Il ritorno nostalgico di Asterix & Obelix al cinema: la recensione di Il regno di mezzo

Asterix & Obelix tornano al cinema a più di un decennio dal loro ultimo film live action: un importante passaggio di testimone per il cinema francese con un film che sceglie un approccio molto nostalgico. La recensione.

Il ritorno nostalgico di Asterix  Obelix al cinema la recensione di Il regno di mezzo

Al cinema francese non manca davvero niente, nemmeno un frachise di lungo corso che viene rinverdito ogni decennio dalla fine degli anni ‘90, segnando ogni volta un passaggio di testimone tra generazioni di interpreti e registi d’Oltralpe. Quando si parla di Asterix & Obelix dal punto di vista italiano si parla di qualcosa che da noi ha una minima eco rispetto all’impatto che questo titolo ha in madre patria. Dopo 10 anni dall’ultima apparizione al cinema ricordata da noi per l’ottimo casting di Gerard Depardieu nei panni di Obelix, il cinecomics francese ante litteram torna in sala con un cast completamente rinnovato e un’ambizione distributiva non da poco.

Il ritorno nostalgico di Asterix & Obelix al cinema: la recensione di Il regno di mezzo

Quella vecchia volpe di Jérôme Seydoux (potentissimo produttore francese, presidente della Pathé e nonno dell’attrice e bond girl Léa Seydoux) strizza l’occhio al dragone, portando il cast di super star francesi e una stella del mondo sportivo molto amata del cinema proprio nel regno di mezzo del titolo: la Cina dell’epoca dei cinque regni. Prima che il COVID mandasse a monte l’operazione, lo stesso Macron aveva fatto un viaggio diplomatico in Cina per assicurarsi che il film potesse venire girato in loco (e chissà, magari ottenere il visto censura e sbarcare nelle sale cinesi).

L’operazione vuole essere un titolo di richiamo per l’annata cinematografica francese, proponendo agli spettatori un vero e proprio blockbuster: commedia e azione si uniscono a sketch comici, camei e grandi star. Per il ritorno al cinema dei personaggi di Uderzo e Goscinny sono stati messi sul piatto ben 65 milioni di euro: una cifra inimmaginabile in Italia, una scommessa importante per la Francia, ma non del tutto azzardata. Sin dal primo film live action di Asterix & Obelix diretto da Claude Zidi, questo franchise si è sempre rivelato una miniera d’oro.

Stavolta la responsabilità di riportare i galli al cinema è stata messa sulle spalle di un attore divenuto regista: Guillaume Canet, protagonista del super successo La Belle Époque, una stella cinematografica di grande successo negli ultimi anni in Francia, da noi appannaggio dei cinefili più incalliti. La domanda è: Canet riuscirà a gestire al meglio il ruolo di regista di un film con così tante aspettative, al contempo interpretando Asterix?

Per saperne di più continua a leggere la recensione di Asterix & Obelix - Il regno di mezzo:

  • La trama di Asterix & Obelix - Il regno di mezzo
  • Cosa funziona e cosa no Asterix & Obelix - Il regno di mezzo

Il ritorno nostalgico di Asterix & Obelix al cinema: la recensione di Il regno di mezzo

La trama di Asterix & Obelix - Il regno di mezzo

Nel regno di mezzo è il primo film della serie dedicata a Asterix & Obelix a non essere direttamente tratto da uno dei volumi illustrati che costituiscono il canone a fumetti dei due personaggi, pur essendo ricalcato sulla falsariga delle storie più note ambientate nel piccolo villaggio della Gallia che resiste all’impero romano.

In questa incarnazione i protagonisti Asterix (Guillaume Canet) e Obelix (Gilles Lellouche) sono ai ferri corti. Asterixinfatti sta vivendo una sorta di crisi di mezza età: si chiede se non sia il caso di dare un taglio alla dieta a base di cosciotti di carne, si sente delegittimato dalla necessità di dover bere la pozione prima di combattere. Questa crisi d’identità ha dei riflessi anche sull’amicizia con Obelix, che non riconosce più il suo più caro amico.

A scuotere il tran tran del villaggio è l’arrivo di un’ospite venuta da lontano: la bella principessa cinese Fu Yi (Julie Chen) che insieme alla sua guardia del corpo Gancio (Leanna Chea) è venuta a chiedere aiuto ai galli per salvare il regno di mezzo. Uno dei principi dei regni governati dall’imperatrice madre ha fatto un patto con Cesare (Vincent Cassel) per sbaragliare i territori concorrenti, uccidere l’imperatrice e sposare la principessa. Asterix & Obelix partiranno alla volta di un lungo viaggio per salvare il regno di mezzo, prendendosi cotte amorose e riuscendo a ricostruire il loro rapporto d’amicizia decennale, vero collante del film.

Cosa funziona e cosa no Asterix & Obelix - Il regno di mezzo

Si rimane un po’ spiazzati come Obelix quando, all’inizio del film, Asterix propone di ridurre il consumo di carne giornaliero. Il tema del film è…il salutismo a tavola? Gli anacronismi non sono cosa nuova nell’universo di questi personaggi, anzi: sono alla base di buona parte delle gag che inseriscono marchi, personaggi, eventi contemporanei all’epoca delle guerre tra Galli e impero romano.

Quello che il film sta tentando di fare - invero piuttosto maldestramente - è conversare con un pubblico dalla sensibilità contemporanea, che possa immedesimarsi con il desiderio di Asterix di mangiare seguendo una dieta più salutare e a base vegetale. Una crisi di mezza età potrebbe anche essere una buona idea, se il film sviluppasse in qualche modo questo spunto narrativo. Questo tentativo però è così mal introdotto e poco sviluppato da rischiare di mandare alla malora l’intero film. Una pellicola che ci mostra un Asterix in piena crisi d’identità e di mezza età, ma senza mai darne una causa o spiegarne i sentimenti.

Il ritorno nostalgico di Asterix & Obelix al cinema: la recensione di Il regno di mezzo

Quando invece la sceneggiatura torna a farsi forte dell’umorismo leggero e dalla sensibilità passatista propria dei film di Asterix & Obelix, il film torna a ingranare. Le Monde l’ha definito “un umorismo da ragazzino delle medie” ed è difficile dargli torto. C’è un filone di cinema francese che fatica ad adattarsi alle nuove sensibilità e a un umorismo più politicamente corretto, si direbbe da noi, dove un certo tipo di autori e registi hanno lo stesso problema. La soluzione che adotta il film è la stessa vista in Agente 117: Missione Africa, ovvero il franchise francese di lungo corso che è di fatto una parodia di James Bond. Si continuano a fare battute sul filo del sessismo e del razzismo, salvo poi fare dell’autoironia a riguardo, salvando la situazione in corner.

L’impressione è di trovarsi di fronte a un signore di mezza età che sa che certe battute ora sono sconvenienti, ma riesce comunque a metterle sul piatto per poi sminuirle o farci sopra dell’ironia. In Asterix & Obelix questo approccio funziona il giusto, perché si rivolge a un pubblico che probabilmente prova lo stesso disagio e si rifà a un franchise che finora ha avuto questo tipo di umorismo e sensibilità, un po’ machista, ma con un cuore tenero.

In mancanza di alternative o della capacità di rinnovare davvero le storie di Asterix & Obelix, Il regno di mezzo si fa bastare quello che ha. Peccato però vedere l’ambientazione cinese e gli spezzoni che omaggiano il wuxia, il genere cappa e spada asiatico, maldestramente gestiti da una regia che palesemente si trova in difficoltà in ogni scena d’azione.

I nuovi attori che interpretano i due protagonisti convincono il giusto, mentre a brillare sono le star. In primis Vincent Cassel e Marion Cotillard, che non esitano a mettersi in ridicolo interpretando un Cesare e una Cleopatra litigarelli ma innamoratissimi, più vanesi ed egoisti che mai. Sorprende in positivo anche Zlatan Ibrahimovic, come sempre nei panni di sé stesso, che sembra aver ormai preso le misure del mondo del cinema. Sul fronte asiatico invece il livello recitativo si abbassa drasticamente.

Il ritorno nostalgico di Asterix & Obelix al cinema: la recensione di Il regno di mezzo

Asterix & Obelix - Il regno di mezzo

Rating: Tutti

Durata: 112'

Nazione: Francia

5.5

Voto

Redazione

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Asterix & Obelix - Il regno di mezzo

Incapace di rinnovare sé stesso, il franchise di Asterix & Obelix vivacchia sulle glorie passate, facendo autoironia. La presenza di molte star e la capacità produttiva francese evitano al film di andare completamente alla deriva.