Post Trauma Recensione: Il survival horror che promette più di quanto mantiene

Red Souls Games presenta un survival horror vecchio stile con telecamere fisse e combattimento old school, ma manca l'equilibrio tra esplorazione e azione

Post Trauma Recensione Il survival horror che promette più di quanto mantiene

Post Trauma è l’equivalente ludico di quando ci si innamora di una persona vista solo in foto, ma che poi alla prova dei fatti è molto diversa di quanto immaginato. Perché, ammettiamolo, tutti ci eravamo innamorati di Post Trauma durante la prima presentazione: un survival horror vecchio stile, un sistema di combattimento impegnativo e non “automatico” come quelli a cui siamo abituati ora, un personaggio che non ricalca il super eroe senza macchia e paura, ma un uomo qualunque coinvolto in qualcosa di inspiegabile. Poi, però, arriva la prova dei fatti e dalla foto si passa alla realtà, e la realtà di Post Trauma non è così esaltante come il film che mi ero fatto in testa. Colpa mia, forse, ma di sicuro Red Souls Games ci ha messo del suo per non regalarmi quel titolo di cui tanto gli amanti dei survival old style hanno tanto bisogno.

Post Trauma Recensione: Il survival horror che promette più di quanto mantiene

Post Trauma: aspettative contro realtà

Intendiamoci, Post Trauma lo trovate sugli store digitali a poco più di 20 euro, quindi non starò qui a dirvi che tecnicamente siamo di fronte ad un gioco che sicuramente non basa il suo appeal su potenzialità tecniche o che sia capace di far scattare qualcosa grazie alla sua estetica (il design dei mostri, per esempio, pur prendendo spunto da Silent Hill non riesce a replicare la carica evocativa del titolo Konami). E va bene, ci possiamo far scivolare tutto addosso, soprattutto se si considera che inizialmente Post Trauma era un progetto “solista” e che certamente un progetto di questo tipo necessita di ben altro.

Però è anche vero che quando ti metti ai comandi di Roman (il protagonista del gioco, affiancato anche da altri personaggi giocanti) e inizi ad arrivare al “succo” del gioco emergono i limiti dell'impostazione old style, con le telecamere fisse che a volte impallano il protagonista o che ti impediscono una chiara visuale sugli avversari da affrontare, o che il nostro protagonista non abbia forza a sufficienza per riuscire a evitare diversi colpi avversari, perché basta davvero poco per esaurire la barra della stamina costringendovi a prendervi qualche secondo di riposo, anche quando non potreste.

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Esplorazione e Puzzle: il punto forte del gioco

Fortuna vuole che le fasi di combattimento siano sicuramente inferiori a quelle che vi vede esplorare gli ambienti alla ricerca di oggetti e indizi per risolvere i numerosi puzzle che vi saranno sottoposti nel corso dell’avventura. E qui devo ammettere che Post Trauma è stata capace di intrigarmi a dovere. Non date troppa retta a chi dice che è “un nuovo Silent Hill”, perché con quanto fatto da Konami ha davvero pochi punti di contatto. E’ vero che anche qui parliamo di sensi di colpa, parliamo di un orrore interiore che prende vita e che diventa tangibile, ma parliamo proprio di atmosfere, temi e complessità davvero diversi. Ed è proprio in questa mancanza di equilibrio tra le due fasi cardine del gioco che alla lunga crea un distacco emotivo da un gioco che avrebbe meritato qualche attenzione e brivido in più.

Perché diciamola tutta, a parte qualche momento WTF di brividi veri e propri Post Trauma ne causa davvero pochini, spalmati nelle 4-5 ore che vi conducono alla parte finale del gioco che, come da tradizione, apre una porta verso un capitolo due. Consideriamolo quindi come un buon inizio, ma se state cercando un survival old school (e che arriva sempre dalla Spagna), forse vi conviene cercare Tormented Souls (qui la recensione), che alla prova dei fatti ci aveva sicuramente impressionato (e spaventato) molto più.

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Post Trauma

Versione Testata: Xbox Series X

6

Voto

Redazione

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Post Trauma

Post Trauma è un survival horror che cerca di rifarsi alla scuola di Silent Hill senza però arrivarci nemmeno vicino. Colpa soprattutto di un sistema di combattimento piatto e deficitario che va ad inficiare una parte di ricerca e di puzzle solving tutto sommato di buona fattura. Un discreto punto di partenza che avrebbe meritato un po' più di impegno, ma tenete sempre in considerazione che questo progetto indipendente è nato inizialmente come il lavoro di un singolo che ha poi trovato l’aiuto di un piccolo team di sviluppo, che però probabilmente è entrato un po' troppo tardi.

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