Dalah: Death and the Flowers, l’affascinante serie thailandese di Netflix
Una serie inaspettatamente profonda e intrigante
Su Netflix è disponibile Dalah: Death and the Flowers, una miniserie thailandese in 6 episodi (in lingua originale con sottotitoli italiani), che si presenta come un crime drama affascinante, elegante e sorprendente.
La trama di Dalah: Death and the Flowers
L’esperta di composizioni floreali Dalah Rose (Urassaya Sperbund, Thai Cave Rescue - Salvati dalla grotta) viene ingaggiata dalla ricca e potente famiglia di Anusorn “Ohm” Aueathepa (Napath Vikairungrojper), futuro premier del Paese. Ohm sta per sposarsi con Narisa “Risa” Tangsinsup (Chayanit Chansangavej)ed entrambe le loro famiglie vengono riunite per organizzare la cerimonia affinché tutto sia perfetto, a cominciare dalla qualità e dalla quantità dei fiori. Ma quando uno degli sposi viene trovato cadavere, tutti i membri di entrambe le famiglie sono sospettati e l’affascinante Dalah, con un passato segreto, si legherà alle indagini del Commissario Montree…
Un’affascinante crime che usa i fiori come metafore
Ogni episodio si apre con una sigla diversa, dedicata a un fiore il cui significato simbolico anticipa il tema centrale dell’episodio. È proprio attraverso i fiori che la serie costruisce le sue metafore sulla vita, sulla morte, sull’identità e sulla memoria. I petali diventano indizi, le radici diventano segreti sepolti.
Quello che inizia come un giallo classico alla Agatha Christie si trasforma, episodio dopo episodio, in una riflessione sottile e penetrante su temi sociali e culturali.
Dalah è il fulcro attorno al quale ruotano vecchie vendette, scandali mediatici e battaglie ideologiche.
Politica e sesso, due elementi che non possono convivere, s’intrecciano in una storia torbida, mentre l’amatissimo Ohm e la sua famiglia iniziano a vacillare nella loro immagine perfetta man mano che avanza la narrazione.
Dalah è un personaggio perfetto, posato ma carismatico, posto esattamente al centro di un intreccio complesso che unisce passo e presente, traduzione e modernità. Quando l’omicidio arriva ai media, sul web e i social media si scatena di tutto e i protagonisti delle indagini diventano vere e proprie celebrità. Proprio come nella realtà, si scatenano meme, influencer che cavalcano l’onda, beauty influencer che creano tutorial di trucco a tema… Un macabro circo che rispecchia fin troppo la nostra realtà.
La serie mostra quanto sia labile il confine fra dolore autentico e spettacolarizzazione.
Uomini, donne, persone
Se un uomo parla di femminismo, sembra illuminato. Se una donna lo fa, sembra isterica.
Le parole di Ohm mostrano come, forse, l’uomo non sia il politico illuminato che vuole farci credere. E come dietro l’apparente progressismo si nasconda il volto più ipocrita del potere.
Tutti i personaggi, dalla vittima agli indagati e perfino chi porta avanti l’inchiesta, hanno qualcosa da nascondere. La serie si diverte a smontare certezze e creare teorie, lasciando lo spettatore con la curiosità fino alla fine e la mente in fermento intenta a cercare di risolvere il mistero.
Visivamente quasi ipnotica in alcune parti, Dalah: Death and the Flowers è un perfetto equilibrio tra l’eleganza formale tipica di molte produzioni asiatiche e l’intensità emotiva più cruda. Ci ritroviamo spiazzati, come occidentali, davanti alla compostezza delle reazioni, per poi essere travolti da momenti di pura rabbia, dolore e passione. Ogni dettaglio, dai costumi alla fotografia, è studiato con cura floreale, senza però mai cadere nel manierismo.
La serie eccelle nel delineare le sfaccettature dei personaggi, offrendoci una comprensione profonda delle loro motivazioni e dei loro conflitti interiori. La regia sfrutta sapientemente l’estetica floreale non solo come elemento decorativo, ma anche come metafora delle intricate relazioni umane e dei segreti nascosti.
Attenzione, però: non aspettatevi azione e ritmo sostenuti, qui siamo a un livello narrativo molto diverso.
Voto
Redazione

Dalah: Death and the Flowers, l’affascinante serie thailandese di Netflix
Dalah: Death and the Flowers è il suggestivo crime investigativo tailandese in 6 episodi di Netflix. Attraverso la metafora dei fiori - con la protagonista Dalah, un’esperta di decorazioni floreali - la serie cerca di risolvere un omicidio inaspettato in pieno stile whodunit ma porta avanti anche un’indagine sull’animo umano, una denuncia travestita da thriller, una poesia visiva che parla di sangue e fiori, di verità nascoste e apparenze ingannevoli. Da vedere, perché dietro la struttura classica alla Agatha Christie si nasconde molto, molto di più. Si parla di onore e famiglia, di tradizione e modernità, di segreti e bugie, di sesso e politica… Elementi, questi ultimi, che è impossibile far convivere pacificamente.