Hit Man è la bomba di Venezia 80: la recensione del film di Richard Linklater

Richard Linklater ha fatto centro, con una commedia perfetta dall’inizio alla fine che profuma già di nuovo piccolo, grande classico del genere: la recensione di Hit Man.

Hit Man è la bomba di Venezia 80 la recensione del film di Richard Linklater

Battere un gigante come David Fincher al suo stesso gioco cinematografico non è impresa da poco, ma Richard Linklater c’è riuscito, tirando fuori dal cappello un film davvero strepitoso, che mi ha fatto pensare a più riprese: nei prossimi anni racconterò di questa proiezione di Hit Man a Venezia.

L’unica perplessità rispetto a questa pellicola che non esito a definire eccezionale è cosa ci faccia fuori concorso: possibile che il direttore Barbera non abbia visto il potenziale di questo gioiello? Se Hit Man fosse passato in concorso avrebbe ipotecato, anzi blindato il premio come miglior sceneggiatura. Probabilmente avrebbe avuto anche concrete possibilità di andare a Leone, complice una giuria con una buona presenza di anglofoni e il livello non proprio strepitoso dei film in concorso in questa edizione.

Viene da mangiarsi le mani al pensiero, con l’unica speranza degli Oscar che possano raddrizzare questo torto. Hit Man però deve acquisire visibilità e passaparola da subito, quindi sono già qui a dirvi: il film della Mostra da vedere, se proprio la scelta si riduce a un solo titolo, è indubbiamente questo.

Non si vedeva un film con una sceneggiatura così perfetta da anni. Una scrittura acuta, ironica, capace di rimestare in vari generi e di non somigliare davvero a niente di quanto venuto prima, regalando la resurrezione della commedia romantica, solo però dopo averla annegata in un noir nerissimo. Aggiungiamoci poi che è un film perfetto per tutto il pubblico adulto, che graffia, intrattiene e diverte, che appassionerà sia chi vuole vedere pellicole stimolanti sia chi vuole storie così trascinanti da consentirgli di spegnere il cervello.

Hit Man è la bomba di Venezia 80: la recensione del film di Richard Linklater

Spoiler: non ci riuscirà, perché Hit Man è nato per sedurre ed è maledettamente bravo a farlo.

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La trama di Hit Man

Gary Johnson (Glen Powell) è un professore di filosofia che arrotonda lo stipendio collaborando con la polizia grazie alle sue notevoli competenze informatiche. Divorziato, gattaro, considerato uno strambo, sbeffeggiato dai suoi stessi studenti perché guida una Honda Civic, conduce un’esistenza solitaria ma per lui appagante.

Quando un poliziotto della sua squadra viene sospeso dai superiori per aver picchiato dei ragazzini, Gary si ritrova a sostituirlo in un lavoro sotto copertura. Deve fingersi un sicario e registrare le conversazioni con i mandanti di ipotetici omicidi, per incastrarli. Contro ogni pronostico, Gary è un infiltrato nato: tanto è bizzarro nella vita quotidiana quanto è carismatico e irresistibile come serial killer.

Quando incontra Madison (Adria Arjona), una donna che desidera uccidere il marito possessivo e minaccioso, Gary si finge Ron, un sicario che, contro il suo interesse, le consiglia di rifarsi una vita e le evita l’arresto. Attratto dalla donna, Gary comincia a frequentarla nei panni di Ron e tra i due scoppia una travolgente passione.

Il confine tra Gary e Ron si fa sempre più sottile, mentre la relazione tra i due riserva risvolti inaspettati, che metteranno a dura prova la capacità di mentire e improvvisare di Gary.

Hit Man è la bomba di Venezia 80: la recensione del film di Richard Linklater

Perché Hit Man è il miglior film visto a Venezia 80

Sono anni che non si vedeva una commedia scritta bene come Hit Man. La reazione istintiva di fronte a una trama che gioca bene le sue carte e vince sempre, tenendo avvinto e divertito il pubblico, è quella di correre in copisteria, stampare la sceneggiatura e invitare tutti gli aspiranti sceneggiatori a leggerla finché non la mandano a memoria.

Hit Man non è nemmeno una rielaborazione in chiave comica del genere incarnato da The Killer di David Fincher. A posteriori si potrebbe definire un noir, in cui non è chiaro chi sia il fatale seduttore e nemmeno quale sia il vero protagonista: Ron è la maschera di Gary o attraverso il suo alter ego criminale viene via la maschera sociale rassicurante che il protagonista ha sinora indossato?

Linklater ha sotto la cintura parecchie commedie riuscite con un pizzico di scorrettezza (vedi School of Rock), ma l’equilibrio qui è perfetto, tanto che il film nel gran finale apparecchia una scena magistrale, che è il climax del film ma anche un passaggio di una cupezza, di una brutalità che dovrebbe ghiacciare il sangue nelle vene. Non fosse che Linklater tiene la barra dritta e mantiene comunque il tutto nel territorio della commedia.

In un’era cinematografica tanto incapace e disinteressata al raccontare sessualità e intimità tra adulti, Hit Man mette insieme una coppia dalla chimica esplosiva, cucinando a fuoco lento una commedia romantica dalla sensualità sempre più bollente. Il sesso c’è ed è travolgente, fatto di role play, desiderio e romanticismo. C’è una scena in cui non succede poi tantissimo, ma c’è una giustapposizione così ardita da avvicinarsi a nomi che hanno usato il sesso come accetta per abbattere il perbenismo degli spettatori.

Hit Man è la bomba di Venezia 80: la recensione del film di Richard Linklater

Sul finale poi il film riesce nell’incredibile impresa di essere rassicurante, familista eppure nerissimo, trovando una chiusa assolutamente perfetta e imprevedibile. Niente è fuori posto, tutto funziona al meglio. Linklater tira fuori insomma un mezzo capolavoro, riuscendo nell’indicibile impresa di provare che la commedia romantica può ancora dare tanto e parlare a un pubblico trasversale.

Il regista ha anche il merito di aver creduto in un attore come Glen Powell, su cui finora non aveva puntato con convinzione nessuno. Che interprete si scopre qui! I suoi ritmi comici, la sua capacità di creare la dicotomia Gary/Ron emanando un’aura distinta tra i due, l’intesa perfetta con una Adria Arjona che riesce a tenergli testa e a rimanere comprimaria. È la magia del cinema, ma sembra davvero che, scena dopo scena, Powell diventi un sex symbol irresistibile.

9/10 Linklater ha tirato fuori un piccolo capolavoro non da poco, un film che definirà il suo percorso. La speranza è che, come Boyhood, riceva l’attenzione meritata e non si sia costretti a riscoprirlo dopo anni. Anche perché una volta tanto è un film dannatamente divertente da vedere al cinema. Non lasciatevelo sfuggire quando uscirà in sala.

10

Voto

Redazione

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Hit Man è la bomba di Venezia 80: la recensione del film di Richard Linklater

Linklater ha tirato fuori un piccolo capolavoro non da poco, un film che definirà il suo percorso. La speranza è che, come Boyhood, riceva l’attenzione meritata e non si sia costretti a riscoprirlo dopo anni. Anche perché una volta tanto è un film dannatamente divertente da vedere al cinema. Non lasciatevelo sfuggire quando uscirà in sala.