Olympo: una storia che tra amori adolescenziali e lo spettro del doping si perde in soluzioni gratuite

La serie spagnola su giovani atleti non riesce a bilanciare doping, sesso e sport in una trama convincente

Olympo: una storia che tra amori adolescenziali e lo spettro del doping si perde in soluzioni gratuite

Secondo alcune rivelazioni hot che hanno fatto scalpore nell'estate dello scorso anno, i villaggi olimpici sono tra i luoghi più equivoci, con molte relazioni e avventure consumate tra gli atleti provenienti da ogni angolo del mondo, lì in attesa delle gare decisive per le loro nazionali. Un modo per scaricare lo stress, al punto che per l'ultima competizione iridata di Parigi sono stati distribuiti agli alloggianti oltre trecentomila preservativi.

Questa premessa potrà apparire inusuale nell'apertura di quest'articolo nel quale vi parliamo di Olympo, nuova serie Netflix di produzione spagnola in otto episodi, ma in realtà è ben contestualizzata al tema trattato. Perché anche qui la vicenda ha luogo in un microcosmo limitato, popolato da giovani potenziali future stelle dello sport, e il sesso ha un ruolo predominante, anche troppo, nella gestione dei rapporti tra i vari personaggi, come vedremo nel prosieguo della recensione.

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Non mancano nemmeno riferimenti strettamente contemporanei, con tanto di ragazza intersex a ricordare il caso che molto fece discutere alle Olimpiadi parigine, ovvero quello della pugile algerina Imane Khelif, poi vincitrice tra mille polemiche della medaglia d'oro nella relativa specialità. Ma qui l'argomento, assai sensibile e meritevole di essere approfondito con cognizione di causa, viene affrontato con superficialità, ennesimo orpello a caratterizzare una trama che procede per accumulo, senza una necessaria coerenza di fondo.

Le ultime puntate riescono a incuriosire il pubblico per quanto accade effettivamente in quel centro specializzato di proprietà della casa di moda Olympo, ma la risoluzione dell'enigma e come questa poi influisca sui destini di chi ne è rimasto coinvolto lascia con l'amaro in bocca. E quell'epilogo che lascia le cose in sospeso per farci attendere la probabile seconda stagione sa di ennesima furbata, chiosa che ben/mal rappresenta i molti vizi e le poche virtù di una serie più indecisa e gratuita che realmente consapevole.

 

5

Voto

Redazione

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Olympo: una storia che tra amori adolescenziali e lo spettro del doping si perde in soluzioni gratuite

Essere pronti a tutto pur di raggiungere un traguardo, anche calpestando principi di correttezza e trasformando la rivalità in una battaglia senza esclusione di colpi. Analizzare il fenomeno del doping e la ricerca spasmodica del successo tramite un microcosmo adolescenziale poteva avere molti spunti al proprio arco se amalgamati in una trama coerente, ma purtroppo Olympo agisce più sull'apparenza che sulla sostanza. Esaspera il sesso a favore di un pubblico voyeuristico, ma dei sentimenti e delle ambizioni di questi giovani - in cerca chi di riscatto chi di conferme - ne fuoriesce ben poco, lasciando che la storia e i personaggi si perdano in una fiera di gratuiti luoghi comuni e improbabili tira e molla. E il "mistero" che tira avanti l'anima tensiva del racconto si risolve in soluzioni poco credibili, epilogo aperto - o meglio spalancato - in primis.

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