Spider-Men II su Marvel Must Have - Due Ragni sono Meglio di Uno?

Miles Morales e Peter Parker si ritrovano ancora una volta a combattere fianco a fianco, ma questa volta il mistero non riguarda un altro universo… bensì la loro stessa realtà. Spider-Men II mantiene le promesse o si perde nella sua stessa ragnatela?

SpiderMen II su Marvel Must Have  Due Ragni sono Meglio di Uno

Nato tra le pagine dell’Universo Ultimate, Miles Morales è stato uno dei personaggi più amati di questa realtà alternativa, una versione giovane e fresca di Spider-Man che ha saputo conquistare una sua fetta di pubblico sin dalla sua prima apparizione nel 2011.

Dopo gli eventi di Secret Wars pubblicati nel 2015, l’Universo Ultimate è stato distrutto e Miles, insieme a pochi altri, è stato trasportato su Terra-616, la dimensione principale dell’Universo Marvel.

Ora, il giovane Spider-Man condivide la stessa realtà di Peter Parker, ma un dubbio aleggia nell’aria, uno di quei quesiti che la Casa delle Idee lascia sedimentare in fondo per creare dell'hype: esisteva già un Miles Morales su questa Terra? Perché se c’è una cosa in cui la Marvel è maestra, è il gioco dei doppioni (o delle identità capovolte). Un eroe può nascondere un’anima oscura, un villain può celare un passato insospettabile, e dietro un nome familiare potrebbe trovarsi un volto del tutto inaspettato. La risposta? Be’, non è mai quella che ti aspetti.

Spider-Men II su Marvel Must Have - Due Ragni sono Meglio di Uno?
Peter cerca il nome di Miles Morales ma ottiene una risposta ... assurda! Crediti: Marvel Comics

È proprio da questa domanda che nasce Spider-Men II, miniserie scritta da Brian Michael Bendis e disegnata da Sara Pichelli, la stessa coppia creativa che ha dato vita al primo crossover tra Peter e Miles. Pubblicata negli Stati Uniti nel 2017 e in Italia nel 2018, la storia si propone di esplorare le conseguenze dell’unione dei due universi e il mistero dietro l’identità del Miles Morales di Terra-616.

Ora, a distanza di anni, Spider-Men II torna sugli scaffali grazie alla collana Marvel Must Have, un’iniziativa di Panini Comics che raccoglie in volumi cartonati le storie più rilevanti della Casa delle Idee, pensate per essere lette anche senza conoscere tutti gli eventi in ordine cronologico (negli ultimi tempi vi abbiamo parlato di Cap e di Hulk, per esempio). Un’occasione per riscoprire questo sequel e valutare con il senno di poi se abbia davvero mantenuto le promesse fatte al tempo della sua uscita.

Un Enigma tra le Ragnatele: Il Mistero di Miles Morales

La storia di Spider-Men II si apre con una certezza accompagnata da una domanda. La certezza è che Peter Parker e Miles Morales ora vivono nello stesso universo, condividendo la stessa città, lo stesso simbolo e, a volte, persino gli stessi problemi. La domanda invece è un pelino più subdola quanto interessante: chi è il Miles Morales di Terra-616?

Alla fine del loro primo incontro, Peter Parker aveva cercato il nome 'Miles Morales' nella sua realtà. Un gesto semplice, un’innocua ricerca online. Ma ciò che trovò lo lasciò senza parole. Il fumetto non rivelava nulla al lettore, solo l’espressione di Peter a suggerire che dietro quel nome si nascondeva qualcosa di sconvolgente. Dopo anni di attesa, finalmente la Marvel decise di dare una risposta a noi lettori.

Durante una giornata apparentemente normale, mentre Peter è impegnato a combattere contro il villain Armadillo e Miles si trova a scuola, un improvviso bagliore viola squarcia il cielo sopra New York. Attirati verso un edificio abbandonato, i due Spider-Men si trovano di fronte a un portale da cui emerge un uomo mascherato: Taskmaster. Ma qualcosa non torna. L’aspetto è familiare, la maschera è la stessa… eppure il costume è diverso, segno che questo Taskmaster potrebbe non appartenere a Terra-616. Ma cosa lo ha attratto in questa realtà?

Ma Spider-Men II non è solo la storia di un doppione apparso dal nulla. È una storia di identità che si confondono, di vite che prendono traiettorie impreviste e di una rivelazione capace di ribaltare tutto ciò che Miles Morales credeva di sapere su se stesso.

Oltre a Peter Parker e al giovane Miles, tra i protagonisti e comprimari di questa vicenda troviamo Kingpin, che sembra muovere i fili da dietro le quinte, e un Miles Morales adulto, la cui esistenza è un enigma tutto da decifrare. Chi è? Cosa lo lega a Wilson Fisk? E soprattutto, quali piani ha in mente? Per scoprirlo, non resta che immergersi nella lettura completa del volume cartonato.

Qui vale la pena fare una parentesi: Wilson Fisk, alias Kingpin, è il signore del crimine per eccellenza nell’Universo Marvel. Nemico storico di Spider-Man e Daredevil, ha costruito un impero criminale senza bisogno di superpoteri, contando solo su una combinazione letale di intelligenza, manipolazione e forza fisica brutale. Il personaggio è diventato ancora più iconico grazie all’interpretazione di Vincent D’Onofrio, che lo ha reso una presenza magnetica nella serie Daredevil di Netflix e che tornerà a vestirne i panni in Daredevil: Born Again, all’interno del Marvel Cinematic Universe.

Ma le domande, come spesso accade nelle storie di Bendis, si moltiplicano più in fretta delle risposte. Il peso della verità si fa sempre più opprimente e, mentre la vicenda si dipana, diventa chiaro che non tutte le ragnatele vengono tessute per il bene.

Spider-Men II su Marvel Must Have - Due Ragni sono Meglio di Uno?
Quest'uomo vuole i due Spider-Men morti!. Crediti: Marvel Comics

Tra Accelerazioni e Interrogativi: la scrittura di Bendis in Spider-Men II

Se c’è un’abilità che Brian Michael Bendis ha sempre padroneggiato, è quella di creare dialoghi che suonano naturali, vivaci, realistici. In Spider-Men II, questo talento emerge soprattutto nelle interazioni tra Peter Parker e Miles Morales, che si muovono tra battute sarcastiche e momenti più riflessivi con una fluidità che tiene viva l’attenzione. Il loro rapporto è credibile, autentico, e quando la storia si concentra su di loro, la lettura scorre con piacere.

Ma se i dialoghi funzionano, a mio avviso la struttura narrativa lascia qualche perplessità. Il primo Spider-Men costruiva il suo mistero passo dopo passo, lasciando ai lettori il tempo di assimilare ogni indizio. Qui, invece, ho avuto la sensazione che le risposte arrivino troppo in fretta, quasi senza il giusto peso.

Prendiamo il caso del Miles Morales adulto. La sua connessione con Wilson Fisk è uno degli aspetti più intriganti della storia, ma quando il suo obiettivo viene rivelato -ovvero quello di ritrovare Barbara in un altro universo- la narrazione sembra quasi accelerare bruscamente. Chi è Barbara? Perché è così importante per lui?

La risposta c’è, ma viene liquidata con troppa rapidità: Barbara Sanchez era la sua compagna, la donna che amava e che credeva perduta per sempre. Wilson Fisk gli rivela che potrebbe essere ancora viva, e questo è ciò che lo spinge a trovare un modo, qualsiasi modo, per ottenere il modo di incontrarla ancora. Una svolta che avrebbe meritato più costruzione, più tensione narrativa, invece di essere trattata come un’informazione da archiviare in fretta.

E poi c’è il nodo dell’Universo Ultimate. Era stato distrutto, eppure Morales adulto riesce a tornarci. Come? La storia suggerisce che l’Universo Ultimate potrebbe essere stato ricostruito da Reed e Franklin Richards, ma senza fornire alcuna spiegazione concreta su come ciò sia avvenuto. Dopo gli eventi di Secret Wars, la Marvel ci ha mostrato che padre e figlio hanno tentato di ripristinare tutti gli universi distrutti, ma senza mai chiarire quali realtà siano tornate identiche a prima e quali siano cambiate per sempre. Il ritorno di un intero universo dovrebbe essere un evento enorme, eppure qui viene trattato quasi come un dettaglio di contorno, senza il giusto impatto narrativo (o magari è un completo parto mentale della mia mente). Taskmaster, dal canto suo, sembra possedere una tecnologia in grado di attraversare le dimensioni, ma anche questo elemento resta in secondo piano, senza mai essere davvero approfondito.

Il problema di Spider-Men II è proprio questo: più che costruire un mistero, sembra volerlo risolvere nel minor tempo possibile. Gli spunti interessanti ci sono, ma il ritmo frenetico impedisce alla storia di respirare, lasciando la sensazione di un’occasione in parte sprecata.

E poi, c’è un elemento che continua a ripetersi nei fumetti e che non smette mai di affascinarmi: il modo in cui alcuni villain sono spinti da un amore impossibile, da un legame perduto che li consuma più di qualsiasi desiderio di potere. Wilson Fisk non è nuovo a questo tipo di ossessione. Nei fumetti, nella serie Netflix, persino nel film d’animazione Spider-Man: Into the Spider-Verse, il Kingpin viene sempre raccontato come un uomo che, dietro la sua mole imponente e il pugno di ferro con cui domina il crimine, è ossessionato da un unico pensiero: riportare indietro la moglie scomparsa.

Spider-Men II su Marvel Must Have - Due Ragni sono Meglio di Uno?
Il Lato Umano di Wilson Fisk. Crediti: Marvel Comics

Ed è incredibile come, in Spider-Men II, questa tematica venga trasferita su Miles Morales adulto, che finisce per diventare una sorta di specchio distorto dello stesso Fisk. L’amore come motore di una vita, il lutto come fiamma che brucia tutto il resto. Un tema affascinante, che avrebbe meritato un’esplorazione più profonda. 

La Forza dell’Immagine: il Comparto Artistico di Spider-Men II

Se la narrazione di Spider-Men II procede con troppa fretta, il comparto artistico di Sara Pichelli e Justin Ponsor riesce a mantenere alto il livello visivo della storia. Pichelli ha un tratto dinamico, espressivo, capace di dare vita ai personaggi con dettagli minuziosi e una costruzione delle tavole che valorizza ogni scena. Le sequenze d’azione sono fluide, i momenti più intimi hanno il giusto peso emotivo e il design dei personaggi è curato in ogni minimo particolare.

Ponsor, dal canto suo, gioca con luci e colori per creare atmosfere suggestive, enfatizzando i contrasti tra le scene più oscure e quelle più luminose. Le ombre avvolgono Fisk e il Miles Morales adulto, mentre Peter e il giovane Miles emergono sempre con colori più definiti e chiari. Un modo intelligente per sottolineare le differenze tra i due mondi che si scontrano nella storia.

Se c’è un difetto, è che alcune tavole soffrono di una certa ripetitività nella disposizione dei pannelli, rendendo alcune sequenze meno impattanti di quanto potrebbero essere. Ma nel complesso, il lavoro artistico di Spider-Men II è solido, coinvolgente e riesce a elevare anche i momenti narrativi meno riusciti.

 

Iscriviti alla Newsletter

Resta aggiornato sul mondo Gamesurf: anteprime, recensioni, prove e tanto altro.

ISCRIVITI