di cronaca nera: la giovane attrice ventitreenne Dominique Dunne (foto sotto, prima a destra), che già aveva partecipato al primo Poltergeist di Tobe Hooper, venne assassinata dall'ex fidanzato nel novembre 1982 mentre provava le battute del copione di una delle puntate di V con il co-protagonista David Packer. La lavorazione ebbe uno stop di due settimane, fino a quando non venne trovata la sostituta (Blair Tefkin). Della Dunne furono lasciate alcune riprese di spalle in suo onore.

Tra passato e presente

Nel tempo si sono succedute poche edizioni Home Video tra videocassette, LaserDisc  (foto sotto, a sinistra) e DVD (foto sotto, a destra), senza pubblicazioni HD e ancora meno prodotti destinati all'Italia, tra i quali la serie da 19 puntate da parte di Hobby & Work. Recentemente il canale Warner TV ha offerto una maratona dedicata a V-Visitors.

Se la vostra passione sono le serie SF vintage, percorrere il franchise di V–Visitors è un must imperdibile. Se invece voleste solo il meglio del meglio anche in termini di storia e produzione di alto livello potreste saltare direttamente al reboot di V del 2009, dove non mancano azione, dramma e alta tensione all'interno di un affascinante mondo. Benché irrisolta, resta a oggi la migliore anche sul piano visivo, mentre gli aficionado degli eventi anni '80 non avrebbero che da gioire per la presenza degli storici attori Jane Badler e Marc Singer.

A conti fatti V è un franchise di cui è facile innamorarsi, dove il rischio di un altrettanto facile disamoramento dovrebbe essere scongiurato dal desiderio di scoprire fino in fondo un pezzo di storia della fantascienza nata per il piccolo schermo, che meriterebbe un rilancio cinematografico.