Nido di vipere: sesso e potere in una serie che abbraccia il trash
Otto episodi per la serie Netflix che, tra erotismo e tensione, ci accompagna in una cittadina del Texas dove le apparenze ovviamente ingannano.

Sophie O'Neil si è appena trasferita a Maple Brook, fittizia cittadina nel cuore del Texas, insieme al figlioletto e al marito Graham, assunto come architetto dal magnate del petrolio Jed Banks, candidato come governatore alle imminenti elezioni. Alle prese con la vita da casalinga, Sophie si sente inizialmente fuori poto in questa comunità dove il bigottismo delle chiese evangeliche e il culto delle armi da fuoco rappresentano la normalità, specchio di un'America a trazione fortemente repubblicana.
L'incontro con Margo Banks, moglie di Jed, donna dell'alta società dal fascino magnetico, cambia tutto inesorabilmente. Margo guida le cosiddette "Hunting Wives", gruppo elitario di mogli benestanti che amano il lusso sfrenato, gli scandali sessuali e i segreti scomodi. Sophie viene progressivamente risucchiata nel loro morboso giro senza avere nemmeno il tempo di accorgersene e di comprenderne i reali pericoli, sedotta da una libertà trasgressiva che la sua esistenza ordinata non le aveva mai offerto e che in risveglia in lei una sessualità repressa.
Nido di vipere: veleno senza antidoto
Questa nuova serie originale Netflix, composta da otto episodi da circa quarantacinque minuti ciascuno, porta la firma di Rebecca Cutter, già mentre dietro alla serie poliziesca Hightown, ed è basata sull'omonimo romanzo scritto nel 2021 da May Cobb, scrittrice texana che aveva costruito il suo thriller psicologico proprio sulle dinamiche di potere e sull'ossessione politica.
Nido di vipere, titolo italiano libero adattamento dell'originale The Hunting Wives, si inserisce in quel filone sempre fertile di storie che raccontano di donne ricche e sexy, alle prese con inconfessabili scheletri nell'armadio e situazioni sempre più torbide che danno il via a sottotrame crime o poliziesche. Qui ci troviamo nella campagna texana più conservatrice, territorio che diventa ideale palcoscenico per lo scontro culturale tra la sensibilità liberal della costa orientale e i valori MAGA del profondo Sud, diventando uno specchio più o meno volontario della società a stelle e strisce contemporanea.

E dove si parla di potere, non può venire meno il sesso, con la componente erotica che spinge spesso sull'acceleratore, con rapporti etero o saffici di sorta a condire di atmosfere piccanti le varie puntate, sfruttando in questo il conturbante fascino dell'attrice svedese Malin Akerman. Già indimenticata star di Watchmen (2009), è qui alpha e omega in sequenze bollenti dove, seppur senza mai scadere in nudi integrali, lascia poco all'immaginazione, accompagnata dalla bellezza più riservata ma non meno incisiva di Brittany Snow, nelle vesti del personaggio principale dal cui punto di vista osserviamo il racconto.
Eros e Thanatos
Sin dall'inizio di stagione l'eros è presenza costante, con ripetuti momenti di seduzione e tentativi di flirt a caratterizzare le dinamiche tra i vari personaggi, anche a costo di scadere volutamente nel kitsch e nel grottesco gratuiti. Una scelta consapevole e che rispetto ad altre operazioni che invece si prendono fin troppo sul serio permette di contestualizzare la girandola di colpi di scena e forzature che si agitano nella seconda metà. Una parodia di un certo modo di vivere tipicamente yankee, dove bisogna salvare l'immagine ad ogni costo e l'ipocrisia regna sovrana, per la serie la domenica tutti in chiesa e il resto della settimana a Sodoma e Gomorra.

Nido di vipere non ha paura di abbracciare la sua anima dichiaratamente trash e proprio per questo le cadute di stile e le convulsioni di una sceneggiatura via via più rocambolesca e fuori controllo si fanno perdonare in via di quell'approccio che non si prende mai troppo sul serio. Non necessariamente un pregio, sia chiaro, ma nemmeno un difetto a differenze di titoli omologhi che invece covano altre ambizioni dietro una patina altrimenti superficiale. E quell'epilogo aperto, che lascia aperte le porte alla seconda stagione già confermata da Netflix - i costi di produzione non sembrano effettivamente poi così dispendiosi - instilla un minimo di curiosità a chi ha avuto la voglia di arrivare al "gran finale" di questa prima.
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Rating: TBA
Nazione: USA
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Redazione

Nido di vipere
A conti fatti Nido di vipere non si nasconde e non ha paura di mostrarsi come una soap opera erotica condita da elementi da thriller psicologico. Un'operazione che funziona meglio quando abbraccia senza vergogna la propria natura trash piuttosto che quando prova a sembrare più intelligente di quanto non sia. Sesso a go-go, omicidi, intrighi politici e inaspettati tradimenti si snodano in otto episodi che accompagnano lo spettatore nel cuore dell'America trumpiana, con il Texas, la musica country e il motto Dio, patria e famiglia sentito quanto non mai in una grottesca fiera dell'ipocrisia. Gente ricca alla prese con brutture assortite, in una serie apparentemente consapevole di raccontare il nulla, con tutti i pro e i contro del caso.











