Like a Dragon: Ishin!, la nostra recensione!

Arriva per la prima volta in occidente il mondo di Yakuza nel Giappone feudale!

Like a Dragon Ishin la nostra recensione

Quando Kazuma Kiryu indossa il kimono

La saga di Yakuza ha fatto fatica a entrare nel cuore dei giocatori occidentali, ma negli ultimi anni c'è stato un crescente interesse attorno al brand SEGA e anche nel nostro paese la serie sta iniziando ricevere le attenzioni che merita. Il primo episodio arrivato su PlayStation 2 mi aveva immediatamente stregato, grazie anche a una ottima localizzazione dei testi in italiano che aiutavano a comprendere a fondo le sfumature della splendida trama. Purtroppo però le vendite in Italia non furono tali da permettere ulteriori investimenti di localizzazione e così, da quel momento i seguenti episodi arrivarono solo in inglese.

Qualcosa però è recentemente cambiato tanto che lo spin off poliziesco Judgment e il jrpg Like a Dragon hanno ricevuto una completa traduzione dei testi, segno della fiducia del distributore nei confronti del nostro pubblico. Proprio Like a Dragon è il nome con cui il marchio viene ora rebrandizzato in occidente e arriva sulle nostre macchine da gioco quello che sino a poco tempo fa sembrava essere un sogno proibito: Like a Dragon: Ishin! e no, non è un errore su battitura, il punto esclamativo è parte integrante del titolo. Stiamo parlando di uno dei vari spinn off della saga, in particolare del secondo episodio di ambientazione storico giapponese. Come molti di voi sapranno il primo titolo ad aver esplorato questa strada è stato Yakuza Kenzan del 2008, ma sembra proprio che per l’occidente non ci siano speranze di poterlo vedere in tempi brevi.

Like a Dragon: Ishin!, la nostra recensione!
Volti noti nel cast

Ad ogni modo, come dobbiamo inserire nella saga la trama di Like a Dragon: Ishin!? Con tutte le licenze poetiche del caso, questa volta gli sviluppatori si sono dedicati a ricreare una storia realmente accaduta e ben radicata nella tradizione giapponese, cioè quella del samurai Ryoma Sakamoto, importante rivoluzionario che dal 1862 in poi legò il suo nome alla battaglia contro lo shogunato di Tokugawa in favore del ritorno del potere nelle mani dell’imperatore e di una netta virata verso la fine delle ingiustizie feudali e l’affermazione della democrazia. Il legame con la saga è dato dal gameplay e dalla presenza di tanti volti conosciuti che però in questa occasione vanno considerati come “attori virtuali” messi a impersonare personaggi più o meno storici. L’esempio principale è dato dal protagonista Sakamoto che ha le sembianze del nostro amatissimo eroe di tante avventure: Kazuma Kyriu. Non mancano tanti altri volti noti e in questo rifacimento c’è stato un recast ad ampio raggio che ha visto l’inserimento delle sembianze di personaggi conosciuti della saga principale rispetto alla prima uscita, per la gioia del pubblico.

La storia inizia con Sakamoto di ritorno nella città natale di Tosa dopo un lungo viaggio di addestramento a Edo. Tosa vede la popolazione suddivisa in caste ben precise e gli abusi di potere sono all’ordine del giorno, ma proprio in questa città si celano le scintille che cercheranno di creare un incendio pronto a divampare in tutto il Giappone. Come da tradizione, sarà un evento sanguinoso a dare lo spunto a Ryoma per iniziare un percorso alla ricerca della vendetta che, col tempo, potrebbe diventare qualcosa di più, ma scopriamo cosa ci offre Like a Dragon: Ishin! con la nostra recensione, fatta sulla versione per PlayStation 5, ma il titolo è disponibile anche su PlayStation 4, PC, Xbox One e Xbox Serie X/S!

La trama si sposa alla perfezione con le classiche tematiche di Yakuza e permette l’evolversi della storia sui binari che i fan tanto amano: quelli dell’action con importanti elementi di combattimento e esplorazione delle ambientazioni. Come al solito non vogliamo renderci colpevoli di nessuno spoiler, se non darvi le linee guida delle primissime battute del gioco, ma sappiate che il susseguirsi degli avvenimenti sapranno tenervi incollati al controller e che la vena narrativa del team Ryu Ga Gotoku non delude e mantiene sempre i soliti canoni: una storia principale estremamente seria e dai toni drammatici e tante sub quest che sfociano in tematiche ai limiti del paradossale e che di serio non hanno praticamente nulla.

Il bilanciamento tra le due vene è praticamente simile a quello degli altri episodi e non tradisce chi ha giocato tante volte nei panni di Kazuma, ma ci rendiamo conto che per i neofiti potrebbe essere un po’ strano saltare letteralmente di palo in frasca, destreggiandosi tra un omicidio da vendicare e una serata alcolica al karaoke. Ryoma è un buon protagonista, ma a nostro parere ha qualche “punto carisma” in meno rispetto a Kazuma e a Ichiban, quest'ultimo  main character di Like a Dragon che ci ha letteralmente rubato il cuore. 

Like a Dragon: Ishin!, la nostra recensione!
Non importa: per noi sarà sempre Goro!

Un combat system non perfetto, ma esaltante!

Il gameplay di Like a Dragon: Ishin! offre un sistema di combattimento davvero interessante che, però, risulta un po’ “legnoso” (come tutti i movimenti in generale) a causa del lascito del gioco originale, ma propone una grande varietà di opzioni. Si combatte quando si incontrano malintenzionati durante l’esplorazione e, naturalmente, nelle battaglie legate allo svolgimento della trama. A nostra disposizione abbiamo ben quattro stili di combattimento: a mani nude, con la spada, con la pistola e mescolando arma bianca e arma da fuoco. Ovviamente ogni stile ha le sue peculiarità ed è consigliabile non limitarsi a svilupparne uno solo, in modo da essere più versatili in base alle situazioni che affronteremo. Al primo impatto il mix tra pistola e spada, la danza folle, potrebbe sembrare il giusto mix per essere pronti a ogni evenienza, ma in breve tempo scopriremo che avere due armi in mano significa rinunciare alla parata e, in alcune battaglie, avere meno speranze di vittoria.

Padroneggiare sia il corpo a corpo che i colpi da lontano significa essere pronti a qualsiasi lotta, magari dopo aver inferto importanti danni dalla distanza e tutto questo sarà possibile grazie alla croce direzionale che ci permetterà di passare da uno stile all’altro in maniera abbastanza agevole. I comandi principali sono l’attacco base, l’attacco forte, la schivata, la parata (quando disponibile) e ovviamente non manca un indicatore da riempire combattendo per scatenare colpi speciali, principalmente da sfruttare contro avversari a terra e non mancheranno alcune tecniche davvero… sopra le righe! Andando avanti con la trama il nostro protagonista avrà accesso ad alcune carte selezionabili che andranno ad ampliare le sue mosse, fornendogli l’aiuto in battaglia di alcuni personaggi più o meno noti. Il risultato? Un sistema assolutamente elaborato che, nonostante le movenze poco raffinate, diverte senza mezzi termini!

Il sistema di combo è figlio di quello già visto negli altri Yakuza e risulta estremamente soddisfacente, sebbene potrete goderne a pieno solo col tempo, visto che ognuno dei quattro stili di lotta hanno il proprio albero di evoluzioni (più che albero, una ruota) che sbloccherà nuove funzionalità con la crescita del personaggio. Come detto, i movimenti risultano un po’ legnosi e il dorsale R1, addetto al lock su l’avversario va assolutamente usato, pena ritrovarsi a menare fendenti contro l’aria. Il combat system è divertente, ma non certo perfetto: anche con R1 premuto qualche colpo che idealmente dovrebbe andare a segno risulterà fuori portata, soprattutto durante le prime ore di gioco, dove dovremo prendere le misure con le movenze di Ryoma.

Like a Dragon: Ishin!, la nostra recensione!
Si combatte!

Inizialmente, anche giocando a livello normale, potremmo fare una certa fatica nei combattimenti, mentre salendo di livello arriveremo a sbloccare alcune tecniche davvero devastanti che, sebbene non utilizzabili di continuo, rendono la vita del giocatore un po’ troppo facile. Fuori dalla battaglia non mancano diversi minigiochi come da tradizione e si passa dal karaoke al tagliare la legna, senza dimenticare di coltivazione il proprio orto, ma questi sono solo alcuni esempi delle tante attività secondarie che troverete, e alcune situazioni saranno un’occasione per vedere alcuni simpatici cameo giunti direttamente dalla saga principale.

Insomma, Ishin offre davvero tante cose da fare e vi assicuriamo che non ne abbiamo citate alcune di interessantissime. Quello che però non ci ha convinto del tutto è il lato tecnico o, per meglio dire, quello grafico. Dal punto di vista dell’audio tutto funziona alla perfezione, con un ottimo doppiaggio giapponese con tanto di voci storiche e musiche di tutto rispetto, ma l’impatto visivo è altalenante. Il gioco è stato ricreato sfruttando le ultime novità dell’Unreal Engine 4, ma non tutto è funzionato. Senza dubbio i volti dei protagonisti sono ottimi e il salto di qualità rispetto all’originale è notevole, ma ci è capitato più di una volta di assistere a fastidiosi cali di frame rate e bug assortiti.

Le ambientazioni sono piene di vita
Le ambientazioni sono piene di vita
Sta per cominciare una nuova avventura!
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Cosa cantiamo questa sera al karaoke?
Cosa cantiamo questa sera al karaoke?

Non dubitiamo che una eventuale patch a ridosso del lancio possa aggiustare alcuni elementi, ma camminando per le strade di Kyo abbiamo visto dei cani iniziare a muoversi all’impazzata come se fossero scagliati avanti e indietro da una corda invisibile, oppure il gioco ha avuto in un paio di occasioni dei pesanti rallentamenti di una ventina di secondi nella transizione tra esplorazione e combattimento. I fan della saga sono abituati a passare sopra ad alcune carenze tecniche, ma il nostro naso si è storto più di una volta. Forse una conoscenza non perfetta del motore grafico o la necessità di presentare un prodotto cross gen non hanno permesso a Like a Dragon: Ishin di brillare quanto avrebbe potuto.

Lo sforzo è stato comunque fatto, tanto che è possibile giocare con un filtro video che riprende la grafica dei vecchi film di samurai in bianco e nero. In ogni caso siamo davanti a una occasione imperdibile per i fan della saga di giocare un episodio ancora inedito in occidente e di godere di una storia affascinante e intrigante, nonostante alcuni innegabili difetti e un gameplay molto vario, ma affetto da una innegabile legnosità. Quello che però conta è che il marchio di Yakuza/Like a Dragon stia sempre di più guadagnando consensi anche a casa nostra e sarebbe un peccato perdersi Ishin che, vista la sua natura di spin off, rimane comunque più indicato per chi è già fan della saga.

 

Like a Dragon: Ishin!

Versione Testata: PS5

8

Voto

Redazione

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Like a Dragon: Ishin!

L’arrivo di Yaku… ops, scusate, Like a Dragon Ishin! sul nostro mercato è un evento da accogliere con gioia e ci permette finalmente di godere di un titolo interessantissimo del catalogo SEGA. Come da tradizione del brand ci troviamo davanti a un action dalle meccaniche molto divertenti e appaganti, per quanto un po’ legnose e che andando avanti con la trama mancano un po’ di bilanciamento. La storia è pregevole e ben narrata, per quanto l’ambientazione potrebbe spaccare in due il pubblico: alcuni potrebbero fare fatica a calarsi nel contesto, altri (come noi) la ameranno e coglieranno con entusiasmo poter vivere questa avventura, con l’aggiunta di una ottima traduzione in italiano dei testi. Certo, non mancano situazioni davvero sopra le righe, ma chi conosce Ryu Ga Gotoku sa bene che è un fattore presente in ogni episodio. Purtroppo però il rifacimento grafico fatto con l’Unreal Engine, a oggi, mostra svariati problemi, principalmente legati al frame rate e più sporadicamente a bug o freeze. Ad ogni modo davvero una bellissima sorpresa per gli amanti italiani di Yakuza che, nell’adattamento di questo titolo, trovano un riconoscimento della loro passione. I problemi tecnici ci sono e vanno segnalati, ma se siete fan di Kazuma e Ichiban, l’acquisto è obbligatorio: non ve ne pentirete!