Heroes over Europe

Heroes over Europe
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Trovata geniale o inutile optional? Sono più che sicuro che l'implementazione del bullet time nel simulatore aeronautico arcade di Ubisoft, principale elemento caratteristico che dovrebbe, nelle intenzioni degli sviluppatori di Transmission Games, essere la marcia in più che consentirà al gioco di battere il difficilissimo confronto ad alta quota con Il-2 Sturmovik: Birds of Prey, secondo capitolo del blockbuster di qualche anno fa, pensato stavolta con un occhio di riguardo per il pubblico delle console.

Si chiama Colpo da Maestro e permette, una volta che ci si sarà avvicinati abbastanza all'aereo nemico da colpire, di rallentare il tempo per un istante eterno, centrando con una breve quanto micidiale raffica i centri vitali del velivolo, dal motore al serbatoio del carburante, e mettendo fine in un momento alla minaccia.

Il problema principale nell'adottare una simile tattica, ne sono certo, l'avete capito quasi tutti al volo. Perlomeno tutti quelli tra voi che quando salgono su un aereo non tengono gli occhi chiusi durante il decollo e l'atterraggio, e regalano un applauso riconoscente al pilota quando l'aereo é finalmente a terra. In un dogfight stretto di quelli che caratterizzavano i combattimenti degli anni Quaranta, dotati solo di mitragliatrici e cannoni, mettersi ad ore sei di un nemico e pretendere che quello si mantenga in volo rettilineo per un tempo abbastanza lungo da recitargli tutta una poesia di Leopardi, o di attivare il famigerato Colpo da Maestro, se preferite, é pura utopia.

Un aerosilurante Swordfish. Pestarono duro la nostra Marina a Taranto
Un aerosilurante Swordfish. Pestarono duro la nostra Marina a Taranto
I cannoni da 20 millimetri del Typhoon sono temibili anche nel dogfight
I cannoni da 20 millimetri del Typhoon sono temibili anche nel dogfight
Dalla genialità di Willy Messerschmitt, una linea inconfondibile e bellissima
Dalla genialità di Willy Messerschmitt, una linea inconfondibile e bellissima


Una delle prime regole che s'imparavano in tutte le scuole da caccia di allora era che volare diritti per più di qualche secondo, quando c'erano nemici in giro, equivaleva a mettere una sicura ipoteca su una carriera di pilota drammaticamente breve.
Si finisce quindi per combattere nel solito modo, con rapidi confronti, cabrate, raffiche brevi e concentrate seguite da manovre evasive per scrollarsi di dosso eventuali inseguitori, virate strette e a forbice per riagganciare il bersaglio, altra raffica e via di nuovo.

Impossibile pensare, a meno di non giocare tutta la campagna a livello facile (vergogna!), di utilizzare la modalità di tiro speciale più di una volta o due in tutto. Un po' poco per qualcosa che viene spacciato come una vera e propria rivoluzione del gameplay.
Più utile, se vogliamo, é la possibilità di aumentare il danno inflitto con un singolo passaggio, quando si da tutto motore e si piomba alla massima velocità sul bersaglio dall'alto. Questa possibilità, al contrario dell'altra, simula una reale modalità d'attacco ai bombardieri, intesa per minimizzare l'esposizione del caccia alle mitragliatrici delle postazioni difensive e, allo stesso tempo, per sfruttare al massimo l'effetto “lupara” delle armi nelle ali (le mitragliatrici alari, specie quelle dell'Hurricane e dello Spitfire britannici, erano “azzerate” in modo da incrociare la traiettoria dei proiettili ad una distanza di poche decine di metri, creando un'area in cui il fuoco si concentrava al massimo, rendendo possibile la distruzione di un aereo con una raffica anche brevissima, purché sparata nel momento adatto).

In realtà, a guardare bene, Heroes over Europe di simili espedienti non ne ha nemmeno bisogno. Quel che ci troviamo di fronte, non appena inseriamo nel cassettino il DVD del gioco, é infatti un gioco d'ambientazione bellico-aeronautica onesto e solido, in grado da solo e senza fronzoli annessi di tenerci incollati al nostro pad per tutto ciò che sarà necessario a finire la campagna, più l'eventuale partecipazione agli scontri online (provateci là, a mantenere l'inseguimento dietro la coda di un avversario per più di un secondo o due, se ci riuscite!), sempre che un gioco del genere riesca ad attirare una comunità online abbastanza numerosa da mantenere un adeguato affollamento dei server (uno dei problemi che afflisse il peraltro dignitosissimo Blazing Angels).

Lo schema generale é simile a quello dei concorrenti, Birds of Prey in testa. Nei panni di tre diversi piloti alleati, ciascuno caratterizzato da una diversa storia personale (c'é l'americano che si é finto canadese per arruolarsi e combattere i nazisti, l'inglese cresciuto nei bassifondi e diventato pilota per caso e così via... Attraverso 14 missioni, avrete modo di visitare l'Europa occidentale per intero, dalle Alpi francesi del vostro battesimo del fuoco fino agli infuocati cieli della Germania del 1945. La gamma di missioni, per forza di cose, é limitata dalla tipologia di compiti assolvibili da un caccia della Seconda Guerra Mondiale. Combattimento aria-aria, quindi, contro bombardieri o altri caccia in situazioni difensive (proteggere un radar, un convoglio navale, un aeroporto dagli incursori nemici) o offensive (scorta bombardieri pesanti). La possibilità di accedere ad apparecchi dotati di razzi non guidati e bombe a caduta vi consente, poi, di prendere parte a missioni di bombardamento leggero o supporto aereo ravvicinato alle truppe a terra.

Niente di rivoluzionario, ma d'altronde al di là dell'adrenalina che si scatena durante un dogfight serrato, la guerra aerea della prima metà del secolo appena trascorso si svolgeva così e non si possono aggiungere cotillons e fronzoli solo per variare il tema più di quanto la ricostruzione più o meno storica consenta (certe licenze come il Big Ben fatto a pezzi dalle bombe tedesche durante il Blitz me le sarei davvero risparmiate, però!).

Non poteva mancare il Me-262 Schwalbe, primo caccia a reazione operativo
Non poteva mancare il Me-262 Schwalbe, primo caccia a reazione operativo
L'ala ovale dello Spitfire permette di riconoscerlo senza margine d'errore
L'ala ovale dello Spitfire permette di riconoscerlo senza margine d'errore
Il mio Hurricane é più bello del tuo! E ho anche i cannoni da 20 millimetri...
Il mio Hurricane é più bello del tuo! E ho anche i cannoni da 20 millimetri...


La formula di gameplay é decisamente arcade, volutamente poco realistica anche se si opta per la modalità di volo Pro, assai più malleabile nei fatti di quella di Birds of Prey. Su questo aspetto, comunque, mi sento di spezzare un'intera fascina di lance a favore della scelta di Transmission Games. Per quanto i corsi di pilotaggio degli anni Quaranta fossero assai più approssimativi e brevi di quelli cui si sottopongono oggi gli allievi delle moderne scuole di addestramento al combattimento aereo, é pur sempre vero che, per imparare a pilotare sul serio un apparecchio nervoso e potente come lo Spitfire, o il Messerschmitt Bf-109, ci volevano settimane e noi giocatori, invece, abbiamo a disposizione solo una mezz'oretta scarsa per imparare a familiarizzare con i comandi di un nuovo gioco, prima che la frustrazione s'impadronisca di noi, convincendoci a dedicare il nostro tempo libero sempre più scarso a qualcosa di meno ostico.

Questa realtà, forse amara per chi un tempo s'immergeva nella lettura di manuali d'istruzioni alti come un elenco telefonico con un sorriso degno del Gatto del Cheshire, ha decretato già da anni la morte di tutti i simulatori realistici. Per questo ben venga uno schema di gioco e di comandi che ci trasformi in novelli assi sin dalla prima partita, che non c'imponga, al termine di una missione vittoriosa, atterraggi in condizioni limite e così via. Con HOE si decolla in un istante, al carrello pensa il computer e la caccia comincia! Unica pecca, se vogliamo, in presenza di missioni non proprio brevissime (dover abbattere una cinquantina di aeroplani nemici a botta é più una regola che un caso), é l'impossibilità, pur in presenza di checkpoint intermedi, di riprendere il gioco da uno di essi in caso si debba spegnere la console. Ci toccherà rigiocare tutta la missione, e peggio per noi se la luce é andata via proprio mentre stavo per abbattere l'ultimo bombardiere dell'ultima ondata...

Meno positivo il parere sul comparto tecnico. Tanto per stravolgere un'antica consuetudine, parlerò in prima battuta del sonoro, per un motivo ben preciso. Reduce da qualche partita con Birds of Prey, ottimo gioco della 1C Company, dotato però di uno dei peggiori doppiaggi che la storia del videogioco moderno ricordi (gli inglesi che parlano con l'accento di Enrico Montesano nella gag dell'anziana signora britannica e l'americano che racconta la sua vita con lo stesso tono e inflessione di un addestratore di Pokemon evocano, vista la nazionalità degli sviluppatori di 1C, scenari di deportazione in campi di lavoro siberiani per i colpevoli), ho apprezzato particolarmente lo stile recitativo pacato e realistico adottato dal gioco Ubi. Credibili le voci dei piloti, che scherzano fra di loro, quella dell'annunciatore che, in tono volutamente enfatico simile a quello in uso nei cinegiornali, illustra le sequenze d'intermezzo con i filmati d'epoca e quella delle comunicazioni radio alleate e nemiche. Godibili gli effetti sonori, anche se certe mitragliatrici suonano un po' troppo ticchettanti per sembrare vere, e piacevole anche la musica, energica ed evocativa senza risultare invadente.

Quel che va meno bene é il comparto grafico, invece. Il livello qualitativo, pur essendo indubbiamente next-gen, ci porta visivamente indietro di tre anni, ad un tempo in cui non si era probabilmente ancora capito come sfruttare appieno le potenzialità della piattaforma 360. Chi ha presente HAWX o Birds of Prey, però, sa che ora si può tirare fuori molto di più dalla nostra cara Xbox. Certi fenomeni di clipping e texture povere di poligoni, soprattutto in presenza di un frame rate tutt'altro che scevro da critiche.

Come di consueto, concludiamo con il multiplayer. Niente lag, a quanto pare, il motore del gioco se la cava online altrettanto bene che in solitario. Le modalità di gioco, in deathmatch o a squadre, sono le classiche, senza particolari guizzi di novità e, vista l'implementazione tecnica impeccabile, c'é solo da augurarsi che il gioco riesca, a differenza dei titoli dello stesso genere in passato, ad attirare un numero sufficiente e stabile di appassionati che popolino in modo adeguato i server online dedicati, prolungandone la longevità.
In definitiva, HOE si piazza subito dietro Birds of Prey, in termini di voto netto. Negarsi uno dei due titoli per preferirgli l'altro, però, vista anche la penuria di simulatori aerei validi per console, sarebbe un grosso sbaglio. Il titolo Ubisoft merita di essere giocato, al di là di qualche pecca, e sono certo che sarete d'accordo con me, dopo averlo provato. Cieli blu a tutti voi!

Morte di una fortezza volante. In vite così é difficile anche lanciarsi
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Il P-47 Thunderbolt. Sgraziato a terra, micidiale in aria!
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Don't try this when YOU fly!!!
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Heroes over Europe
7.5

Voto

Redazione

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Heroes over Europe

Velivoli con motori a pistoni affollano i nostri monitor ultrapiatti ad alta definizione in quella che potrebbe essere definita come una specie di “campagna aerea d'autunno”. L'inedito scontro tra il titolo Ubisoft e il concorrente 1C Il-2 Birds of Prey é inevitabile, a tutto vantaggio degli appassionati come me che sanno apprezzare un sano vecchio simulatore aeronautico, sia pur con spiccatissima vocazione Arcade, come i due titoli menzionati si propongono di essere. Tra i due, HOE spinge decisamente di più l'acceleratore dell'azione adrenalinica, eliminando gli eccessi di tecnicismo per regalare anche a chi non ha mai fatto volare niente di più sofisticato di un origami la sensazione di diventare asso della caccia alleata nel giro di poche decine di minuti. Nonostante la presenza dell'innovativo “bullet time” del Colpo da Maestro, però, il titolo Ubisoft mostra un po'd'affanno nei confronti del rivale. Il che non vuol dire, però, che non sia divertente e assolutamente da provare.

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