Lilo e Stitch, recensione: il live action Disney funziona

Dopo 23 anni, il classico ambientato alle Hawaii torna in versione live action, mantenendo intatto il nucleo emotivo dell'originale, offrendo una riflessione moderna su famiglia, diversità e inclusione

Lilo e Stitch recensione il live action Disney funziona
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Dopo 23 anni dal suo esordio sul grande schermo, Lilo e Stitch è più attuale che mai, rispetta quasi fedelmente la storia originale, riproponendola in una versione live action che non delude, mantenendo ben saldo il nucleo emotivo dell'originale e funzionando perfettamente come upgrade tecnico dell'esperienza originale.

Il primo classico Disney ambientato alle Hawaii riporta sul grande schermo il valore della famiglia, sottolineando la fortuna di tutti coloro possano vantare un gruppo sempre pronto ad accoglierlo e a proteggerlo. Ma ci insegna anche che ognuno può costruire la propria famiglia, la propria ohana. E come spesso accade nelle pellicole Disney, sono i bambini a ricordarci gli insegnamenti che noi adulti cerchiamo con impegno di trasmettere, ma che finiamo per dimenticare, sopraffatti da emozioni “da grandi”.

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Lilo, interpretata in maniera toccante da Maia Kealoha è un personaggio caparbio, controcorrente, sensibile e ostinato. Sceglie Stitch come amico e complice di “malefatte” perché in lui riconosce sé stessa. La piccola attrice americana, già vista anche in Oceania 2, è accompagnata sulla schermo da un cast che vede tra l’altro anche il ritorno di Tia Carrere (True Lies, Fuori di Testa) e Zach Galifianakis (Una Notte da Leoni, Beetween Two Ferns)

 Mi trattano in modo diverso” dice Lilo.

Ed è proprio nella diversità di Stitch che trova un punto in comune: lo accoglie, se lo porta a casa, lo stringe forte persino sott’acqua, in una scena che, con un tocco comico, ricorda un po’ Titanic e l’indimenticabile addio tra Rose e Jack. Lilo diventa la guida del piccolo alieno, mandato sulla Terra proprio in risposta al suo desiderio: trovare un amico che non la abbandoni mai.

Sotto la patina divertente e apparentemente spensierata, la pellicola Disney tocca temi centrali nel paniere delle emozioni dei giovanissimi di oggi. Il tema del bullismo, oggi più attuale che mai, attraversa il film con delicatezza e profondità. Lilo subisce le frecciate di una cattiveria infantile che ferisce più di quanto sembri, ma risponde con una resilienza e una forza di cui tutti i bambini e gli adolescenti — e forse anche molti adulti — dovrebbero essere dotati.

Lilo e Stitch, recensione: il live action Disney funziona

Il connubio di live action computer e grafica in Lilo e Stitch 2025 funziona?

Provando ad adottare un punto di vista oggettivo, l’incontro tra live action e computer grafica è abbastanza riuscito: le interazioni tra i personaggi reali e quelli animati funzionano e risultano credibili.

Il parere del pubblico, credo, dipenderà molto dall’età degli spettatori. Per chi è cresciuto con i classici d’animazione Disney, l’introduzione della computer grafica può apparire come un limite, in contrasto con l’emozione nata dall’interpretazione degli attori in carne e ossa. Il live action, infatti, riesce ad avvicinare lo spettatore alla storia, mentre la CGI rischia di allontanarlo dall’immagine affettiva e originale di Stitch. Per i nativi digitali, invece, questa scelta stilistica sarà probabilmente più naturale e azzeccata: la resa visiva è morbida e aiuta a esplorare in chiave più realistica gli elementi fantastici del film. Lilo & Stitch non è solo un classico Disney: è una piccola lezione sulla diversità, sull’inclusione che ci lascia un messaggio che vale per tutti: ohana significa famiglia. E famiglia vuol dire che nessuno viene abbandonato, dimenticato, o lasciato indietro.

Lilo & Stich (2025)

Rating: Tutti

Nazione: Stati Uniti

8

Voto

Redazione

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Lilo & Stich (2025)

Disney si dimostra ancora una volta bravissima nel riuscire a parlare ad un pubblico ad ampio spettro e a divertire con un sottofondo morale capace di riuscire ad “aggrapparsi” ai bambini così come agli adulti. La versione live action è tecnicamente funzionale allo scopo della pellicola e coglie perfettamente l’obbiettivo, dimostrando che la coesistenza sullo schermo di personaggi digitali e in carne e ossa potrebbe essere la giusta strada per accontentare proprio tutti.

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