Black Panther

Nonostante un botteghino sempre confortante, le critiche mosse nei confronti dei film dell'MCU sono sempre state concrete e pressanti. Una struttura ripetuta, contaminata da una leggerezza di fondo e da battute puerili che minavano - a detta di alcuni - la qualità stessa delle pellicole. Un qualcosa che doveva ripetersi costantemente, dando quasi per scontato quello che sarebbe apparso sullo schermo.

Indipendentemente dal fatto dell'essere o non essere d'accordo con quanto affermato sopra (personalmente non lo sono), con le ultime due pellicole arrivate sul grande schermo (ma se vogliamo, un po' anche Spider-Man: Homecoming) la casa delle idee ha dimostrato che la la formula non è mai cosa certa. Sia Waititi con il suo Thor: Ragnarok, che il Black Panther di Ryan Coogler, hanno dimostrato in maniera schietta e sincera quanto un film Marvel non sia necessariamente la somma di tutto quello visto in precedenza.

Prosperare senza perdere identità

Ve lo dico in maniera schietta e sincera, ponderata e ragionata a mente fredda dopo una visione che per più di due ore ha riempito gli occhi di una sala che, lentamente, vedeva la formula Marvel disgregarsi sotto i suoi occhi: Black Panther è (personalmente) il miglior film partorito dall'MCU.

Un'affermazione sicuramente forte, ma supportata dalla visione di una regia e una sceneggiatura da parte del regista di Creed, in grado di valorizzare importati discorsi etici; di rendere un film supereroistico carismatico e allo stesso perfettamente incastonato negli elementi di fondo del genere.

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La storia di Pantera Nera è sì una origin story (la migliore vista sul grande schermo della casa Marvel), ma è anche e soprattutto un manifesto sulla cultura africana. I colori della terra e dei vestiti tradizionali del continente, un cast di colore di assoluta eccezione e una colonna sonora che mescola sonorità tipiche delle regioni africane al beat moderno del rap e dell'hip hop, quasi a diventare un anello di congiunzione tra quello che è stato e quella che è oggi la comunità di colore.

Poi c'è Wakanda, una regione ricca, tecnologica, benestante e potente, posizionata nel cuore dell'Africa. Una regione che va in forte contrasto con quello che rappresenta, oggi, il continente in questione, portando in seno dilemmi etici preponderanti ma mai invadenti. Coogler lo sa perfettamente, ma la sua bravura è proprio quella di portare - all'interno di una pellicola di stampo supereroistico - dilemmi che ribaltano il concetto stesso di aiuti.

Dov'era il Wakanda quando i fratelli deboli venivano vessati dalla violenza dell'uomo bianco?”.

Attorno a questo si costruisce una storia che vede un cattivo (Killmonger) che non è un cattivo. Un personaggio, quello di Michael B. Jordan, che porta sulla sua pelle le cicatrici di un passato fatto di scelte, a volte dolorose. Di un T'Challa (Chadwick Boseman) valoroso ma forse troppo buono per fare il Re, e di tradizioni che non si devono rompere, mai.

Black Panther lo esalto proprio per questo, perché finalmente assistiamo alla visione di un film che bilancia in maniera incredibile tutti gli elementi che vengono portati sullo schermo: un'azione dinamica, in grado di esaltare doti e capacità della Pantera, componente politica, etica e sociale. Compreso un passaggio che ho amato tantissimo e che richiama fortemente i momenti di un film di 007.

Nessuno degli elementi sopracitati prende il sopravvento sbilanciando il gusto della pellicola, tutto rimane perfettamente incastonato all'interno di un prodotto che verrà goduto più dagli adulti che dei ragazzi (ed ecco un altro pezzo della formula Marvel, che Coogler modifica). Inoltre, sempre a dimostrare che lo "stampino" dei film Marvel può essere tranquillamente lasciato nel cassetto, Black Panther se ne infischia della timeline e prende una strada solitaria, restando quasi marginale all'Universo cinematografico di cui, lui stesso, ne è comunque un satellite.

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Venti minuti in meno (all'inizio parte davvero lento) e qualche battuta che stona per il tenore della pellicola (terzo indizio di una formula completamente ribaltata) sono i difetti che possono essere imputati ad una pellicola che, al di là di questo, esalta il concetto stesso di supereroe differente e di cultura black. Siamo davanti ad uno spettacolo che vi rimarrà nel cuore e che farà parlare di se come pochi altri film Marvel.