Medusa: la recensione della telenovela travestita da serie TV su Netflix

Confezione patinata, contenuto cheap

Medusa la recensione della telenovela travestita da serie TV su Netflix

Su Netflix è disponibile la prima stagione di Medusa, la serie colombiana in 12 episodi che, sulla carta, viene pubblicizzata come la rivisitazione del mito greco… Se non fosse che la serie, patinata ma con una sceneggiatura di bassa qualità, sembra invece voler conquistare il pubblico con mezzi di bassa lega, approfittando anche della bellezza della splendida Juana Acosta, molto conosciuta e amata in patria.

La trama di Medusa

Medusa: la recensione della telenovela travestita da serie TV su Netflix

Bárbara Hidalgo (Juana Acosta) è un’importante e potente donna d’affari della costa atlantica colombiana. Appena nominata CEO del conglomerato familiare Medusa, enorme azienda che possiede molte attività, edifici, supermercati, agenzie immobiliari e perfino una squadra di baseball, Bárbara festeggia con una gita solitaria in barca. Ma quando si trova in mare aperto, lo yatch di cui è a bordo esplode. Data per dispersa e “liquidata” in una sola settimana dalla famiglia, che la considera morta, Bárbara viene salvata e ritorna alla vita, decisa a scoprire chi ha cercato di ucciderla e sospettando che si tratti di un suo famigliare… Con l’aiuto del detective Danger Carmelo (Manolo Cardona), incaricato del caso, la donna scoprirà la verità.

Una telenovela travestita da serie

Medusa: la recensione della telenovela travestita da serie TV su Netflix

Medusa non è altro che questo: una telenovela, con una sceneggiatura degna giusto di un prodotto di quel tipo, travestita da serie tv. La produzione è ricca: il dispiego di mezzi è evidente, le ambientazioni sono splendide, suggestive, la cura per costumi e scenografie è evidente. Ma questo può ingannare solo uno sguardo superficiale, non certo il pubblico che guarda alla sostanza.

La famiglia di Bárbara sembra un girone infernale: il marito Esteban (Sebastián Martínez) è un traditore senza rimorsi, il fratello Cristian (Carlos Torres) prende il suo posto alla guida di Medusa il giorno stesso in cui Bárbara scompare, la giovane matrigna Ursula (Mabel Moreno) è un’ipocrita a cui non importa nulla di lei e ha accalappiato il patriarca della famiglia, Damian Hidalgo (Diego Trujillo)… Si salvano solo la figlia di Bárbara e il già citato detective Carmelo, che è sia il poliziotto che segue il caso di Bárbara che un investigatore privato. Penserete: è strano, questo dovrebbe metterci in allarme sulla qualità della sceneggiatura. Ma non serve: ci arriviamo molto, molto prima a capire il livello. Chiedendoci: ma l’avrà scritta il Tyler Perry colombiano, questa serie?

Provocazioni gratuite

Medusa: la recensione della telenovela travestita da serie TV su Netflix

Pochi secondi dopo l’inizio della serie, inframmezzata da una serie di flashback di audaci rapporti sessuali, dopo aver fermato lo yacht in mezzo al mare la nostra Bárbara si trastulla usando in modo improprio il suo rossetto. Sì, avete letto bene. Dopo averci rovinato le pesche con Chiamami col tuo nome, ci hanno rovinato anche i rossetti: io sono abbastanza sicura che riuscirò mai più, ahimè, a guardarli senza un certo disgusto.

E se cominciamo così, direte voi, chissà dove andiamo a finire. Esattamente qui: a sesso gratuito e abbondante (del resto per riempire 12 episodi qualcosa bisogna pur fargli fare, mi sembra di sentirli, gli sceneggiatori di Boris che suggeriscono); uso di espedienti tipici delle telenovele, come la “amnesia dissociativa” (comoda la vita); dialoghi imbarazzanti e insensati, altra cosa tipica delle telenovele, in particolare di quelle sudamericane anni ’80 e ’90.

Tanto per capirci. L’albero genealogico ce lo illustra il detective Carmelo parlando fra sé e sé (ma in realtà parla con noi). Nel secondo episodio, invece, parlando con il collega dice:

Questa famiglia ha più scheletri nell’armadio di mia zia Mirta.

Voi direte: adesso ci parlerà della zia Mirta. No. Mai. Quale senso può avere? Non conosciamo sua zia Mirta non ci viene detto nulla riguardo a questa persona: la battuta non è minimamente comprensibile, non ha alcun senso. Questo è indicativo di sceneggiatori che non sanno cosa stanno facendo. Dovrebbe far ridere? Dovrebbe rimandare a qualcosa che è conosciuto in Colombia, magari, ma che noi non capiamo? In quel caso sarebbe un problema di adattamento che andava risolto con una traduzione riconducibile a un esempio più comprensibile per noi.

Gli esempi sono moltissimi, voleste mai cimentarvi nella visione li scoprirete da soli. Sappiate solo cosa vi aspetta.

Look in contrasto con il copione

Medusa: la recensione della telenovela travestita da serie TV su Netflix

I copioni sono di bassa qualità, dicevamo. Assodato. La produzione, invece, no. Ecco quindi che il budget emerge con i costumi, il reparto tecnico visivo, gli accessori, le auto, le case… Peccato che il resto, ciò che conta davvero - la scrittura - sia cheap.

Alla prima lezione di sceneggiatura insegnano che non si possono “raccontare” i pensieri (tranne in caso di voce narrante): bisogna mostrarli, con le azioni, con i dettagli, con delle scene simboliche. Gli autori di Medusa devono averla saltata perché non fanno che usare i personaggi - soprattutto Danger Carmelo - per descriverci i pensieri degli altri personaggi.

Altro espediente tipico da telenovela: i continui flashback riassuntivi. A ogni piè sospinto ci vengono riproposti gli eventi più importanti sottoforma di ricordo-flash del personaggio in scena. Si usa sempre nelle soap perché mentre si guarda la TV ci si distrae: suona il postino, il sugo sul fuoco va girato, il cane deve uscire in giardino… Insomma si perde il filo. Ecco la necessità dei riassunti frequenti.

A differenza delle telenovele, però, in una serie puoi metterci un sacco di sesso, preferibilmente un po’ violento nei confronti delle donne, e allora si abbonda.

Mi sembra di avervi fatto abbastanza esempio per capire di che tipo di prodotto si tratta.

Insomma: l’unica cosa veramente bella di questa serie è il cane del detective.

In Colombia c’è una lega professionistica di baseball, io non lo sapevo. Se non altro, ho imparato una cosa nuova…

4

Voto

Redazione

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Medusa: la recensione della telenovela travestita da serie TV su Netflix

Medusa, la serie colombiana di Netflix, si presenta come una serie TV di alto livello, ma in realtà è una telenovela mascherata, con sceneggiatura scadente e stereotipi narrativi. La storia ruota attorno alla famiglia di Bárbara, piena di tradimenti e ipocrisie, con l’unico elemento positivo rappresentato dal detective Carmelo e dalla figlia della protagonista. La serie abbonda in sesso gratuito, amnesie dissociative e dialoghi insensati, che non trovano spiegazione. La qualità produttiva è alta, con ambientazioni e costumi curati, ma il copione è debole e pieno di espedienti da soap opera, come flashback continui per riassumere la trama. In definitiva, Medusa è una serie patinata con una sceneggiatura davvero cheap, protratta per 12 interminabili episodi che aprono anche a una seconda stagione…

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