La casa dei fantasmi, recensione: un film maledetto…dalla noia

Un progetto “maledetto” sì, ma dalla noia: la lunghissima gestazione di La casa dei fantasmi non ha giovato a un film che si limita ad esistere, senza mai emozionare.

La casa dei fantasmi recensione un film maledettodalla noia

Personalmente trovo che l’unico motivo d’interesse riguardante la casa dei fantasmi sia questo: perché Disney ha deciso di farlo passare in sala, dandogli un’uscita cinematografica? Negli ultimi anni tanti film riusciti e incredibilmente più meritevoli - viene in mente per esempio il bellissimo lungometraggio animato Red - sono finiti direttamente su Disney+. Una scelta sintomo del fatto che la Casa del Topo non credeva abbastanza (o per niente) nel loro potenziale.

Cosa ha visto dunque Disney in La casa dei fantasmi, quale potenziale sperava di sfruttare, quale risultato pensa di ottenere? O forse si tratta di un’uscita tampone per bilanciare il calendario o controbattere alla concorrenza delle altre major, che al momento hanno film fortissimi in sala? Difficile dirlo, certo che era da un po’ che non si vedeva un film così sconfortante nella sua incapacità di lasciare in segno, in positivo o anche in negativo.

Nel suo comparto di film live action (cioè con attori in carne e ossa) Disney tende a incappare con una certa regolarità in film da dimenticare immediatamente dimenticati, a torto (lo strepitoso John Carter) o a ragione (l’insulso Nelle pieghe del tempo).

La casa dei fantasmi, recensione: un film maledetto…dalla noia

La casa dei fantasmi però avrebbe potuto avere il potenziale per essere quello che un tempo veniva denominato “un film da cassetta”, ovvero un lungometraggio straight to video, pensato per essere commercializzato direttamente in edizione fisica (allora in formato VHS) senza passare dalla sala. Altro comparto di cui Disney è stata a lungo maestra, con strategici sequel e franchise espansi proprio su cassetta, come per esempio i sequel di Aladdin e Il Re Leone. Parliamo di film con meno risorse e meno ambizioni dei predecessori, ma tutt'altro che disprezzabili. Anzi, talvolta brillanti, rinvigoriti dal minore peso delle aspettative e dalle maglie forse più larghe del controllo interno di Disney.

Chissà cosa penserà di questo film Guillermo Del Toro, che per tre anni, più di un decennio fa, ha lavorato a questo progetto.

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La maledizione di Haunted Mansion

La Haunted Mansion - la casa infestata - è un’attrazione tra le più longeve e amate dei parchi Disney in tutto i mondo. Il visitatore entra in una casa sinistra e, attraverso varie marionette ed effetti speciali, visita una magione in cui appaiono continue presenze paranormali. Non è un’attrazione adrenalinica o spaventosa. È adatta anche ai più piccoli e spesso ha toni che virano dal lievemente macabro alla commedia.Non è la prima volta che Disney prende spunto dalle sue attrazioni per realizzare un film: basti pensare alla saga multimilionaria dei Pirati dei Caraibi.

Non è nemmeno la prima volta che s’ispira a questa attrazione nello specifico: già nel 2003 arrivò nelle sale un film di Rob Minkoff con lo stesso titolo e con protagonista Eddy Murphy nei panni di un'agente immobiliare alle prese con una casa infestata. La trama stavolta è differente, perché la Haunted Mansion più che una storia fornisce un’ambientazione e alcuni personaggi ricorrenti come Madame Leota, la sensitiva con la testa intrappolata in una sfera di cristallo.

Questo remake di La casa dei fantasmi, ripensato da zero, ha una storia lunghissima e travagliata. Già nel 2010 infatti Guillermo Del Toro venne incaricato da Disney di lavorare a un progetto con la Haunted Mansion come protagonista e ne parlò in numerose interviste. Tre anni dopo venne licenziato dalla regia del progetto (rimanendo inizialmente come produttore), senza che nessuna delle parti entrasse mai nei dettagli dell’allontanamento.

Per i successivi sette anni il film è rimasto del production hell, l’inferno dei film teoricamente approvati ma che per un verso o per l’altro non riescono mai a ingranare. A un certo punto si parlò di Ryan Gosling come protagonista, ma poi il film prese un'altra strada, incentrandosi su protagonisti afroamericani e sul folklore suggestivo di New Orleans.

Va rilevato come molto spesso un lungo stallo nel production hell non è un buon segno e, per quanto riguarda questo film, sarebbe forse stato meglio gettare la spugna.

La casa dei fantasmi, recensione: un film maledetto…dalla noia

La trama di La casa dei fantasmi

I protagonisti di La casa dei fantasmi stavolta sono Gabbie e suo figlio: una donna afroamericana rimasta sola al mondo con il figlio pre-adolescente, che tenta di cambiare vita. La donna, interpretata da Rosario Dawson, vuole che il figlio cresca in una grande casa circondata dalla natura. La scelta però cade su un maniero tardo gotico a New Orleans, che si rivela essere stregato.

Chiunque entri non riesce più ad andarsene senza venire inseguito ovunque da fantasmi. Non sapendo come lasciare la casa, Gabbie si rivolge a una guida turistica di nome Ben (LaKeith Stanfield), che finirà per rimanere maledetto dalla casa a sua volta.

Per trovare una soluzione si creerà una stramba comitiva di personaggi - un esorcista non troppo ferrato, uno storico cardiopatico, una sensitiva insicura - per capire come mai così tanti fantasmi infestino la dimora e perché li trattengano al suo interno.

Perché La casa sei fantasmi è un brutto film

Anche se può sembrare un’idea bislacca e una mossa disperata, trarre un film da un’attrazione di un parco divertimenti non è necessariamente l’anticamera del fallimento. I film della saga dei Pirati dei Caraibi ne sono la prova. Nessuno però, nemmeno nel giorno migliore trascorso su questo set, può sinceramente aver pensato che questo progetto potesse anche solo paragonarsi a quell'incredibile successo. Qui manca tutto quello che ha reso i Pirati dei Caraibi un fenomeno globale: una storia forte, una regia intrigante e protagonisti del calibro e del carisma di Johnny Depp, Geoffrey Rush e Orlando Bloom.

Di star nel cast ce ne sono parecchie: Jamie Lee Curtis fresca di Oscar interpreta Madame Leota, Owen Wilson nei panni dell’esorcista Kent, Danny DeVito lo storico Bruce, Jared Leto un fantasma creato in CGI che lo rende dunque irriconoscibile. Nessuno di loro però riesce davvero a brillare, perché manca il materiale su cui lavorare. I personaggi sono più inconsistenti dei fantasmi che li perseguitano.

La casa dei fantasmi, recensione: un film maledetto…dalla noia

È quasi penoso assistere a un film che fatica così tanto a mettere in scena una storia semplicissima nella sua banalità, arrancando tra spiegoni e parentesi comiche che non fanno ridere mai, con l'aggravante di un product placement martellante e sgraziato. Dando il beneficio del dubbio a quel po’ che può essere andato perduto in fase di doppiaggio in termini comici, La casa dei fantasmi è proprio un progetto che fatica arrancando dall'inizio alla fine.

Personaggi con cui mai scatta l’intesa ci somministrano tante lezioncine che risulterebbero tediose in un film ben più avvincente. Di Haunted Mansion attrazione manca soprattutto la voglia di stupire e divertire, di sorprendere continuamente il visitatore, facendolo affezionare al maniero e ai suoi abitanti, facendogli acquisire familiarità con gli spazi, i suoni, gli spettri.

Se proprio non si riesce a scrivere una storia coinvolgente, basterebbe creare un’atmosfera un po’ sinistra, intensa, divertita. Nonostante i rimandi all’attrazione originale siano continui, non si ha mai l’impressione di essere altrove, ma anzi, rimane perennemente la consapevolezza di stare assistendo a un film brutto.

La casa dei fantasmi

Durata: 123'

Nazione: Stati Uniti

4

Voto

Redazione

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La casa dei fantasmi

Non c’è una storia, non c’è un’atmosfera, non ci sono le idee e ci sono tanti attori più o meno famosi con niente d’interessante da sviluppare: assistere alla difficoltà con cui questo film di sviluppa e tenta di portare a compimento la propria storia è un’agonia.