Mickey 17: Le differenze tra il libro e il film sono la prova del genio di Bong Joon-ho

Da un futuro lontano a un presente inquietante: le scelte di Bong Joon-ho in Mickey 17 svelano una critica acuta alle disuguaglianze e al potere.

Mickey 17 Le differenze tra il libro e il film sono la prova del genio di Bong Joonho

Un vero autore rimane tale anche quando si cimenta con il cinema commerciale e lo fa attraverso il romanzo e le idee di un altro: lo si capisce bene leggendo e guardando Mickey 17 di Bong Joon-ho.

Questa puntata di cinevocale esplora le differenze tra libro e film e chiede allo storico doppiatore di Pattinson, Stefano Crescentini, un parere su questa sua lodatissima performance, che abbiamo approfondito in questo speciale

Tratto dal romanzo di fantascienza Mickey7 di Edward Ashton, Mickey 17 segna l’atteso ritorno di Bong Joon-ho dopo il trionfo di Parasite. Anche chi ha già letto il libro di Ashton, di recente pubblicato in Italia da Fanucci, avrà molte sorprese in sala. Infatti se il romanzo propone una riflessione sulla diaspora umana nell’universo in un futuro distante centinaia di anni, la trasposizione cinematografica si rivela ben più complessa e ambiziosa per come si ancora al nostro presente.

Proprio in come il film prende la storia originaria e la piega alle esigenze narrative e artistiche del suo regista e sceneggiatore risiede la prova tangibile del genio di Bong Joon-ho, capace di trasformare un racconto di genere in un'opera autoriale con una forte impronta sociale e politica. Come ti racconto nella puntata di Cinevocale su Mickey17, le variazioni apportate dal regista sono tutt’altro che casuali, ma il risultato di una precisa visione artisticache altera profondamente il senso stesso della storia originale. Il tutto rimanendo nell’alvero del cinema commerciale.

Mikey 17 - Il podcast


Un Autore al Bivio: Tra Intrattenimento e Commento Sociale

Un cineasta che si misura con un film commerciale, magari lontano dal suo paese e in una lingua che non parla, è ancora un autore? La risposta, tutt'altro che scontata, ci spinge a riflettere sulla natura stessa dell'autorialità. L’essenza di un autore risiede nell'identità personale e artistica, nelle opere realizzate o in una sinergia tra i due? Mickey 17 di Bong Joon-ho offre un terreno fertile per esplorare questo interrogativo, alimentato dalla filmografia eclettica del regista coreano, sospesa tra produzioni intime e progetti hollywoodiani.

Mickey 17 irrompe in un momento cruciale nella carriera di Bong Joon-ho, reduce dal trionfo planetario di Parasite, con il mondo cinematografico in attesa di vedere in che direzione si muoverà e se a Occidente o in Corea. In questo momento di forte pressione e interessamento a parte di Hollywood, decide di trasporre un romanzo di fantascienza, Mickey7 di Edward Ashton, sotto l'egida di Warner Bros. e in lingua inglese.

Sembra una scelta volta a tirare il fiato, a divertirsi, senza badare troppo alle aspettative di un soggetto di suo pugno. Eppure, come dimostrato con Snowpiercer, Bong Joon-ho ha l'abilità di piegare materiali preesistenti alla propria visione, trasformandoli in opere intrise di commento sociale e riflessioni profonde.

Il regista, infatti, ha riscritto completamente la storia, a partire dal contesto temporale e geografico. Ashton immagina un futuro lontano, in cui la diaspora umana è già avvenuta e la Terra è un ricordo sbiadito. Bong Joon-ho invece radica la sua storia in un presente più riconoscibile, un futuro prossimo in cui la colonizzazione spaziale è un'estensione delle nostre problematiche attuali. Questa scelta sposta l'attenzione dalla pura esplorazione scientifica alla riflessione sui meccanismi di potere e sfruttamento che persistono anche al di fuori del nostro pianeta, rendendo palpabile la critica al classismo e alle disuguaglianze che permeano la nostra società, un tema centrale in Parasite e in tutto il suo cinema.

Dal romanzo allo schermo: cosa è importante per Bong Joon-ho

Il passaggio dal romanzo al film è un processo di trasformazione radicale, in cui Bong Joon-ho non si limita ad adattare, ma reinventa. Abbracciando il ruolo di sceneggiatore, il regista modifica personaggi, equilibri narrativi e messaggi, plasmando Mickey 17 a sua immagine e somiglianza. Nel romanzo, i "cattivi" sono figure vaghe, mosse da motivazioni personali e spesso intrise di fanatismo religioso. Nel film, assumono la forma di personaggi politici e sociali che alimentano un culto della personalità, incarnando la critica al potere e alla corruzione che è una costante nel cinema di Bong Joon-ho.

Il personaggio di Toni Collette e quello di Mark Ruffalo, in particolare, incarnano una leadership autoritaria e manipolatrice, dai modi grotteschi, capace di sfruttare la fragilità economiche e psicologiche altrui per i propri fini.

Anche le immagini subiscono una metamorfosi. La nascita dei cloni di Mickey, descritta nel romanzo come un processo immerso in una vasca di materiale melmoso, diventa un parto tecnologico e grottesco, generato da una stampante 3D che dissacra il corpo umano e riduce il protagonista al ruolo di cavia, evidenziando la disumanizzazione del lavoro e la mercificazione del corpo in un futuro (neanche troppo) distopico.

La performance di Pattinson è un tassello fondamentale nella costruzione di Mickey 17

Mickey 17 non è solo la visione di un autore, così come avviene per il romanzo. È un film e quindi un'opera collaborativa e collettiva e questa sua stessa natura influenza il risultato finale in una specifica direzione.

Mickey 17 trova un particolare punto di forza e caratterizzazione nella performance di Robert Pattinson. Il compito per l’interprete è sfidante: incarnare due versioni distinte dello stesso personaggio, differenziandole in modo credibile e istantaneo. Grazie alla guida di Bong Joon-ho e al talento dell'attore, i due Mickey prendono vita sullo schermo, con sfumature e caratteristiche proprie.

La performance di Pattinson non è solo un esercizio di virtuosismo attoriale, ma un elemento chiave per veicolare il messaggio del film completo di una forte carica emotiva e una certa vena comica molto orientale.

Mickey 17 dimostra che un grande autore può lasciare un'impronta inconfondibile anche in un contesto di produzione complessa, trasformando una storia preesistente in un'opera che riflette la sua sensibilità e la sua visione del mondo. In Mickey 17, Bong Joon-ho non si limita a raccontare una storia di fantascienza, ma utilizza il genere per affrontare temi complessi e urgenti, confermando il suo status di uno dei cineasti più importanti e innovativi del nostro tempo.

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