Days Gone Remastered: grafica migliorata, stessi problemi
Una remaster che migliora l'estetica ma lascia intatti pregi e difetti dell'originale: un'occasione mancata per valorizzare appieno l'avventura di Deacon St. John.

Partiamo da un concetto semplice: Days Gone andrebbe giocato anche se fatto con il pongo, in stop motion o in wireframe. Perché il valore di un gioco come Days Gone non va certo ricercato nelle sue qualità tecniche. Anzi, se vogliamo estremizzare questo concetto, possiamo anche dire che, se il prodotto di Bend Studio ha lasciato un segno così marcato nel cuore di una buona fetta di giocatori che ne reclamano un secondo episodio, non è certo per la sua realizzazione tecnica. Che, intendiamoci, non ha niente di così tanto sbagliato, ma di certo non emerge se messo a fianco ad altri prodotti del genere, The Last of Us in primis. Certo, TLOU non ha un open world così ben ricreato come Days Gone, ma la qualità complessiva del comparto grafico ha sicuramente più punti di vantaggio a favore di Naughty Dog.
Le novità tecniche di Days Gone Remastered su PS5
Ad ogni modo, a sei anni dalla sua uscita originale e a quattro da quella su PC, Sony ha deciso di rimettere mani al lavoro originale, donandogli una veste estetica degna della sua ammiraglia. Dobbiamo però ammettere che il lavoro fatto non ha particolarmente giovato al prodotto, e al netto di qualche deciso passo in avanti, come per esempio sull’illuminazione in tempo reale degli ambienti, quello che troviamo davanti è un prodotto che nel bene e nel male riporta gli stessi pregi e difetti di quanto già visto 6 anni fa. Le scorribande notturne di Deacon, grazie alla rinnovata illuminazione sono adesso molto più coinvolgenti, con il faro della vostra moto che fende letteralmente il buio davanti, illuminando perfettamente quello che si trova di fronte, ma superato l’iniziale “effetto wow”, si ha l’impressione di avere di fronte sempre lo stesso gioco di sei anni fa.
Intendiamoci, quello che ci troviamo di fronte è un gioco sicuramente migliorato nella sua forma, con una profondità di campo più dettagliati, una totale assenza dei fastidiosi pop up che avevano caratterizzato parte della produzione originale. Ci troviamo di fronte anche ad ottimi effetti di riflessi che rendono il mondo circostante ancora più credibile e coinvolgente e a textures riviste e corrette, ma restano praticamente inalterati i soggetti principali del gioco, che a distanza di sei anni sembrano davvero molto poco credibili, restano alcuni problemi nelle espressioni facciali e permangono (ma questa potrebbe essere un problema tutto italiano), i problemi di missaggio dell’opera originale, con voci di personaggi secondari che improvvisamente si abbassano e quasi scompaiono dalla scena, o improvvise impennate nel tono del personaggio in scena davvero inspiegabili.
Days Gone Remastered: occasione mancata o scelta conservativa?
Insomma, se già in fase di presentazione il quadro generale non sempre apparire pesantemente rivoluzionato, l’uscita sul mercato di Day Gone ha confermato i sospetti iniziali, con un bel check sulla casellina “minimo indispensabile”. Un vero peccato, soprattutto perché l’avventura di Deacon St. John arriva parallela a un certo Oblivion che ha mostrato al mondo come fare una vera remastered. Dispiace, perchè la speranza di un secondo capitolo è sempre viva nei cuori dei tantissimi che hanno apprezzato e ammirato uno dei giochi più riusciti apparsi su PS4, affossato da problemi paralleli che poco hanno a che fare con qualità del gioco.
Ecco, a vedere questa remastered l’impressione è che Sony ancora “non ci creda del tutto” e che questo prodotto sia solo un contentino per tappare un buco di programmazione. Non bastano di certo il permadeath e la modalità orda (vero feticcio di Bend Studio, che ha sempre preferito mostrare la mole di poligoni mossi dal motore piuttosto che dare maggior peso alla narrativa del gioco), per dare maggiore senso ad un’operazione che ha un sapore un po' agrodolce perché sa tanto di un’ennesima occasione sprecata, perché questo è un lavoro pigro e distratto, destinato a non lasciare il segno.
Versione Testata: PS5
Voto
Redazione

Days Gone
Per assurdo, questa Remastered di Days Gone sembra essere destinata ai superfan di Days Gone piuttosto che alle nuove leve, dal momento che il lavoro di Bend Studio sembra ricadere ancora una volta negli stessi errori del passato, dando maggiore enfasi e forma a quelli che sono a tutti gli effetti elementi secondari di un gioco che sembra quasi voler nascondere le sue doti migliori sotto una muscolatura imponente, ma fragile. Le migliorie tecniche ci sono, l’illuminazione su tutte, ma alcune sono davvero impercettibili o comunque non sufficienti per poter attirare davvero l’attenzione del giocator più attento.