Call My Agent 2 diventa più italiano e non si ferma: già approvata la stagione 3: intervista al cast agli sceneggiatori

Call My Agent 2 rilancia: più ambizioso, più italiano e più “oscuro”: intervista al cast in attesa della stagione 3, già annunciata.

Call My Agent 2 diventa più italiano e non si ferma già approvata la stagione 3 intervista al cast agli sceneggiatori

L’annuncio a sorpresa arriva durante la conferenza stampa: mentre Sky è pronta a mettere in onda gli episodi della seconda stagione di Call My Agent - Italia 2, si lavora già a una terza. Non c’è attestato più credibile del successo di una serie che prende in prestito un format di successo francese divenuto internazionale (quello di “Chami il mio agente!”). “Stavolta però abbiamo cercato di rendere la storia più nazionale, più italiana”, spiega la sceneggiatrice Lisa Nur Sultan.

Un impegno non da poco: lei, che ha scritto i soggetti di tutti e sei gli episodi di questa stagione e collaborato alla stesura delle sceneggiature, non ci sarà per la terza: “scrivere Call My Agent è davvero divertente, ma molto, molto, molto impegnativo. Preferisco fermarmi qui, sapendo di lasciare tutto in buone mani”.

La sfida produttiva è già enorme per la stagione 2: basti pensare che la puntata finale è stata girata alla Mostra d’arte cinematografica di Venezia, durante il festival stesso, nottetempo, con la complicità del direttore Alberto Barbera (che fa un piccolo cameo): tanti set, alcune esterne e trasferte, un diluvio di star e temi più seri “più oscuri”.

Call My Agent 2 diventa più italiano e non si ferma: già approvata la stagione 3: intervista al cast agli sceneggiatori

Ecco come i protagonisti davanti e dietro la cinepresa di Call My Agent Italia - stagione 2 ci hanno raccontato la serie. Alla conferenza stampa ufficiale di presentazione erano presenti:

  • Carlo Degli Esposti - fondatore di Palomar
  • Lisa Nur Sultan - sceneggiatrice
  • Luca Ribuoli - regista
  • Michele Di Mauro - Vittorio
  • Sara Drago - Sara
  • Maurizio Lastrico - Michele

Per saperne di più puoi leggere la recensione di tutti gli episodi di Call My Agent Italia 2 .

Lisa, quale direzione avete preso a livello di trama con questa seconda stagione? Qual era il vostro obiettivo?

Lisa Nur Sultan - Con la prima stagione la sfida era tenere testa all’originale francese che si muove ad altissimi livelli e trovare un’identità italiana per la versione di Sky. La sfida per la seconda era quella di mantenere il livello raggiunto dalla prima. Siamo soddisfatti, ci sembra di aver ormai distanziato il format originale francese e aver creato un nostro mondo a parte. Tanto che confermo già che la terza stagione ci sarà.

Carlo Degli Esposti - Credo che il segreto del successo di questa serie non stia solo nella grandissima idea alla base, un’idea televisiva dirompente come non se ne vedevano dai tempi de Il grande fratello. Credo anche che traspaia molto il divertimento che ci mettiamo. Volevamo rilanciare, l’abbiamo fatto, perché volevamo distanziarci di più dalla serie originale che adesso ha già qualche annetto e alcune tematiche sono ormai un po’ datate.

A livello di regia invece cosa è cambiato? Sembra che abbiate alzato l’asticella…

Luca Ribuoli - La sfida produttiva quest’anno è stata davvero gigante. Girare alla Mostra del cinema di Venezia è stata dura, abbiamo rinnovato le sfide di questa serie ed è diventata più impegnativa rispetto alla prima stagione. Mai avrei immaginato di girare a Venezia, durante il festival. Sono contento che agli sceneggiatori sia venuta quest’idea. Certo faceva un caldo…

Per il momento la stampa ha visto solo 2 episodi. Potete anticiparci qualche tema dei successivi?

Lisa Nur Sultan - Mi spiace essere qui senza che i presenti abbiano visto la puntata 4, incentrata sulle bugie e le fregnacce che si dicono in conferenza stampa. L’impegno di questa stagione era portare qualcosa più adulto, più cupo del dietro le quinte di questo mondo senza ovviamente perdere l’approccio comico e “da fumetto”. Volevamo qualcosa che rimasse oltre alle splendide guest che passa. Tra gli elementi principali a livello di scrittura balza subito all’occhio l’orizzontalità maggiore sugli agenti e le loro vicende, più centrali del passato.

Cosa cambia per i tre agenti della CMA presenti nella seconda stagione?

Michele di Mauro -Sì è vero. Per il personaggio c’è una componente distruttiva rispetto alla famiglia e una costruttiva rispetto al rapporto con la figlia non riconosciuta. Credo che la profondità aggiunta sia la strada giusta, ci distanza da altri prodotti che vogliono semplicemente essere divertenti.

Luca Ribuoli - La mamma di Michele mi prega sempre di farlo recitare così lo vestiamo noi. (ride)

Sara Drago - Senza fare spoiler, la scrittura quest’anno va in una dimensione di scoperta di questi personaggi e delle loro fragilità. Credo sia importante anche a livello di affezione del pubblico verso la CMA. Lea è come se si trovasse per la prima volta nella vita a stabilire quanto spazio nella vita debba dedicare all’amore e quanto alla vita. La sua roccia è Gabriele, che diventa quello che ha qualcosa da insegnare, ribaltando la dinamica della prima stagione. Mi è piaciuto trovare una morbidezza e una fragilità in questo personaggio forte, incisivo e determinato.

Maurizio Lastrico - Siamo rimasti molto sorpresi per quanto bene sia stata accolta la prima stagione, ci siamo sentiti un senso di responsabilità enorme sul far funzionare la seconda. Le prime guest star hanno portato una follia bellissima sul set e nelle riprese. Io ho già voglia di rivedere tutta la seconda stagione, nonostante fossi lì a girarla.

Cosa racconta dell’industria dello spettacolo italiano la seconda stagione di Call My Agent Italia?

Lisa Nur Sultan - Non credo ci sia davvero un messaggio singolo in una serie corale che ritrae un industria intera. Il rischio che ci siamo presi è quello di raccontare il nero di un’industria e del suo dietro le quinte, non solo i frizzi e lazzi. Alcuni episodi poi si focalizzano su altre verità amare. Il primo per esempio ci ricorda come l’accoglienza di un progetto è sicuramente aleatoria e non dipende sempre da come si lavora: serve un po’ di distacco e leggerezza, nessuno rischia la vita, non prendiamoci sul serio.

Maurizio Lastrico - Credo sia stato bello mettere un po’ di critica, un po’ di messaggio, è bello che Muccino abbia portato un messaggio sui destini del cinema italianp, che ben si sposa con quanto scritto da Lisa.

Sara Drago - In questi ultimi mesi abbiamo visto una produzione cinematografica straordinaria. Se il cinema italiano è in crisi, mi sembra anche che questa crisi abbia innescato un momento di grande vitalità produttiva e creativa.

Call My Agent 2 diventa più italiano e non si ferma: già approvata la stagione 3: intervista al cast agli sceneggiatori

Come si scrive una sceneggiatura di Call My Agent? Si parte dalla storia o dal “famoso” di puntata?

Lisa Nur Sultan - È un processo di scrittura davvero faticoso, tanto che la terza stagione ho già deciso che non la scriverò, me la godrò sul divano. Io scrivo il soggetto, poi essendo tutti un po’ sciocchi contribuiamo alla grande con tante idee, ma non sempre guardano a buon fine.

Non è semplice incastrare la storia orizzontale con la guest verticale. Un elemento di partenza è sicuramente la possibilità di avere la star disponibile e non occupata con altri impegni quando si gira. È un lavoro che sembra quasi un puzzle.

Per farti un esempio: a un certo punto avevo ideato tutto questo episodio su un autore che si nascondeva dietro lo pseudonimo di Alex Barber. Era un autore texano che aveva scritto il testo su Giordano Bruno intercettato da Nolan. Dietro di lui volevamo ci fosse Alessandro Barbero. L’abbiamo contattato, lui ha detto “ma che scherzate?” e ci ha detto no. Di storie così ce ne sono tante.

Cosa vuol dire stare sul set con una guest star nei panni di sé stessa?

Michele di Mauro - Alle volte poi bisogna improvvisare, alla grande. Per dire: la scena in cui Valeria Bruni Tedeschi nella collega del momento chiama la madre col vivavoce… quella è del tutto improvvisata, abbiamo dovuto reagire e starle dietro così, in diretta.

Maurizio Lastrico - Nella scena all’ospedale con Elodie ho avuto l’impressione che si fermasse il tempo, l’aria. Pensavo di aiutarla perché è una cantante, non è del mestiere. Invece è una grande professionista, alla fine mi sono impappinato ed è stata lei a dare la battute a me.

Gira voce che abbiate contattato anche Fiorello…

Lisa Nur Sultan - Fiorello è un grande fan, lui e la moglie. Lo abbiamo avvicinato ma lui per il momento si è defilato, ma non demordiamo.

Sara drago - lo voglio io, voglio essere la sua agente. Diteglielo pure, scrivetelo nei vostri pezzi.

Dopo il successo della prima stagione qualcuno si è autocandidato al ruolo di guest?

Lisa Nur Sultan - Per la seconda stagione le abbiamo contattate tutte noi. Tanta gente si è proposta ma noi avevamo già scritto gli episodi quindi queste auto-candidature sono fioccate, per cui i diretti interessati dovranno aspettare un po’. Niente di male, ovviamente questa serie ha un respiro lungo.

Io mi sono sentita liberissima scrivendo le sceneggiature, non mi è neanche stato chiesto di mettere riferimenti ai programmi Sky, quando ci sono è perché ce li ho proprio volute mettere io.

Il primo episodio è dedicato a Marzia Ubaldi, l’interprete di Elvira che è venuta a mancare dopo la fine delle riprese della stagione 2. Avete già deciso cosa fare in merito?

Carlo Degli Esposti - Siamo riflettendo su cosa fare con Marzia, ovviamente non avremmo mai voluto avere a che fare con questa decisione in prima battuta.

Quale star vorreste rappresentare con i vostri personaggi?

Maurizio Lastrico - Francesco Russo, io voglio lui anche se nella serie fa il mio assistente.

Lisa Drago - Vanessa Scalera nel panorama italiano, in quello internazionale Emma Stone. Ho cercato di fregare Elodie a Maurizio durante le riprese, ma non ci sono riuscita.