Destiny 2

Destiny 2

Destiny 2 è il classico titolo che gode della sommatoria di tutte le sue parti. Preso nelle singole componenti, il secondo capitolo della saga Bungie potrebbe prestare il fianco ad alcune critiche, ma una volta riassemblate, ecco che il prodotto si mostra per l’ottimo gioco che in effetti è. Per parlare di Destiny 2 dobbiamo riprendere il concetto espresso sul finale della prima recensione di quattro anni fa. Quello che ci troviamo davanti è un cantiere aperto, in continua evoluzione e rivoluzione, con cambiamenti in corsa, tuning dell’ultimo momento e, inevitabilmente, preoccupanti passaggi a vuoto. E, anzi, da questo punto di vista, la recensione di Destiny 2 è stato un salto ad ostacoli che ci ha addirittura costretti ad un cambio in corsa del nostro router. Un sacrificio che abbiamo fatto volentieri, e non tanto per regalare a voi queste poche righe, ma soprattutto perché l’ultimo lavoro Bungie riesce ad essere più convincente rispetto alla sua prima apparizione.

C’è da dire, però, che pur mantenendo gran parte delle sue caratteristiche di base, Destiny 2 porta in dote diversi cambiamenti che probabilmente saranno mal digeriti da chi ha amato alla follia la formula originale. Sembra infatti che con questa seconda uscita Bungie abbia puntato su un taglio più accessibile, limando molte degli aspetti più “mistici” dell’universo di Destiny e puntando dritto su una piattaforma più semplice da gestire e forse meno ricca. Le armi, per esempio, non hanno più la possibilità di essere arricchite con i perk specifici per quell’arma, ma ora i miglioramenti sono più generali, dedicati alla classe a cui appartiene. 

Ma il cambiamento più importante, sempre parlando della gestione delle armi, Bungie lo compie proprio in direzione della modalità multiplayer. Non più primarie, speciali e pesanti, bensì cinetiche, speciali e distruttive. Può sembrare un cambio da poco, ma così facendo, gli sviluppatori hanno spostato le due categorie che avevano sbilanciato pesantemente il multiplayer del primo episodio, ovvero i fucili a pompa e quelli da cecchino. Rientrando nella categoria delle "distruttive", ora queste potranno essere utilizzate solo se il giocatore riuscirà a procurarsi le munizioni speciali, che sono centellinate all’interno della mappa e che si esauriscono alla morte del giocatore stesso. Un cambio davvero ben riuscito, che ha dato maggior equilibrio e godibilità al comparto multigiocatore.

E’ sicuramente una mossa che rende Destiny 2 un gioco più semplice da gestire, soprattutto per quello che concerne il versante multiplayer, dove infatti sono stati compiuti gli sforzi più importanti. L’avventura in singolo è sicuramente meno avvincente rispetto all’esordio. Un po’ perché Bungie vuole spingere tutti verso le attività più social, che rappresentano il vero fulcro dellìesperienza e un po’ perché questo secondo episodio riprende concetti, personaggi e situazioni che abbiamo già imparato ad amare al primo giro, senza introdurre niente di così epico o di particolare interesse. A partire proprio dalle tre classi di giocatore proposte, per finire poi proprio con la natura degli avversari, assolutamente identici a quelli del primo anche da un punto di vista estetico, se si eccettuano le ovvie migliorie tecniche apportate dalle console di nuova generazione.

Questo secondo capitolo ci vede affrontare la Legione Rossa, un gruppo scelto dei Cabal, in grado di far esplodere il nostro sole e, soprattutto, capaci di privare i nostri eroi della Luce. La nostra missione sarà quindi quella di fermare i Cabal, recuperare i poteri per i guardiani e sconfiggere Ghaul, il comandante della Legione Rossa. Per fare questo saremo chiamati a svolgere un immenso dedalo di missioni primarie e secondarie, viaggiando per l’universo, incontrando personaggi utili allo scopo, e soprattutto lasciando sul campo una quantità spropositata di piombo (o celle energetiche, fate voi). Ogni pianeta che andremo a visitare avrà un personaggio di riferimento che assegnerà le missioni e ricompenserà le nostre gesta. Contrariamente al primo, ogni pianeta avrà dei punti di spostamento rapido, in modo da permetterci di arrivare agevolmente in qualsiasi zona senza dover percorrere ogni volta immense porzioni di mappa. Le missioni ci permetteranno di recuperare informazioni importanti, sfoltendo al contempo le linee nemiche e andando ad accrescere armi, armature e bonus grazie al solito sistema di loot davvero ben strutturato ed efficace. 

Abbiamo trovato anche un sistema di shooting leggermente migliorato rispetto al precedente, e di questo ve ne accorgerete soprattutto quando entrerete nelle arene multiplayer. Movimenti e tracking del nemico sono ora più precisi e meno “nervosi”, anche se persiste una sorta di “punto morto” nello spostamento del vostro giocatore che spesso vi costringe ad insistere troppo sullo stick del pad, con una conseguente perdita di agilità. In generale però il sistema funziona meglio rispetto al passato e non si affida più al sistema quasi automatico visto in precedenza che faceva si che ogni raffica proiettata sul nemico andasse a terminare con un headshot. Ma, lo ripetiamo, apprezzerete questo sistema in multiplayer, perché l’intelligenza artificiale del singolo è talmente risibile che il gioco vi presenta quasi di continuo bersagli più o meno immobili. Ed è questa forse la cosa che meno ci è piaciuta di Destiny 2.

Ora, capiamo benissimo che l’ecosistema è basato sul loop di loot, riscossione dei premi e sulla sorpresa continua per il materiale sbloccato, ma è altrettanto vero che una campagna in single player che fila via troppo liscia a causa dell’arrendevolezza dell’avversario è forse un po' un insulto alle 10 ore spese per arrivare di fronte ad un final boss che si butta giù a sforzo zero. Un po' un peccato, perché si arriva alla fine di un’avventura con una certa sensazione di essere stati più spettatori che non protagonisti. Ma, lo ribadiamo, mai come ora Bungie aveva voglia di chiudere la pratica al più presto e buttarvi nelle arene multiplayer, negli eventi periodici e in tutta quelle miriadi di attività social che ormai è maestra nel gestire e nel rendere appetibile al pubblico.

E in questo non si può non fare un plauso agli sviluppatori, perché sono stati bravissimi a creare un loop davvero capace di incatenarvi e trascinarvi in un vortice ben amalgamato e coeso. Una volta finita l’avventura, partono gli assalti (posto che abbiate il livello adatto), questi fanno partire tutta un’altra serie di missioni e micro avventure da vivere nei pianeti del sistema, in modo da tenervi perennemente ancorati all’universo Destiny. E in mezzo a tutto questo c’è ovviamente il loot, la scoperta dei nuovi elementi e bonus, la volontà di recuperare nuovi engrammi da decifrare, una rinnovata cittadella che vi farà sentire molto presto come a casa e un Crogiolo pronto ad assecondare la vostra sete di sangue avversario. Un sistema a prova di bomba, da cui è difficile uscire anche se, onestamente, l’idea di svolgere le varie pattuglie e missioncine secondarie è forse l’attrattiva meno succulenta del piatto. C’è di buono che, come da tradizione, qualsiasi attività può essere portata a termine con l’ausilio di amici o semplici compagni di passaggio, dal momento che il sistema di drop-in/drop-out funziona egregiamente, anche se soprattutto all’inizio abbiamo riscontrati non pochi problemi di natura tecnica.

E qui apriamo un capitolo dolente. D’accordo sull’oggettiva complessità del gioco, d’accordo sulla sua natura talmente estesa e “social” da aprire milioni di potenziali falle nel sistema, ma è onestamente inaccettabile la miriade di errori, disconnessioni e incompatibilità varie che sono state riscontrate dai giocatori nei primi giorni di vita di Destiny 2. Soprattutto in virtù di una beta piuttosto lunga e strutturata e che, suggerisce anche il titolo, non ci troviamo di fronte ad un titolo “vergine” sul mercato. Abbiamo registrato anche diversi casi di giocatori dotati dell’hardware “sbagliato” che sono stati costretti a mettere mano al portafogli per cambiare dispositivi di rete e godersi in santa pace un gioco pagato ben 70€. Fortunatamente le patch arrivate nel corso di questi giorni sembrano avere sistemato parzialmente le cose, ma dall’accoppiata Bungie/Activision ci aspettiamo onestamente molto di più.

Destiny 2

Abbiamo parlato poco fa del Crogiolo, ovvero dell’ambiente multiplayer dell’universo di Destiny, capace di accontentare l’utenza alla ricerca di partite veloci e chi, invece, è alla ricerca di un’esperienza più strutturata e appagante. Destiny ne ha per tutti. Questo grazie ad un buon numero di mappe (alcune riciclate dal primo episodio) e modalità che strizzano l’occhio all’esport. Ma a parte i numeri e l’infrastruttura tecnica, quello che ci ha convinto del multiplayer è il rinnovato equilibrio che, almeno per il momento, si riesce a percepire all’interno delle arene. Anche se non siete muniti di livelli iperbolici e armi ultra potenziate potete godervi partite tiratissime e avere la speranza di dire la vostra. Almeno per adesso. Facciamo questa precisazione, perché come detto anche prima, Destiny vi richiede di essere sempre fedelissimi al titolo in tutte le sue parti, e non è detto che tra non molto si sarà costretti a partecipare all’evento X per poter recuperare armamenti e protezioni in grado di cambiare gli equilibri in gioco. Sarebbe davvero un peccato.

Chiudiamo parlando del lato tecnico, che anche in questo caso è un diretto derivato del primo episodio. Non ci sono nuove ambientazioni, nuove unità o tecnologie aliene, quanto piuttosto un rinnovato set di avversari e pianeti alieni già visti e apprezzati, perfettamente tirati a lucido grazie alle nuove tecnologie a disposizione, ma senza quell’effetto “wow” che aveva accompagnato la prima uscita. Resta, e questo non ci stancheremo mai di ribadirlo, che Bungie ha uno dei team “artistici” più bravi ed efficaci dell’intera industria videoludica e anche in Destiny 2 ci potremo ritrovare più volte a riempirci gli occhi di scenari e scorci davvero suggestivi e mozzafiato. Insomma, bello, ma non rivoluzionario.

Alla fin della fiera, Destiny 2 è sicuramente un netto passo avanti rispetto alla sua prima uscita, soprattutto per tutto quello che concerne il versante multiplayer. Un aspetto che Bungie ha curato in modo molto certosino, equilibrando molto il gameplay e aprendosi potenzialmente al mondo delle competizioni sportive. Resta poi un universo in continua evoluzione che vomita continuamente nuove attività più o meno sociale ed è capace di tenervi ancorati ad un nucleo davvero solido e maturo. Ecco, “maturo” è quello che ci viene in testa in chiusura d’articolo, perché se è vero che la prima uscita era davvero acerba e poco appetibile, altrettanto vero che Bungie ha lavorato duramente per dare a questo progetto un ambito più solido e aperto anche a chi non ha apprezzato il gioco originale.

Destiny 2

Destiny 2
8

Voto

Redazione

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Destiny 2

La seconda uscita di Destiony evidenzia l'intenzione di Bungie di puntare su una piattaforma capace di creare eventi e attività in grado di catturare qualsiasi tipologia d'utenza. Così com'è il gioco è sicuramente un netto passo avanti rispetto al precedente, dimostrandosi più solido e maturo. Resta la rabbia per un lancio davvero zoppicante per tutto quello che riguarda il versante tecnico, con un'esperienza falcidiata da continui problemi e disconnessioni, messi comunque a posto nel corso dei giorni successivi all'esordio. Resta evidente come il peso di questo titolo sia maggiormente spostato sul versante sociale e multiplayer che non su quello in singolo, anche se in questo caso siamo più che convinti che Bungie abbia già pianificato una miriade di capitoli atti ad ampliare l'eterna lotta dei Guardiani.