La legge di Lidia Poët finalmente ingrana: la recensione della stagione 2

Cosa ci aspetta nei nuovi episodi de La legge di Lidia Poët

La legge di Lidia Pot finalmente ingrana la recensione della stagione 2

La prima stagione de La legge di Lidia Poët non mi era affatto piaciuta. Era eccessiva: troppo forzata, troppo esibita…Troppo italiana, come direbbe Stanis La Rochelle in Boris.

La prima stagione era ricca di incongruenze e di citazioni mal riuscite, inclusa quella tratta da Via col vento sul modo in cui Lidia (Matilda De Angelis) e Jacopo (Eduardo Scarpetta) si conoscono. Si cercava a tutti costi il modo di stupire lo spettatore, di provocarlo e di catturarne l’attenzione.

La seconda stagione, dal 30 ottobre su Netflix, è un’altra storia.

La trama de La legge di Lidia Poët 2

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Lidia si è trasferita insieme al fratello avvocato Enrico (Pier Luigi Pasino), alla cognata Teresa (Sara Lazzaro), alla nipote Marianna (Sinéad Thornhill) e all’immancabile governante Albertina (Alessia Spinelli) in una nuova abitazione, molto diversa dalla vecchia casa di famiglia venduta da Jacopo.

Mentre lavora alla sua legge per la parità di diritti fra uomini e donne e collabora alla lotta delle suffragette, Lidia continua a lavorare al fianco di Enrico come avvocato, indagando sui casi che riguardano i clienti del fratello - che lei non può seguire ufficialmente perché radiata dall’albo in quanto donna.

Collabora frequentemente con un nuovo personaggio, il procuratore del Re Fourneau (Gianmarco Saurino), un uomo retto e giusto che come Lidia ed Enrico si preoccupa di trovare la verità senza accontentarsi della versione più comoda.

Quando un amico di Lidia e Jacopo viene trovato morto, apparentemente suicida, parte un’indagine che attraverserà l’intera stagione, mentre in ogni episodio Lidia ed Enrico si occuperanno di nuovi casi con nuovi clienti.

Nuova stagione, nuovo ritmo

La legge di Lidia Poët finalmente ingrana: la recensione della stagione 2

A colpire è la fluidità del ritmo narrativo in questa stagione, elemento assente nella precedente.

Si entra subito nel vivo: un caso di omicidio, un sospettato probabilmente innocente in carcere. Lidia e Jacopo che perdono un amico e si trovano, di nuovo, a lavorare a stretto contatto dopo la rottura non certo pacifica.

Tanto che il rancore di Enrico e del resto della famiglia nei confronti di Jacopo per la vendita della casa vieta ufficialmente a Lidia di frequentare il giornalista. Ma sappiamo quanto i divieti influiscano sulle decisioni di Lidia…

A differenza della prima stagione, in cui era necessario presentare ambientazione personaggi, nei nuovi episodi gli autori hanno il vantaggio di aver già stabilito le regole narrative.

L’attivismo di Lidia, che chiede di essere iscritta ai registri elettorali e si batte non solo per il voto alle donne, ma addirittura per una legge che equipari i diritti fra uomini e donne continua a essere uno dei tratti caratteristici del personaggio.

Lidia è una donna libera, anticonformista, votata al progresso e per questo considerata, nonostante la sua intelligenza, una visionaria. Nei 6 episodi della seconda stagione il modo in cui tutto questo viene riconosciuto dal pubblico è molto più naturale, coerente e riuscito.

La new entry, il procuratore Fourneau, è un uomo intelligente e garbato, di vedute moderne: nonostante sia stata radiata dall’albo, sembra nutrire un grande rispetto per la Dottoressa Poët. La sua imparzialità è segno di speranza in un mondo in cui si tende a ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo, accettando sempre la prima impressione come verità accertata.

Lidia al timone

La legge di Lidia Poët finalmente ingrana: la recensione della stagione 2

Il personaggio di Lidia, grazie alla sua interprete, accresce il proprio fascino. Matilda De Angelis sembra essere entrata davvero nei panni di Lidia. Ed è semplicemente adorabile, lontana dagli stereotipi con quella voce un po’ roca e non certo squillante, magnetica nel catturare lo sguardo e l’attenzione dello spettatore mentre tutti, attorno a lei, restituiscono interpretazioni più convincenti.

Come sappiamo dalla prima stagione, rifiutando la proposta di matrimonio di Jacopo, Lidia ha determinato il destino della sua intera famiglia. Nei nuovi episodi si cerca di affrontare le conseguenze della situazione, facendo sì che in modo graduale i personaggi provino almeno a chiarirsi fra loro.

Mentre la trama orizzontale della stagione viene portata avanti un pezzo alla volta, i nuovi casi affrontati da Lidia ed Enrico spaziano dalla fine ingrata di una fanciulla in una scuola femminile a una tentata evasione dal carcere. Marianna, cresciuta, sembra essere pronta a sistemarsi e Lidia chiede a Enrico di fare qualcosa di molto importante per lei, mettendosi in gioco con una nuova sfida.

Ma tutto ruota sempre attorno a Lidia. O perché serve il suo parere, o la sua supervisione, oppure perché i personaggi coinvolti in qualche modo hanno bisogno del suo intervento: l’intervento di una donna che guarda i fatti e le persone con uno sguardo privo di pregiudizi.

Qualche anticipazione, fra citazioni e novità

La legge di Lidia Poët finalmente ingrana: la recensione della stagione 2

Ora che conosciamo non soltanto i protagonisti, ma anche l’ambito narrativo in cui si muovono, il contrasto fra il passato di fine Ottocento e una colonna sonora estremamente moderna risulta molto più efficace.

Un uomo si nasconde nell’ombra mentre una serie di omicidi identici (che rimandano ai crimini di Jack Lo Squartatore) tengono alta l’attenzione sulla trama della stagione.

Ritroviamo il Professor Lombroso nel corso delle indagini, in una stagione in cui la dose di umorismo aumenta: si alternano sequenze molto serie a momenti di leggerezza e battute. Quasi sempre grazie al personaggio di Enrico.

Impossibile non notare un’assonanza: Lidia sembra essere diventata la Jessica Fletcher della situazione, ovvero colei che, quando arriva - per esempio a un matrimonio - finisce per trovarsi sempre dove ci scappa il morto…

Resta qualche piccolezza a cui si deve passar sopra (per esempio l’uso del termine “avvocata” a fine ‘800, fatto inverosimile), ma gli episodi scorrono via. I migliori sono il primo e l’ultimo, il sesto, che preannuncia a un seguito con un cambio d’ambientazione.

La legge di Lidia Poët

Rating: tutti

Nazione: Italia

7

Voto

Redazione

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La legge di Lidia Poët

La seconda stagione de La legge di Lidia Poët, dal 30 ottobre su Netflix, vede un deciso cambiamento rispetto alla stagione d’esordio della serie. Ora che conosciamo personaggi principali e ambientazione, gli autori non hanno più bisogno di esagerare, risultando eccessivi al solo scopo di attirare la nostra attenzione. Possono finalmente concentrarsi sulle trame degli episodi, avvincenti per ogni nuovo caso affrontato da Lidia (una Matilda De Angelis che incanta) e dal fratello Enrico (il bravo Pier Luigi Pasino), portando avanti al tempo stesso un caso la cui trama orizzontale attraversa l’intera stagione.

Dopo la vendita della villa di famiglia da parte di Jacopo (Eduardo Scarpetta), tanti cambiamenti aspettano Lidia e la sua famiglia, alle prese con indagini appassionanti (e il nuovo, amabile procuratore del Re) e con nuove sfide da affrontare, in un clima che alterna tensione e sorrisi.