Mercoledì è tornata ed è allergica alle novità: la recensione della serie Netflix con Jenna Ortega
Jenna Ortega torna nei panni di Mercoledì Addams in una prima parte di seconda stagione che prosegue fedelmente nel solco della prima. La recensione.
Difficile scovare qualche novità davvero di sostanza nella seconda stagione di Mercoledì, la fortunata serie Netflix che ha ridato smalto alla carriera di Tim Burton (un po’ arenatasi a livello cinematografico) e lanciato a livello internazionale la giovane Jenna Ortega dei panni della lugubre figlia dei coniugi Addams. Anzi, sono proprio le novità a funzionare poco o niente in una seconda stagione (anzi, una prima parte di: il resto arriva il 6 settembre) che ha come assoluta priorità quella di ricreare ciò che aveva decretato il successo della prima.
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In questo senso Mercoledì è davvero molto contemporanea, preoccupata com’è di creare già una sensazione di nostalgia rispetto alle vicende recentissime del suo esordio e di suscitare una sensazione di confort nello spettatore nel riportare la sua protagonista all’accademia per Reietti di Nevermore. Il cortile della scuola, la stanza cromaticamente spaccata a metà e divisa con l’amica Enid (Emma Myers) e ovviamente quell’approccio che sposta gli Addams dal genere della commedia a quello del giallo. Tanto che la serie con un breve sunto delle vacanze della protagonista, che si è dedicata al suo hobby di dare la caccia ai serial killer.
Mercoledì torna sul luogo del delitto con tutta la famiglia
Come dice la stessa Mercoledì insomma “è come tornare sul luogo del delitto. So già dove sono sepolti i cadaveri”. È davvero questa la sensazione di visione, dato che ben presto la serie ripete lo schema della prima stagione: un oscuro presagio che Mercoledì vuole sventare usando i suoi poteri psichici, una serie di aggressioni e tentativi di omicidio, misteri del passato degli Addams da svelare.
In questo senso uno dei cambiamenti più rilevanti è il tentativo di dare un ruolo più importante al nucleo famigliare della protagonista, e in particolare a Catherine Zeta-Jones nei panni di Morticia Addams. È forse l’idea più azzeccata dei primi quattro episodi disponibili da oggi su Netflix, che si concentrano sul rapporto molto conflittuale tra la protagonista e la madre, permettendo tra l’altro all’attrice premio Oscar di sfruttare i suoi notori talenti di ballerina e cantante. Ottimo anche il rientro di Fred Armisen nei panni di uno zio Fester sempre molto brillante e divertente.
Meno indovinato invece è il tentativo di dare più spazio a Gomez e soprattutto al fratellino di Mercoledì Pugsley (Isaac Ordonez), che si ritrova a tentare di farsi degli amici in una scuola in cui sua sorella maggiore è ormai un’osannata celebrità. La serie regala al personaggio una sottotrama davvero molto burtoniana con il personaggio di Slurp, che evidentemente avrà un ruolo nella risoluzione del mistero generale, ma che poco si amalgama al resto.

Le new entry Billie Piper e Steve Buscemi deludono
Un discorso molto simile si può fare per una delle new entry più attese: Billie Piper, l’ex braccio destro del nono Doctor Who, in questa seconda stagione interpreta Capri, la nuova insegnante di musica della scuola. Tuttavia il suo personaggio più che ambiguo è davvero pretestuosissimo, sin dall’incontro con la protagonista e viene usato in maniera puramente mercenaria quando c’è bisogno che la trama vada in una certa direzione o Mercoledì possa muoversi da un luogo all’altro, senza mai un approfondimento vero e proprio, in attesa di capire che ruolo giocherà nell’investigazione al centro della storia. Un po’ più convincente, ma comunque ripetitivo, è il secondo personaggio inedito della seconda stagione: il nuovo preside della scuola interpretato da Steve Buscemi, che si rivela da subito un uomo doppiogiochista e manipolatorio, ma anche un po’ stereotipato.
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Per quanto riguarda la trama della seconda stagione, balzano subito agli occhi due elementi. Il primo è che il successo della serie ha determinato un aumento del budget o comunque un maggiore respiro della scala produttiva della seconda stagione. C’è per esempio un episodio tutto ambientato in campeggio (un’ambientazione classica per gli Addams) sostanzialmente tutto girato in esterna, che funziona quasi come stand alone. Ci sono molti più effetti speciali, molta più magia (a tratti sembra quasi di stare a Hogwarts) ma purtroppo l’aumento delle ambizioni non è coinciso con quello della raffinatezza. Ovvero gli effetti visivi della serie (dalle creature fatate ai mostri, passando per i falò animati e le visioni) sono davvero, davvero dozzinali e di brutta fattura e tolgono più che aumentare charme alla stagione. La regia di Tim Burton inoltre (che dirige il primo e il quarto episodio) si esprime più in piccole parentesi vezzose (il racconto a attorno al falò in stop motion, le animazioni esplicative) che in un qualche tipo di ricercatezza visiva per una serie che, dal punto di vista tecnico e registico, non regala mai emozioni.

Quello di Mercoledì è deve fare i conti con un altro problema, che per ora gestisce egregiamente: quello di dover replicare sé stessa ma tenendo insieme tre ritmi differenti. Agli sceneggiatori infatti viene chiesto di ripetere il canovaccio investigativo della prima stagione - introducendo una nuova catena di omicidi - tenendo però dentro i personaggi della prima, cercando di tenere coperte le carte in vista del disvelamento finale ma trovando comunque un climax di metà stagione, dato che gli spettatori dovranno attendere un mese prima di vedere la seconda parte. Sorprendentemente, nonostante qualche passaggio un po’ macchinoso, queste necessità narrative complesse e contrastanti vengono tenute insieme dalla serie con risultati positivi.
Rating: TBA
Nazione: USA
Voto
Redazione

Mercoledì
Mercoledì è tornata ed è esattamente come ce la ricordavamo: sono poche le novità di questa stagione e, forse non è un caso, sono proprio gli elementi che funzionano meno di un quartetto di episodi che convince soprattutto quando regala allo spettatore una replica convincente di quanto visto nel 2022. In attesa di vedere se la seconda parte riuscirà a regalare una chiusura del mistero investigativo convincente, non è difficile prevedere come chi ha amato la prima stagione rimarrà soddisfatto anche dalla seconda.










































