Recensione di KPop Demon Hunters: il nuovo film targato Netflix tra demoni e popstar
Animazioni straordinarie, boy band dal fisico impeccabile e cacciatrici di demoni pronte a combattere: KPop Demon Hunters conquista grandi e piccini.
KPop Demon Hunters è il nuovo film d’animazione targato Netflix e Sony Pictures Animation. I colori vibranti e la vitalità delle canzoni K-Pop si fondono con un mondo oscuro, pregno di minacce e milioni di vite da salvare. Ebbene, alcuni aspetti si sono rivelati estremamente convincenti, dalla colonna sonora allo stile visivo che è un piacere per gli occhi, mentre altri ci hanno lasciati con l’amaro in bocca. Nel complesso, però, abbiamo a che fare con uno dei migliori film dell’anno. Ecco la nostra recensione.

La trama di KPop Demon Hunters
La musica non è un semplice agglomerato di note e ritmo ma diventa una panacea, uno strumento vitale in grado di salvare la vita delle persone. La trama ruota infatti attorno a una nuova band K-Pop al femminile, chiamata Huntr/x, le cui protagoniste sono in realtà delle cacciatrici di demoni. “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, infatti il loro compito è quello di sconfiggere il Re Demone Gwi-Ma, entità maligna che si nutre di anime. I demoni seminano il panico da molti, moltissimi anni, generando morte, distruzione e disperazione. Famiglie separate, bambini che hanno perso i loro cari, insicurezze e traumi che si sono insinuati nelle menti delle persone ancor prima che i demoni se ne nutrissero avidamente.
Nella generazione attuale, però, Gwi-Ma non ha più anime da divorare. Nasce così una boy band demoniaca, guidata da Jinu, personaggio che ha giocato un ruolo cruciale nell’intera trama e che ci ha riservato qualche colpo di scena. Le Huntr/x devono quindi scontrarsi con i Saja Boys, gruppo rivale che, tra canzoni altamente orecchiabili, addominali scolpiti e pelle perfettamente idratata, riesce a conquistare immediatamente un esercito famelico di fan.
Una storia semplice ma piacevole
Quella di KPop Demon Hunters non è una storia particolarmente innovativa, ma è piacevole, scorrevole e sa farsi apprezzare, grazie a una narrazione ben strutturata e ad animazioni sorprendenti. Troviamo dinamiche piuttosto classiche che preferiamo non rivelarvi per non rischiare di rovinarvi la sorpresa e l’esperienza di visione. Tuttavia, è un film che riesce a coinvolgere dall’inizio, grazie innanzitutto alle personalità delle protagoniste. Mira, Zoey e Rumi hanno dei caratteri ben definiti, nonché fragilità e punti deboli strettamente legati al passato. A tal proposito, avremmo preferito una maggiore cura nella rappresentazione delle personalità di Mira e Zoey, che a volte finiscono in secondo piano fungendo quasi da contorno. L’attenzione si concentra palesemente su Rumi, che insieme a Jinu ha praticamente trainato la storia. Rumi non è solo la lead vocalist, ma nasconde anche un segreto molto importante che cela tanti valori profondi.

Non sono mancati piccoli vuoti narrativi, racconti forse un po’ affrettati e un finale che ci ha convinto da un lato, ma dall’altro ci ha lasciato con un pizzico di amaro in bocca. Purtroppo non possiamo spiegarvi il motivo, ma ci è parso un po’ sbrigativo, come se alcuni avvenimenti precedenti (in particolare una vicenda che pensavamo potesse avere un impatto più significativo per Rumi a livello emotivo) non avessero avuto una particolare rilevanza.
Tralasciando questi aspetti, che però non influiscono troppo negativamente, si tratta di un film davvero sorprendente. In un’ora e 36 minuti abbiamo vissuto vicende esilaranti, scoperto personalità divertenti, nonché l’universo tanto affascinante quanto particolare del K-Pop, con tutte le sue sfumature.
La colonna sonora è la protagonista assoluta
Trattandosi di un film che sposa le classiche dinamiche di un musical, non mancano scene in cui la musica- ovviamente K-Pop - regna sovrana. I brani restano impressi nella mente (alcuni li stiamo ancora ascoltando a ripetizione), grazie a sound coinvolgenti e soprattutto a voci davvero impressionanti. Da musiche con tanto di dissing a duetti più melodici e romantici, KPop Demon Hunters ha saputo fondere alla perfezione la narrazione con le scene musicali, senza che quest’ultime fossero troppo invadenti a differenza di altri film.
Qualche spunto su cui riflettere
Se da un lato abbiamo a che fare con un semplice film d’animazione, dall'altro non possiamo non aprire una parentesi legata al mondo tanto ammaliante quanto complesso delle band coreane. Gli stessi demoni, seppur simbolici, contornano in realtà questo universo sotto forma di regole rigide, sacrifici, limitazioni, ossessioni e in alcuni casi tantissima sofferenza, seppur celata. Come in KPop Demon Hunters, i fan venerano i loro cantanti preferiti, urlano a squarciagola per loro, piangono per loro, ma ignorano ciò che accade dietro lo stage.
È un ambiente affascinante: i nostri occhi restano estasiati da corpi perfettamente scolpiti, coreografie ipnotiche e gruppi apparentemente uniti come se fosse nel loro destino. Ciò che purtroppo non sappiamo, è che l’industria K-Pop è pregna di pressioni sociali, lati oscuri e – in alcuni casi – perfino depressione. È una parentesi che può risultare quasi fuori tema, ma che abbiamo voluto fortemente aprire, dato che alcune scene pongono l’accento su certe dinamiche.

Stile visivo semplicemente straordinario
Le animazioni e l’estetica in generale sono semplicemente straordinarie e meritano una menzione d’onore. Colori vibranti, ambientazioni spettacolari e animazioni splendidamente realizzate rappresentano la punta di diamante assoluta di questo film. L’espressività dei personaggi è a dir poco impressionante, arricchita tra l’altro da diverse smorfie esilaranti che hanno conferito ancora più profondità (Zoey, in particolar modo, ci ha strappato diverse risate).
KPop Demon Hunters è un prodotto ben confezionato che, nonostante qualche piccola imperfezione, è tra i migliori film del momento e dovreste assolutamente dargli una possibilità. Oltretutto, è perfetto per qualsiasi età ed è in grado di destreggiarsi tra diverse tematiche con grande naturalezza e delicatezza, adattandosi quindi a qualsiasi pubblico. Molto convincente anche il doppiaggio italiano, che ha saputo rappresentare appieno i personaggi.

Recensione di KPop Demon Hunters, conclusioni
KPop Demon Hunters è una splendida sorpresa. Lo stile visivo e le animazioni spiccano immediatamente, grazie alle ambientazioni straordinarie, ai colori vibranti e ai personaggi incredibilmente espressivi. Ad arricchire il tutto è una storia non troppo originale ma ben realizzata, seppur un po’ affrettata in alcuni momenti. Una menzione d’onore va alla colonna sonora, emblema assoluto dell’universo K-Pop, con brani orecchiabili che restano impressi per diversi giorni, grazie anche a voci di grande talento (a tal proposito, se amate il genere vi suggeriamo assolutamente di ascoltare qualche brano di Audrey Nuna).
È un film adatto a qualsiasi età, che sa farsi apprezzare fin dai primissimi minuti e che, tra una risata e l’altra, ci permette di vivere anche storie di rinascita, riscatto e momenti commoventi.
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Redazione

Recensione di KPop Demon Hunters: il nuovo film targato Netflix tra demoni e popstar
KPop Demon Hunters riesce a conquistare grandi e piccini senza alcuna difficoltà, grazie a una storia ben confezionata, seppur a volte un po' affrettata, animazioni straordinarie e brani altamente orecchiabili. Non mancano momenti emozionanti che si fondono perfettamente con vicende più leggere e spensierate che strappano una risata senza difficoltà.







