L'Isolo di Maicol & Mirco mette alla prova le nostre solitudini

C’è un uomo, solo, su un’isola: no, non è l’inizio di una barzelletta, bensì l’incipit de L’Isolo, la nuova graphic novel di Maicol & Mirco (qui su Amazon). Un libro un po’ diverso dai precedenti, non una raccolta di Scarabocchi, come l’Opera Omnia, e nemmeno un volume lunghissimo, come Il papà di Dio. Una storia concentrata, in termini di tempo e spazio, che nasce da uno spunto creativo che ha trovato la sua forma attraverso la direzione editoriale. Lo racconta lo stesso autore, in dialogo col suo editore Michele Foschini di Bao Publishing, alla presentazione milanese de L’Isolo ospitata dalla Libreria Feltrinelli. Tutto nasce da un’idea: l’uomo solo su un’isola, appunto. “Lo dico sempre: io non scrivo storie. A costo di sembrare pazzo (o furbo), ma io disegno i personaggi sul foglio e aspetto che prendano vita. E questo libro nasce proprio dall’idea di raccontare cosa avrebbe fatto quell’uomo sull’isola, che è minuscola proprio come quella delle barzellette. La prima idea era quella di farci una serie, ma non funzionava. Ero eccitato dal fatto che ci fosse qualcosa da raccontare, ma non sapevo assolutamente cosa. Non sapevo chi fosse questo personaggio, perché fosse sull'isola, se fosse fuggito, tornato, o se fosse in cerca di aiuto”.
Spesso si dice che imporsi dei limiti aiuti il processo artistico a svilupparsi e, a conferma di questa tesi, a dare forma a L’Isolo hanno contribuito le indicazioni di Bao, che temendo di alienare i lettori con un altro tomo imponente alla pari de Il Papà di Dio ha indirizzato Maicol e Mirco verso un formato editoriale più tradizionale. Un segnale dell’ottimo rapporto tra Maicol & Mirco e la Bao, costruito su una collaborazione che dura da anni attraverso la realizzazione di volumi che hanno richiesto spesso parecchia cura editoriale: “Tornando in dietro, mi sembra incredibile di poter entrare in ufficio, chiedere le cose che riesco a immaginare e trovare una sponda. Lavorare con me è davvero un salto nel vuoto e L’Isolo è il primo libro che abbiamo fatto seguendo dall’inizio un processo ordinario, come si deve”.

“All’inizio pensavo che il limite di pagine indicato dalla redazione fosse qualcosa che non potevo accettare, ma in realtà è stato utilissimo. Per una volta volevo provare a fare un libro che non avesse nessuno specchietto per le allodole, nemmeno un bellissimo specchietto per allodole, né la copertina cartonata o un titolo fuori di testa. Volevo semplicemente un libro che fosse fruibile normalmente, di quelli che si possono tirare su per caso in libreria e scoprire qualcosa che non ci si aspetta”.
Se il formato è un po’ diverso, dunque, da quello a cui Maicol & Mirco ha abituato i suoi lettori, ne L’Isolo si ritrova tutta la sua poetica e il suo nichilismo caustico, insieme alle svolte sorprendenti che fanno parte dell’arsenale del vignettista. Il suo protagonista è bloccato sull’isola delle barzellette della Settimana Enigmistica. Felicemente bloccato. Lontano da una società e una cultura che schifa. “Vive solo, circondato dal mare. Proprio come tutti noi” recita la tag line sulla copertina. È ovvio fin da qui che Maicol & Mirco gioca con la stratificazione dei significati, mettendo in scena una pièce teatrale in cui deflagrano le nostre contraddizioni in un riuscitissimo dialogo tra segno e significato.
Il canonico tratto a pennarello di Maicol & Mirco, questa volta rosso su pagina bianca, tratteggia un universo con poche linee tremolanti, sottrae e sintetizza fino ad arrivare al nucleo, all’idea di ciò che intende rappresentare; ma è sempre con questo tratto che sorprende il lettore con le meraviglie “televisive” della sua micro-isola che esplodono su tavola con la forza della natura stessa.

L’Isolo in qualche modo è un instant book, perché le idiosincrasie del suo personaggio sono quelle in cui oscilla buona parte di noi, di chi oggi inizia non sentirsi più parte di una società di cui non condivide i valori, di un modello di vita concepito per spremerci, lontani da altri esseri umani in cui si fatica a scorgere scintille di umanità. Un’umanità, intesa tanto come natura quanto come compagnia, a cui non possiamo sottrarci e che attraverso il tema della genitorialità arriva a colpire il lettore con un finale che riserva una bella botta emotiva un po’ a chiunque, illuminando il tramonto sull'isola di un inatteso ottimismo.
“Io dico sempre che tutti gli autori sono degli ottimisti, anche quando si travestono da nichilisti la mattina” chiosa Maicol & Mirco sul finale della presentazione in risposta a una domanda dal pubblico. “Qualunque autore che decide di disegnare, di muovere la penna, di fare una scultura, compie un gesto di incredibile ottimismo. L’artista nichilista vero non fa arte. Ne conosco, rinunciano all’arte, non toccano una penna. Chiunque faccia qualcosa è un ottimista, perché il mondo fa di tutto per convincerti a non fare nulla. Questo non è un libro di speranza perché io sto meglio; in realtà tutte le opere che ho scritto, ancora prima di avere figli, le ho sempre pensate come leggibili anche da un bambino. Magari di nascosto, certo!”.


