Yellowstone: il western moderno di Kevin Costner

Il Neo Western approda su Sky

Yellowstone è la serie western che si è aggiunta al palinsesto Sky Atlantic e NOW TV dal 13 marzo, e che andrà in onda ogni venerdì alle 21.15. La trama narra le vicende della famiglia Dutton, proprietaria di un ranch nel Montana, che, come ogni buon western, è costretta all’immediato confronto con un nemico. Questa volta, però, nonostante la presenza dei nativi americani, il conflitto è incentrato sul cercare di mantenere intatta la bellezza delle tradizioni montanare contro l’incessante avanzamento della moderna edilizia. Dan Jenkis (Danny Huston) è colui che da voce al progresso edile; intenzionato a costruire un resort di lusso vicino al confine con il ranch dei Dutton si scontra fin da subito con il capostipite della famiglia.

John Dutton è il capostipite della famiglia, ed è interpretato da Kevin Costner doppiato da un fantastico Massimo Lodolo. Al suo fianco ci sono volti più o meno conosciuti come quelli di Luke Grimes, Kelly Reilly e Wes Bentley che interpretano i suoi tre figli. 

Yellowstone: il western moderno di Kevin Costner

L’atmosfera appare fin da subito curata nei minimi particolari, tanto che, se non fosse per la presenza della tecnologia, si potrebbe tranquillamente pensare di star guardando un western-movie vecchio stampo. La fotografia da quasi un sapore sabbiato alla scena, il che ha capacità di rendere il tutto ancor più affascinante e suggestivo. L’estetica tipica dei film western si fa immediatamente sentire, non solo per via dell’ambiente, ma soprattutto per quel sentore di conflitto che avevamo già anticipato. La prima puntata, infatti, mostra al suo pubblico come quello che, in passato, il conflitto interno del protagonista si sposta e si proietta intorno al nucleo familiare. In questa serie, sostanzialmente, si possono ritracciare gli stereotipi del genere, ma riletti in chiave moderna. Non vi è più il cowboy che cerca lo spazio sconfinato, ma adesso è colui che ha messo radici e non vi vuole rinunciare in nome del bieco capitalismo. 

“Daybreak” è il titolo della prima puntata e, in un’ora e mezza, cementifica le pieghe che gli eventi prenderanno nel corso della stagione. I caratteri vengono, così, presentati all’interno del loro mondo, con i loro dissapori e i loro dubbi. Le lotte, quasi geopolitiche, restano lo sfondo a quella che è la presentazione dei protagonisti. L’azione si accende solo negli ultimi 20 minuti, giusto per poter lanciare quella suspance che spinge lo spettatore ad attendere l’episodio successivo. L’episodio si prende i suoi tempi, forse un po’ prolissi, ma quasi necessari per poter far capire chi si ha davanti.

Appare interessante soffermarsi sul modo con cui entra in scena l’unica donna Dutton: Beth, il personaggio di Kelly Reilly. Lei, cresciuta in un mondo fatto dagli uomini per gli uomini, mostra di “saper portare i pantaloni” persino nel mondo degli affari. Lavora per una grossa banca e durante la sua prima apparizione, fa immediatamente comprendere di che tipo di donna si sta parlando. Lei è un vero e proprio squalo e, con buona probabilità, è quella dalla tempra più simile a quella del padre. 

Siamo davanti a una serie il cui discreto successo oltre oceano è comprensibile. L’americano medio potrà sicuramente simpatizzare con la caratterizzazione data al personaggio di Kevin Costner, in quanto tipico dell’immaginario collettivo: un mandriano che “si è fatto da solo” e che adesso deve difendere ciò che ha costruito. La sintesi ultima del sogno americano.

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