La recensione di Un solo sguardo: Harlan Coben come non l'avete mai visto
Un'atmosfera cupa per una storia tipica alla Harlan Coben

Dal 5 marzo su Netflix è disponibile l’ultima miniserie tratta da un’opera di Harlan Coben, prolifico scrittore e creatore di serie TV: Un solo sguardo. Un incubo ricorrente, l’incontro fra un detenuto e un uomo di legge, una terribile confessione: sono questi gli ingredienti della nuova storia in 6 episodi che vi appassionerà, ma che si distacca molto dalle solite opere tratte dai romanzi di Coben. Perché si tratta di una produzione polacca.
La trama di Un solo sguardo
Greta (Maria Dbska) riceve una misteriosa vecchia fotografia da una fonte anonima. La foto sconvolge completamente la sua vita tranquilla insieme al marito Jacek (Cezary ukaszewicz) e ai due bambini della coppia. Nella foto Greta crede di riconoscere suo marito, accanto a una ragazza il cui volto è stato cancellato. Cosa succede? Quali segreti nasconde quella fotografia risalente a 15 anni prima, alla sera dell’evento che ha quasi distrutto la vita di Greta?
Il segreto passato: la trama tipica alla Coben
Una stanza completamente buia, con una sola fonte luminosa. Due uomini, un carcerato e un uomo di legge, seduti allo stesso tavolo. Una conversazione che cambierà la vita dell’uomo.
Non aspettatevi i soliti attori utilizzati nelle produzioni di Harlan Coben, perché questa come accennato è una produzione polacca. La Polonia si sta distinguendo per la crescente quantità e qualità delle produzioni televisive.
Non cercate volti noti, dunque, ma aspettatevi le stesse atmosfere, gli stessi continui colpi di scena, la stessa persistente rivisitazione della trama alla luce delle nuove informazioni tipiche delle opere di Coben.
Un solo sguardo si basa sull’elemento che caratterizza tutte le storie di Harlan Coben: il segreto. Un segreto del passato che emerge, condizionando le vite del presente e riscrivendo tutto ciò che i personaggi pensavano di sapere sui propri cari.
La fotografia incriminata, che ritrae il marito di Greta accanto alla ragazza dal volto cancellato - e di cui si parla nella primissima scena della miniserie - risale a 15 anni prima e all’epoca di un concerto cruciale.
Le rivelazioni si susseguono, portando Greta a scoprire che il marito, scomparso subito dopo aver visto la foto, nascondeva molto più di quanto lei avrebbe mai potuto immaginare. Ma non è tutto ciò che è destinata a scoprire.
Il mistero si infittisce con l’introduzione di personaggi ambigui: la donna che la vicina di Greta spia dalla finestra durante i suoi rapporti intimi con un uomo temibile; l’uomo in questione, al centro degli eventi principali; il cantante del concerto di 15 anni prima, Jimmy, che prende contatto con Greta…
Harlan Coben come non l’avete mai visto
A differenza di quasi tutte le altre produzioni tratte dai romanzi di Coben, questa miniserie non si limita a suggerire la violenza: ci sono scene crude e disturbanti, con un impatto visivo e sonoro che raramente si trova nelle altre trasposizioni dell’autore
Un altro elemento distintivo è la struttura narrativa: le rivelazioni non arrivano tutte alla fine, ma vengono distribuite nel corso degli episodi, mantenendo alta la tensione.
Un solo sguardo si distingue dalle altre serie tratte dai romanzi di Harlan Coben per il suo approccio più cupo e inquietante. L’atmosfera dark gioca a favore della tensione, e non sembra di guardare una serie come Stay Close o Un inganno di troppo, tanto per fare due titoli famosi.
Pur mantenendo gli elementi chiave tipici dell’autore, come appunto i segreti che emergono dal passato e le verità sconvolgenti diluite nel corso della narrazione, questa produzione polacca aggiunge un tocco più oscuro e realistico alla narrazione. Il cast si dimostra all’altezza del compito, con interpretazioni intense e coinvolgenti che contribuiscono a creare un’atmosfera di costante interesse per lo spettatore.
L'elemento più interessante della serie è la continua ridefinizione della verità: gli spettatori vengono portati a credere di aver capito tutto, solo per poi scoprire che le cose non sono come sembrano.
Il ritmo della narrazione è ben bilanciato, evitando sia momenti di stallo sia rivelazioni troppo affrettate.
Se siete fan delle storie di Coben, questa miniserie offre un’esperienza diversa ma comunque coinvolgente, capace di intrattenere e sorprendere fino all’ultimo episodio.
Voto
Redazione

La recensione di Un solo sguardo: Harlan Coben come non l'avete mai visto
Un solo sguardo, dal 5 marzo su Netflix, è la miniserie in 6 episodi tratta da un’opera di Harlan Coben. Se amate le sue storie, però, dovete essere avvertiti: Un solo sguardo è diversa da tutto ciò che avete visto in TV finora firmato da Coben. Siamo infatti di fronte a un thriller psicologico che si distingue per il suo tono dark e per una trama come sempre ben congegnata, ma con una resa esplicita della violenza, cosa che di solito nelle produzioni tratte da Coben manca. La violenza infatti di solito viene stemperata, suggerita, quantomeno edulcorata. Non qui. Questa produzione polacca - che conferma l’emergente importanza della Polonia come produttrice di serie TV - gioca su un tono molto dark, su atmosfere cupe e su volti non noti, che rendono il prodotto comunque decisamente interessante per gli amanti del genere.