La recensione di Ombre nell'Acqua: su Netflix 6 Episodi di pura suspense australiana

L'elaborazione di un trauma si scontra con una serie di avvenimenti ancora più crudeli e drammatici. Ecco la nostra recensione di Ombre nell'acqua.

La recensione di Ombre nell'Acqua: su Netflix 6 Episodi di pura suspense australiana

Dopo quindici anni da una tragedia, decidi di tornare nel luogo che ti ha tolto il sonno ogni singola notte. Lo fai per rivedere i tuoi cari, ma mentre i paesaggi ti scorrono davanti anche le loro ombre e i loro sussurri macabri bisbigliano nelle tue orecchie, si insinuano nel tuo cervello e lo corrodono scatenando un cortocircuito.

Questa è la premessa narrativa di Ombre nell’acqua, una miniserie di Netflix basata sul trauma e sul senso di colpa. Due emozioni che insieme possono solo causare distruzione. Ecco la nostra recensione.

La recensione di Ombre nell
Mia e Kieran di Ombre nell'acqua

La storia di Ombre nell’acqua

Siamo nella cittadina costiera di Evelyn Bay, apparentemente innocua, contornata da spiagge dorate con acqua cristallina, graziosi locali e una comunità piccola e affiatata. Tutti si conoscono lì, eppure un mistero fitto, a tratti inquietante, pervade l’aria salmastra. Tutto inizia quindici anni prima, quando una tempesta toglie la vita a tre giovani ragazzi.

Il protagonista, sopravvissuto a suo fratello, vive attanagliato dai sensi di colpa. Una dinamica che purtroppo si presenta molto spesso, in particolare quando si sopravvive a un evento tragico ma un’altra persona perde la vita. “Perché lui e non io?”, si tende a pensare. E la cosa ancora più grave è che anche nelle famiglie si innesca una sorta di meccanismo contorto che scatena odio e repulsione nei confronti della persona rimasta in vita, come se fosse stata effettivamente colpa sua. La colpa di vivere al posto di qualcun altro.

Così Kieran, interpretato da un bravissimo Charlie Vickers, cerca di riemergere dal fango andando a vivere altrove, cercando di dimenticare, rifacendosi una famiglia tutta sua. Un equilibrio nuovamente distrutto, però, dopo il ritrovamento di un cadavere sulla spiaggia.

La recensione di Ombre nell
Ombre nell'acqua è "The Survivors" in lingua originale

Il potere dell’amore

Mia, la compagna di Kieran, è un personaggio estremamente interessante. Fin dal primo episodio possiamo saggiarne la personalità, dalle mille sfumature ma di certo rilevante nell’intero comparto narrativo. Non è una semplice compagna, né un mero contorno, piuttosto gioca un ruolo cruciale nella storia. D’altronde, amare un carattere così tormentato, accoglierne i mostri e farli un po’ propri, con una pazienza e un affetto straordinari, non è cosa da poco.

Al tempo stesso, capire le dinamiche interne alla famiglia non è così semplice. A primo impatto troviamo una madre, Verity, devastata e altrettanto traumatizzata, che non ha fatto altro che addossare le colpe a suo figlio, non prendendosi cura dei suoi traumi, piuttosto alimentandoli. Tuttavia, nel corso degli episodi abbiamo avuto modo di comprendere tante cose, di entrare nelle menti dei personaggi e di scoprire anche diversi lati inediti.

Una serie coinvolgente

Ombre nell’acqua viene definito come un giallo/poliziesco e ovviamente gli elementi sono tutti presenti dall’inizio. La componente narrativa, però, si concentra soprattutto sull’elaborazione di un trauma e su ciò che avviene in seguito. Si tratta di una serie composta da 6 episodi, ciascuno dalla durata di circa 50 minuti. Fin dal primo episodio siamo stati attratti dalla storia e dal modo in cui sono stati raccontati i vari personaggi.

Oltretutto, lo ricordiamo, la serie si basa sull’omonimo romanzo di Jane Harper, un’altra piccola chicca da recuperare, se amate leggere. Gli episodi scorrono piacevolmente e non stancano, complice un cast ben scelto e una Tasmania che, se non fosse così intrisa di misteri e morti, ci farebbe quasi venire voglia di farci una piccola vacanza. Alcuni episodi ci sono parsi più lenti di altri e non sono estremamente originali e particolarmente ricchi di colpi di scena, ma nel complesso si tratta di una buona serie, rigorosamente australiana.

La recensione di Ombre nell
La storia di Ombre nell'acqua si concentra sull'elaborazione di un trauma

Cast e doppiatori di Ombre nell'acqua

Abbiamo analizzato il cast sia in lingua originale che in Italiano. I dialoghi, a cura di Alessandro Muraca e Stefano Ronchetti, sono stati doppiati da diversi artisti interessanti, come Luca Ward (Julian Gilroy), Manuel Meli (Kieran), Lucrezia Marricchi (Mia), Benedetta Degli Innocenti (Bronte), Angiola Baggi (Verity), Stefano Alessandroni (Brian) e molti altri ancora.

La recensione di Ombre nell’acqua, conclusioni

Questa serie australiana mescola misteri ed emozioni in modo efficace, seppur non estremamente rivoluzionario. Nel complesso la storia viene snocciolata con un po’ di lentezza, ma non si rivela mai tediosa e riesce a coinvolgere fin dalle prime battute. Complice anche una fotografia che rappresenta appieno Evelyn Bay, con la sua palette di colori in cui l’azzurro dell’acqua regna sovrano.

Abbiamo particolarmente apprezzato anche la struttura narrativa dei vari personaggi, soprattutto Kieran, Mia e Verity, nonché ovviamente i loro doppiatori.

Se non siete convinti e preferite una serie italiana, magari con una trama leggermente simile, vi invitiamo a recuperare Sara – La donna nell’ombra.

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Ombre nell'acqua
8

Voto

Redazione

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Ombre nell'acqua

Ombre nell'acqua è la nuova serie targata Netflix in cui l'elaborazione del trauma si fonde con una serie di avvenimenti misteriosi. Il cast, ben scelto e convincente, ci proietta in una storia ben strutturata in grado di coinvolgere fin dalle prime battute. Sebbene alcune vicende non siano poi così originali, nel complesso si tratta di una serie davvero interessante e gli episodi scorrono senza mai annoiare. Empatizzare con alcuni personaggi è davvero semplice, complice una scrittura che ci permette di captare appieno la loro personalità. Ad arricchire il tutto troviamo una fotografia altrettanto coinvolgente. Insomma, è una serie che dovreste assolutamente recuperare durante le vacanze estive.

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