Kingdom Come: Deliverance 2 – Il Medioevo più vivo che abbiate mai giocato
Un gioco di ruolo dove ogni scelta conta e il Medioevo si fa più autentico che mai. Ma è tutto oro quel che luccica?

A distanza di sette anni dal primo capitolo, Kingdom Come: Deliverance 2 si prepara a raccogliere l’eredità del suo predecessore e ad alzare ulteriormente l’asticella nel genere RPG storico. Sviluppato da Warhorse Studios, lo studio ceco che ha debuttato sulla scena con l’ambizioso Kingdom Come: Deliverance, il nuovo capitolo promette di ampliare e rifinire ogni aspetto dell’esperienza originale, mantenendo intatta la sua visione di un Medioevo crudo, realistico e privo di elementi fantasy.
Nella Boemia del XV secolo, il giocatore torna a vestire i panni di Henry di Skalitz, il giovane fabbro sopravvissuto alla devastazione del suo villaggio nel primo gioco. Warhorse Studios ha dichiarato che questo seguito non si limiterà a essere una semplice evoluzione del concept originale, ma cercherà di superare le fatiche del primo capitolo proponendo due nuove regioni esplorabili, un sistema di combattimento più rifinito e una maggiore profondità nelle dinamiche di scelta e conseguenza.
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Nonostante il primo capitolo sia diventato un successo di culto, con oltre 8 milioni di copie vendute, il titolo era anche noto per alcune criticità, tra cui un sistema di combattimento ostico e un comparto tecnico non sempre all’altezza delle ambizioni (se volete recuperare, trovate qui la recensione del gioco). Kingdom Come: Deliverance 2 riuscirà a limare le spigolosità del primo gioco senza perdere il suo spirito?
Un nuovo viaggio per Henry: tra crescita, vendetta e un mondo in evoluzione
Kingdom Come: Deliverance 2 riprende esattamente da dove si era interrotto il primo capitolo, riportandoci nella Boemia del XV secolo nei panni di Henry di Skalitz, ormai non più il ragazzo inesperto che abbiamo conosciuto, ma un uomo segnato dalle vicende passate. Dopo aver servito il nobile Sir Radzig Kobyla, il giovane si trova ora al seguito di Hans Capon, impegnato in un viaggio verso il Castello di Trosky per cercare alleati contro il dominio di Re Sigismondo. Tuttavia, il fantasma del passato continua a perseguitarlo: Istvan Toth, l’uomo che ha orchestrato il massacro del suo villaggio e rubato la spada di suo padre, è ancora in circolazione, alimentando in Henry una sete di vendetta mai sopita. Il gioco non si limita a raccontare questa storia attraverso eventi scriptati, ma immerge il giocatore nella psiche del protagonista, con sequenze oniriche che riportano in vita i suoi traumi e ricordi, dando una dimensione più profonda al personaggio.
Il racconto si sviluppa con un approccio fortemente cinematografico, sfruttando cutscene realizzate interamente con la grafica di gioco per creare una continuità visiva senza stacchi netti tra narrazione e gameplay. L’azione si intreccia perfettamente ai dialoghi, dando vita a situazioni ad alto tasso adrenalinico: si passa da inseguimenti a cavallo tra i boschi, in cui la velocità del destriero e il peso dell’equipaggiamento diventano fattori cruciali, a infiltrazioni nei castelli nemici, dove bisogna sfruttare passaggi segreti, scavalcare mura o corrompere guardie per evitare scontri diretti. I dialoghi stessi possono sfociare in eventi imprevedibili: una conversazione apparentemente tranquilla può trasformarsi in una fuga disperata o in un duello improvviso. La scrittura, in questo senso, non è mai fine a sé stessa, ma contribuisce attivamente alla costruzione di un mondo che reagisce in base alle nostre azioni.
Se la narrativa è coinvolgente, altrettanto si può dire del mondo di gioco, che si presenta ancora più vasto e denso di contenuti rispetto al predecessore. La Boemia ricreata da Warhorse Studios è un ecosistema vivo, con NPC che seguono routine quotidiane all'interno di piccoli borghi brulicanti di attività. Il tempo di gioco necessario per completare la campagna principale è difficile da identificare, dato che si tratta di un’esperienza altamente personalizzabile: si può arrivare ai titoli di coda seguendo solo la trama principale, oppure perdersi tra missioni secondarie ricche di dettagli e diramazioni, che spesso non si limitano a essere meri riempitivi, ma aggiungono profondità al mondo e ai personaggi (noi chiaramente vi consigliamo la seconda opzione).
Ma più di tutto, Henry stesso è cambiato, e il gioco lo sottolinea anche attraverso il gameplay. Fin dall’inizio, il protagonista mostra già una certa esperienza, evitando quella sensazione di totale inesperienza che caratterizzava le prime ore del primo capitolo. Tuttavia, un evento nelle fasi iniziali lo metterà alla prova, facendogli perdere alcune capacità e costringendo il giocatore a riapprenderle, scegliendo se specializzarsi nel combattimento, nella persuasione o nel furtività, a seconda del proprio stile di gioco.
Henry può evolversi in modi molto diversi, trasformandosi in un diplomatico capace di evitare scontri con la parola, un guerriero letale in battaglia o un ladro abile nel muoversi nell’ombra. La sua crescita non è solo una parte della narrazione, ma un elemento attivo dell’esperienza, che influisce direttamente sul modo in cui si affrontano le sfide del gioco.
Un gameplay stratificato tra realismo e libertà di approccio: Kingdom Come: Deliverance 2
Kingdom Come: Deliverance 2 mantiene e amplia la filosofia di gioco del suo predecessore, offrendo un gameplay che punta a un realismo storico rigoroso, senza però dimenticare l’importanza della libertà di scelta. Fin dalle prime ore, il titolo ci immerge in un mondo che non ci prende per mano, ma ci spinge ad adattare il nostro stile di gioco e a imparare le meccaniche con l’esperienza diretta. Il combattimento, l’interazione con gli NPC, la gestione delle risorse e persino il sistema di progressione rispondono a una logica credibile, rendendo ogni azione carica di conseguenze.
Il sistema di combattimento è stato rivisto, risultando più reattivo e meno macchinoso rispetto al primo capitolo, con animazioni più fluide e una maggiore differenziazione tra le armi. Ora, oltre alle classiche spade e asce, troviamo anche balestre e armi da fuoco, che aggiungono una dimensione tattica agli scontri, ma logicamente restano molto difficili da usare per via del loro lungo caricamento. Il sistema di parate e contrattacchi è stato reso meno punitivo, ma rimane comunque basato su tempismo e resistenza: più colpisci senza criterio, più ti stanchi; più subisci colpi senza difenderti, più Henry perde lucidità in combattimento.
Tuttavia, pur essendo migliorato, il combattimento conserva ancora alcune rigidità, soprattutto nelle fasi più concitate. Gli scontri uno contro uno sono generalmente soddisfacenti, ma quando ci si trova ad affrontare più nemici contemporaneamente, il sistema mostra i suoi limiti, con hitbox a volte imprecise e una gestione delle collisioni ancora un po’ legnosa. L’intelligenza artificiale alterna momenti di grande aggressività a situazioni in cui sembra bloccarsi o compiere scelte discutibili, riducendo la tensione in alcuni frangenti. Il sistema di combo è interessante ma difficile da usare, almeno per noi: spesso ci siamo ritrovati a buttarci nel combattimento con arma a una mano e scudo, incapaci di sfruttare appieno le tecniche più elaborate (non fatecene una colpa!).
Uno degli aspetti più riusciti di Kingdom Come: Deliverance 2 è la libertà di approccio nelle missioni, con il gioco che reagisce dinamicamente alle scelte del giocatore. Una delle novità più interessanti è il cane da caccia, che può essere sbloccato tramite una missione secondaria nelle prime fasi di gioco (un’attività che consigliamo caldamente di affrontare subito, vista la sua utilità). Il perk Cinofilo permette di addestrarlo per diverse funzioni, rendendolo un compagno prezioso nelle fasi esplorative e investigative. Grazie a talenti come Mastino Infernale, il nostro fedele Mutt non è solo un alleato in combattimento, ma anche un deterrente naturale: la sua presenza incute timore, rendendo più efficace l'intimidazione nei dialoghi e inducendo alcuni nemici alla fuga. Con Salvavita, invece, Mutt diventa un vero e proprio guardiano, intervenendo nei combattimenti per difendere Henry e attaccare i nemici al comando. Un’aggiunta che non solo arricchisce il gameplay, ma contribuisce a rendere l’esperienza ancora più dinamica e coinvolgente.
L’aspetto che colpisce maggiormente è la memoria degli NPC: il mondo ricorda le azioni del giocatore. Se si viene sorpresi a rubare, la reputazione nel villaggio ne risentirà e le persone potrebbero rifiutarsi di parlare con Henry. Se si commette un crimine in bella vista, questo verrà diffuso e si potrebbe finire nei guai la volta successiva che si mette piede in città o si viene colti dalle guardie in strada. Tuttavia, questa memoria non funziona sempre in modo coerente: durante una missione, dopo aver ripulito un castello delle sue guardie per raggiungere una determinata zona, al termine dell’incarico tutte le persone del castello sembravano essersi dimenticate del nostro misfatto. Un’incoerenza che non rovina l’esperienza, ma che dimostra quanto sia difficile implementare un sistema di conseguenze perfettamente realistico in un mondo così vasto.
Il sistema di progressione segue la logica del "più usi un’abilità, più la migliori". Se combatti spesso con la spada, diventi più abile; se preferisci l’infiltrazione, sviluppi il talento nel borseggio e nella furtività. Rispetto al primo capitolo, il sequel introduce nove alberi di abilità in totale, aumentando esponenzialmente le opzioni disponibili per il giocatore. Ogni ramo offre perk che affinano ulteriormente lo stile di gioco, permettendo di modellare Henry secondo le proprie preferenze.
Tra i tanti sistemi di crescita di Kingdom Come: Deliverance 2, il perk Erudito si distingue per la sua capacità di rendere l’apprendimento più veloce ed efficace. Con questa abilità, Henry può imparare nuove competenze semplicemente leggendo libri, senza dover necessariamente sperimentarle sul campo. Questo si traduce in un vantaggio notevole, permettendo di acquisire talenti come Arte della retorica, che consente di valutare le difficoltà nei dialoghi prima di rischiare, o Esploratore, che rivela l’intera mappa, mostrando insediamenti, aree di caccia e punti d’interesse. Un’opzione ideale per chi vuole ampliare il proprio bagaglio di conoscenze senza affidarsi esclusivamente alla pratica.
In un mondo dominato dall’azione, il potere della lettura rimane uno degli strumenti più preziosi per crescere, imparare e conquistare nuove possibilità. Anche nel medioevo virtuale di Henry, la conoscenza è una chiave che apre porte inaspettate. Nella nostra sessione di prova, abbiamo optato per un approccio più furtivo e poco "onesto", un fattore che ci ha permesso di arricchirci velocemente e procurarci armature molto più resistenti. Inoltre, avendo seguito fin da subito una gran quantità di missioni secondarie, ci siamo ritrovati nelle fasi finali con un Henry più bilanciato e preparato, un vantaggio non da poco in un gioco che premia la crescita organica del personaggio.
Kingdom Come: Deliverance 2 è un titolo che premia la dedizione e la gestione attenta delle risorse. Henry deve nutrirsi, riposare e mantenere in buono stato il proprio equipaggiamento, altrimenti subirà penalità che influenzano le sue prestazioni in combattimento. Anche il sistema di salvataggio segue questa filosofia: si può salvare solo dormendo in un letto di proprietà o bevendo la Grappa del Salvatore, un’idea che enfatizza il realismo ma che potrebbe risultare frustrante per chi preferisce un’esperienza più immediata.
Le missioni secondarie di Kingdom Come: Deliverance 2 non sono semplici riempitivi, ma veri e propri racconti che si intrecciano con la narrazione principale, offrendo ricompense essenziali per la progressione. Alcune sono profondamente radicate nel contesto storico, come l’addestramento con esperti di scherma o le indagini su trame politiche, mentre altre offrono sfide più leggere, come tornei medievali e cacce al tesoro.
A queste si aggiungono nuove attività di artigianato, che arricchiscono l’esperienza con un livello di profondità inedito. La forgiatura, ad esempio, permette di creare armi e attrezzature personalizzate, un’abilità che può essere affinata grazie al perk Acciaio Temprato, il quale garantisce la produzione di oggetti di qualità superiore, più resistenti e durevoli nel tempo. L’alchimia, invece, diventa una risorsa imprescindibile per chi vuole potenziare Henry senza dipendere esclusivamente dai mercanti. Con il perk Acqua della Vita, le pozioni curative diventano ancora più efficaci, permettendo un recupero più rapido durante le fasi più ostiche dell’avventura.
Un comparto tecnico solido, con qualche limite
Kingdom Come: Deliverance 2 offre un impatto visivo di alto livello, sfruttando il CryEngine per portare le ambientazioni medievali a una qualità superiore rispetto al primo capitolo. I dettagli sono straordinari, dai paesaggi suggestivi alle città ricostruite con cura storica, fino alla vegetazione rigogliosa che si muove realisticamente con il vento. Passeggiare tra i vicoli medievali, vedere il fumo sollevarsi dai camini delle botteghe o inoltrarsi nei boschi avvolti dalla nebbia crea un senso di immersione difficilmente eguagliato in altri giochi di ruolo.
Uno degli aspetti più riusciti è l’illuminazione, che cambia dinamicamente a seconda dell’ora del giorno e delle condizioni atmosferiche. Le torce di notte, la luce che filtra tra le foglie degli alberi o i riflessi sulle armature metalliche contribuiscono a rendere il mondo credibile e vivo. Tuttavia, in certe situazioni, gli interni delle abitazioni possono risultare troppo scuri, mentre in altre l’illuminazione appare piatta rispetto agli standard attuali.
Abbiamo testato il gioco su PC equipaggiato con una RTX 4060 Ti e uno schermo ultrawide, e possiamo confermare che Kingdom Come: Deliverance 2 supporta pienamente il formato 21:9, offrendo un’ottima resa panoramica nelle scene di esplorazione e nei combattimenti. Le prestazioni sono solide, con il titolo che mantiene una media di 75-80 FPS con dettagli elevati, grazie anche all’integrazione del DLSS, che permette di mantenere un frame rate stabile senza sacrificare troppo la qualità visiva.
Uno degli aspetti più curati è la gestione dei modelli dei personaggi e delle loro espressioni facciali. Le cutscene, realizzate interamente con la grafica del gioco, offrono un buon livello di dettaglio, con personaggi credibili e ben animati. Le espressioni facciali sono migliorate rispetto al primo capitolo, e nei dialoghi i personaggi mostrano una gamma espressiva più ampia. Tuttavia, i movimenti restano talvolta legnosi, specialmente nei combattimenti, e le animazioni non sempre risultano naturali.
La fisica degli oggetti e delle interazioni ambientali ha fatto passi avanti rispetto al passato, ma permangono alcune imperfezioni. Le collisioni tra personaggi, ad esempio, non sempre risultano precise, con NPC che talvolta si incastrano tra loro o si muovono in modo innaturale. Durante la nostra prova, ci siamo imbattuti in situazioni bizzarre, come personaggi che apparivano improvvisamente in posizioni improbabili o animali dal comportamento poco realistico, spezzando in alcuni casi l’immersione nel mondo di gioco.
Il doppiaggio di Kingdom Come: Deliverance 2 si distingue per la qualità delle voci in inglese, con una recitazione convincente che dona spessore ai personaggi. La traduzione in italiano è completa ma limitata ai testi, con una localizzazione curata e priva di errori evidenti o adattamenti forzati.
Uno degli elementi più riusciti di Kingdom Come: Deliverance 2 è il suo Codex, un’enciclopedia storica che non si limita a elencare informazioni, ma riesce a trasformarle in una vera e propria esperienza narrativa. Ogni voce è scritta con cura, risultando piacevole da leggere e perfettamente integrata nel contesto del gioco, quasi come se un professore di storia, mai noioso, stesse raccontando aneddoti e dettagli dell’epoca. Questo non solo arricchisce l’ambientazione, ma permette di comprendere meglio il mondo medievale in cui ci si muove, rendendo ogni scoperta ancora più appagante.
Kingdom Come: Deliverance 2 si dimostra più stabile rispetto al suo predecessore al lancio, ma non è privo di imperfezioni tecniche. Nel corso della nostra prova, ci siamo imbattuti in alcune missioni con script difettosi, dove gli NPC rimanevano bloccati o determinati eventi non si attivavano, costringendoci a ricaricare il salvataggio.
Versione Testata: PC
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Redazione

Kingdom Come: Deliverance II
Kingdom Come: Deliverance 2 è un GDR ambizioso e immersivo, che espande e migliora la formula del primo capitolo senza stravolgerne l’identità. La profondità del gameplay, la narrazione coinvolgente e l’ambientazione storica curata lo rendono un’esperienza unica, seppur con qualche limite tecnico. Un titolo impegnativo e ricco di contenuti, che saprà conquistare chi cerca un'avventura autentica e longeva nel cuore della Boemia medievale.