Venezia 80, i film migliori e peggiori: cosa vedere in sala e cosa evitare a ogni costo

*Cosa rimarrà di questa edizione di Venezia? Ecco i film promossi e bocciati di una Mostra che, rispetto al passato, sembra meno brillante. Scopri i migliori e i peggiori della manifestazione.*

Venezia 80 i film migliori e peggiori cosa vedere in sala e cosa evitare a ogni costo

Venezia 80 sta giungendo alla sua conclusione, ed è già ora di fare un bilancio. Con la competizione terminata e l'attesa per il tradizionale gioco del Toto Leone, dove si cercano di indovinare i vincitori del Palmares, è giunto il momento di riflettere su questa edizione della Mostra.

Come si è comportata, in termini di qualità? L'impressione generale è che il livello sia stato inferiore rispetto agli anni passati. Fortunatamente, non sono mancati grandi film, ma sono stati scarsi quelli di fascia media che riescono a conquistare. Quei titoli solidi, non eccezionali ma almeno convincenti e talvolta in grado di entusiasmare. Al contrario, ci sono stati molti insuccessi e persino qualche vera e propria delusione. In questa edizione, almeno nella competizione principale, sembra non esserci via di mezzo: o ci si trova di fronte a film straordinari, o s’incappa in veri disastri.

Il nutrito gruppo di registi italiani ha ottenuto risultati relativamente positivi. Con “Io capitano” Matteo Garrone, per fortuna, è riuscito a mantenere alta la bandiera italiana, regalando il miglior film nazionale in concorso, seguito dagli ambiziosi e anticonvenzionali “Enea” e “Comandante”. Tuttavia, nonostante un budget consistente e ambizioni internazionali, "Finalmente l’alba" si è rivelato uno dei titoli più deludenti dell'intera edizione.

Tra i film di successo ci sono nomi già affermati, alcuni dei quali hanno raggiunto un nuovo apice o la loro consacrazione con questa pellicola. D'altro canto, tra i fallimenti ci sono spesso registi di grande esperienza e qualche regista debuttante ben intenzionato ma male consigliato.

Ecco i migliori e i peggiori film visti al Festival di Venezia 2023:

Venezia al top: i migliori film dell'edizione

Hit Man di Richard Linklater

I ben informati dicono che sia stata la produzione a mettere il veto sul passaggio in concorso di un film che avrebbe facilmente potuto vincere il Leone d'Oro. È un passo avanti rispetto a tutto il resto, grazie a una sceneggiatura imprevedibile e fenomenale. Inoltre, il pubblico in sala lo adorerà. In Italia, il film è stato acquisito dalla BIM, forse perché questa casa di distribuzione si occupa da tradizione dei titoli di Linklater. Potrebbe avere tra le mani una gallina dalle uova d'oro. Senza dimenticare che è nata una stella: Glen Powell qui è semplicemente fenomenale. "Hit Man" potrebbe consacrarlo.

La recensione di "Hit Man"

Povere creature! di Yorgos Lanthimos

Un biglietto solo andata per gli Oscar: Lanthimos non ha commesso errori nel suo visionario film su una Frankenstein al femminile, regalando a Emma Stone un ruolo che la consacra come attrice di altissimo livello. Il meteo prevede un'abbondante scroscio di nomination tecniche agli Oscar e anche il pubblico adulto (date le numerose scene di sesso) potrebbe apprezzare, facendo volare gli incassi.

La recensione di "Povere creature!"

Bastarden di Nicolaj Arcel

Si ride, si piange e si resta incollati alla sedia, seguendo la crescita di un campo di patate nella brughiera della Jutland come se fosse una questione di vita o di morte. Lo è. Questo film danese in costume che diventa western ha davvero tutto ciò che una pellicola può desiderare, a partire da un gigantesco Mads Mikkelsen protagonista. Forse gli manca solo quel spunto in più per mettere le mani sul premio più ambito, ma chissà.

La recensione di "Bastarden"

The Devil Does Not Exist di Ryusuke Hamaguchi

Il giapponese Hamaguchi non delude mai, perché è innanzitutto un grande autore. Potrebbe scrivere romanzi e vincerebbe ogni premio esistente: per nostra fortuna, si dedica alle sceneggiature. "The Devil Does Not Exist" sembra un tranquillo racconto ecologista nella campagna giapponese, ma quando il regista di "Drive My Car" mette le carte in tavola, il film diventa inarrestabile, culminando in un finale che lascerà molti spettatori perplessi, ma confermando l'abilità di Hamaguchi nel piantare un colpo silenzioso al cuore ancor prima che tu te ne renda conto.

La Bête di Bertrand Bonello

Un'esperienza dedicata ai cinefili duri e puri pronti a ogni follia su grande schermo. La Bête è il film più sperimentale e audace della competizione. Bonello riprende Henry James citando abbondantemente il David Lynch di "Inland Empire": ambizioni notevoli gestite quasi alla perfezione, con Lea Seydoux che si conferma un'interprete che non teme nulla.

This Is How a Child Becomes a Poet di Céline Sciamma

Un cortometraggio di 16 minuti con al suo interno tre storie: quella della poetessa nella cui casa è stato realizzato, quella della regista che lo ha girato e montato con un iPad e quella della donna che gli ha suggerito di farlo. È incredibile come più Sciamma si allontana dal cinema per fare altro, più i suoi ritorni siano magistrali. Ormai è una fuoriclasse.

Venezia flop: i peggiori film dell'edizione

L'ordine del tempo di Liliana Cavani

È doloroso vedere Cavani ricevere un Leone alla carriera presentando un film che sarà apprezzato solo dai cultori del trash. "L'ordine del tempo" è un film apocalittico e corale che sgomenta con una serie di dialoghi scadenti e passaggi di trama che sembrano buoni solo per diventare meme. Contiene almeno un paio delle scene più ridicole dell'edizione e il cameo più inaspettato: quello del granchio blu, la cui invasione del Mediterraneo è stata un argomento estivo d'eccellenza di quest'estate.

The Palace di Roman Polanski

Forse Roman Polanski non ha mai fatto un film così brutto. Voleva realizzare una commedia viennese ambientata nella notte di Capodanno del 2000, ma finisce per assomigliare in modo preoccupante a una commedia natalizia dell'epoca d'oro di Boldi e De Sica. Inoltre, il vincitore della Palma d'Oro "Triangle of Sadness" aveva già trattato lo stesso tema in modo molto migliore. Il film sembra fuori tempo massimo per tematiche e poco divertente sul versante comico, con passaggi di trama inconcludenti.

Finalmente l'alba di Saverio Costanzo

Un film con una prima parte promettente che si perde completamente nella seconda, tanto da rischiare di aggiudicarsi il premio come peggior film in corsa per il Leone. A proposito di leonidi, la scena finale è particolarmente ridicola e tocca il fondo già prima del suo passaggio al nero finale, per poi scavare ancor più in basso. La cosa peggiore è che non è chiaro come siano stati spesi i 28 milioni di budget, una cifra enorme per un film italiano.

Holly di Fien Troch

Questo film sembra essere l’intruso nella selezione principale: perché non collocarlo in una sezione meno prestigiosa (dove non avrebbe comunque rappresentato il film di punta)? L'idea alla base di questo lungometraggio fiammingo è molto accattivante: una ragazza delle medie con il dono delle premonizioni e poteri da strega usa il suo dono per sollevare il morale delle famiglie della sua scuola dopo una tragedia. Tuttavia, l'esecuzione è scialba, senza carattere, e non sfrutta mai appieno i poteri della ragazza, che rappresentano l'aspetto più intrigante di un film che presenta anche attori poco ispirati.

Maestro di Bradley Cooper

Non è un film brutto nel senso tradizionale del termine, ma nel complesso delude le aspettative di un film che sembrava destinato a una corsa trionfale agli Oscar, con Spielberg e Scorsese come padrini. È ben fatto e recitato in modo competente, ma è troppo educato e convenzionale. “Maestro” è un film che sa di vecchio e che fatica a offrire qualcosa di interessante sulla vita del gigante della musica, Leonard Bernstein.

La recensione di "Maestro"