L’Eternauta: dal celebre graphic novel alla serie Netflix, fra fedeltà e deviazioni
Un adattamento difficile che non convince del tutto

Tre giovanissime ragazze in barca che festeggiano l’imminente inizio di una nuova avventura di vita che le porterà a separarsi. Un gruppo di amici di mezza età che si ritrovano per giocare a carte.
Una letale tempesta di “neve” che cade dal cielo all’improvviso in Argentina, uccidendo tutto ciò su cui si posa. Persone, animali, ogni forma di vita. E una storia popolarissima, non solo in Argentina, adattata da Netflix da un graphic novel (un vero e proprio romanzo a fumetti, appunto, per profondità e tensione) la cui origine fortemente legata a un preciso contesto storico sociale viene rivista. Ecco tutto ciò che dovete sapere su L’eternauta, disponibile con la prima stagione e in arrivo con una seconda già confermata.
L’eternauta - Graphic novel di enorme successo e popolarità
L’eternauta è una celebre opera a fumetti argentina scritta da Héctor Germán Oesterheld e disegnata da Francisco Solano López. Pubblicata per la prima volta tra il 1957 e il 1959 sulla rivista Hora Cero Semanal, è considerata una delle pietre miliari della narrativa grafica sudamericana. La storia si apre con un misterioso narratore che racconta a uno scrittore un evento apocalittico: una nevicata tossica colpisce Buenos Aires, uccidendo chiunque vi entri in contatto. Un gruppo di sopravvissuti, guidato da Juan Salvo - il protagonista, appunto l’eternauta del titolo - tenta di resistere a un’invasione aliena che si cela dietro la catastrofe.
Il fumetto è diventato universalmente noto per la sua struttura metanarrativa e per i suoi temi politici e sociali, che acquisirono significati ancora più forti dopo la scomparsa di Oesterheld durante la dittatura militare argentina. Héctor Germán Oesterheld fu infatti rapito dalle forze armate argentine il 27 aprile 1977 e scomparve, diventando uno dei tanti desaparecidos durante il regime di Videla.
L’eternauta è stato tradotto in diverse lingue e ha avuto numerose ristampe, diventando un simbolo della memoria e della resistenza nella cultura argentina.
L’Argentina de L’eternauta: la fine degli anni ‘50
La comprensibile scelta di adattare la vicenda de L’eternauta all’Argentina contemporanea, cambia radicalmente il vero motivo del grande successo dell’opera originale, graphic novel che senza mascherarlo nemmeno troppo parlava della situazione politica e sociale argentina. Alla fine degli anni ’50, infatti, l’Argentina attraversava un periodo di forte instabilità. Dopo la caduta del presidente Juan Domingo Perón nel 1955, il Paese fu guidato da una serie di governi provvisori civili e militari che cercarono di smantellare l’eredità del peronismo, spesso attraverso misure autoritarie e la repressione politica.
Nel 1958 viene eletto Presidente Arturo Frondizi, sostenuto dai moderati e da un’alleanza - più che altro strategica - con il peronismo, all’epoca messo fuori legge. Il nuovo governo cercò fortemente di modernizzare l’economia del Paese attraverso l’industrializzazione e un’importante apertura agli investimenti esteri, ma venne ostacolato. Frondizi incontrò infatti forti opposizioni da parte dei militari, della sinistra e dei sindacati, che portarono a un clima di grande tensione con relativa instabilità istituzionale. Non mancavano naturalmente anche conflitti ideologici riflessi immancabilmente nella cultura, che alimentavano il senso di incertezza che avrebbe influenzato profondamente proprio L’Eternauta e il contesto in cui nasceva.
Come anticipato, ha avuto una nuova vita e un enorme successo durante la dittatura degli anni ’70, di cui di fatto come abbiamo visto anticipava i temi.
L’eternauta di oggi
Il contesto è ovviamente diverso nell’Argentina di oggi che, sotto la presidenza di Javier Milei dal 2023, sta attraversando un periodo di cambiamenti economici e sociali. Il governo ha avviato un piano di austerità molto severo con tagli alla spesa pubblica, privatizzazioni e riduzione dell’intervento statale nel tentativo di contenere l’inflazione e risanare i conti pubblici.
Queste misure hanno prodotto alcuni risultati economici, come il pareggio di bilancio e il rallentamento dell’inflazione, ma hanno avuto anche conseguenze sociali rilevanti. La povertà, pur in lieve calo dopo un picco iniziale, resta elevata, e molte famiglie vivono in condizioni precarie. Le politiche di Milei hanno inoltre provocato forti proteste, specialmente nelle grandi città, generando un clima politico teso e polarizzato.
Ed è proprio a questo che rivolge lo sguardo L’Eternauta su Netflix, con le immancabili tematiche post-apocalittiche della lotta per procurarsi le rare risorse, dei contrasti sociali e politici, dello scontro generazionale (esplicitato dal personaggio di Pablo).
Tematiche note svolte in modo noto
Mantenendo la scelta di assegnare il ruolo di protagonista - insieme ai suoi amici e coetanei - un uomo di mezza età, Juan (Ricardo Darín, Il segreto dei suoi occhi) la serie di Netflix propone le consuete tematiche da atmosfera apocalittica e post-apocalittica, ma con una sorta di “saggezza” data dall’età dei personaggi principali.
Gli scontri con i più giovani, impulsivi ed egoisti, ma anche con i coetanei pronti a tutto pur di rubargli l’equipaggiamento per uscire, fanno di questi 6 episodi una riflessione su come il mondo contemporaneo veda un gap generazionale sempre più marcato.
A parte questo, e le “allucinazioni” (visioni) di Juan, che anticipano in qualche modo ciò che sta succedendo, tutto è già visto. Il tentativo di comprendere, la guerra per le risorse, la crudeltà umana che prende il posto della solidarietà, l’egoismo e una lotta per la sopravvivenza che sembra far perdere lucidità: tutto ciò che vediamo sempre, che si tratti di un’apocalisse zombie, di infetti da Cordyceps o altro.
E ancora: The Mist, insieme a tanti altri film di fantascienza come World Invasion o la serie Falling Skies vi faranno avere quell’impressione di deja-vu che però, va ricordato, nel caso de L’eternauta sono successive. Questa è una storia nata alla fine degli anni ’50, nel periodo della fantascienza classica (quella de La guerra dei mondi e L’invasione degli ultracorpi, per capirci) che usava gli invasori come metafore politiche. Tenetelo presente mentre guardate gli episodi.
Per il resto, certo: non c’è nulla di nuovo. Juan si aggira per una città piena di cadaveri, imbattendosi in personaggi di vario genere e affrontando diverse sfide mentre cerca di rintracciare la figlia.
Il ritmo è lento, le ragazze che aprono l’episodio pilota vengono lasciate in disparte fino al penultimo episodio, mentre non c’è nessun vera riflessione sull’origine della “neve” fino all’episodio 4… C'è anche un difetto formale: alcuni episodi non durano nemmeno 50 minuti, altri superano abbondantemente l'ora, cosa che fa sentire la mancanza d'equilibrio nel ritmo narrativo.
Però la messa in scena è curata, la fotografia e l’ambientazione sono suggestive e gli interpreti tutti bravi, perfettamente in parte.
Se conoscete già la storia, rimarrete delusi da questo adattamento. Ma probabilmente sarete anche i più “qualificati” per coglierne i lati positivi, nonostante la lentezza e la scarsa originalità derivata dal "bagaglio" fantascientifico comune.
Rating: TBA
Nazione: Argentina
Voto
Redazione

L'Eternauta
Adattamento dell’iconico graphic novel di Héctor Germán Oesterheld e Francisco Solano López, L’Eternauta approda su Netflix trasportando nel presente una delle storie più significative della cultura argentina. La serie racconta l’improvvisa apocalisse causata da una nevicata tossica e la resistenza di un gruppo di sopravvissuti, guidati da Juan (Ricardo Darín) nel cuore di Buenos Aires. Se l’originale degli anni ’50 era una chiara metafora politica legata al contesto storico argentino e alle sue dittature, questa nuova versione si confronta con l’Argentina contemporanea, riflettendo tensioni sociali e divari generazionali. Visivamente curata e ben interpretata, la serie alterna momenti riusciti a soluzioni già viste, e rischia di deludere chi conosce bene la forza simbolica dell’opera originale, ancorata al su contesto.