SOCOM US Navy SEALs Tactical Strike

SOCOM US Navy SEALs Tactical Strike
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Evviva! Dopo anni trascorsi nella mimetiche ormai logore di marines, Navy SEALs, SAS britannici, e chi più ne ha più ne metta, finalmente ho provato l';ebbrezza di giocare nei panni di uno dei mitici incursori del 9° Reggimento d';Assalto Col Moschin (senza il puntino: si tratta di un colle del Monte Grappa, teatro di una battaglia combattuta dal X reggimento Arditi contro gli austriaci durante la Prima Guerra Mondiale, e non di un colonnello!) dell';Esercito Italiano.
Una delle felici aggiunte alla non trascurabile panoplia di novità di questo ennesimo capitolo del fortunato franchise targato SOCOM è proprio la possibilità, infatti, di scegliere il reparto speciale con il quale intraprendere la campagna. E c';è da avere davvero l';imbarazzo, visto che il ventaglio è abbastanza ampio da spaziare dai Kommando Troepen olandesi agli incursori Sud-Coreani, fino ai più classici SAS e SEALs, ovviamente. In realtà, alla fine, i team si somigliano e, a parte il colore delle tute e i nomi di battaglia visualizzati in basso a destra sul vostro HUD, le differenze si faticano ad avvertire. Però la soddisfazione di poter guidare un team della propria forza armata c';è e si sente e tanto basta ad appagare la nostra prima impressione.

I nomi di battaglia dei SEALs sono mitici. Kahuna...
I nomi di battaglia dei SEALs sono mitici. Kahuna...
Anche le ambientazioni in interno sembrano sconfinate.
Anche le ambientazioni in interno sembrano sconfinate.
L'aggiunta di edifici particolari movimenta il paesaggio.
L'aggiunta di edifici particolari movimenta il paesaggio.

La svolta, però, non si limita ad una questione di nazionalità dei combattenti impegnati. A costo di disorientare, al principio, i fan storici della prolifica serie che da anni si conquista plausi unanimi sulle nostre PS2 e PSP. Abituati infatti a classici sparatutto in prima/terza persona, i più sfegatati tra gli estimatori del franchise si troveranno questa volta alle prese con un gameplay drasticamente differente, dove saranno chiamati ad indossare i panni di un invisibile "quinto uomo" cui è demandato il compito di dirigere la squadra impegnata sul campo, determinandone le tattiche e l';approccio più o meno aggressivo.
Il paragone con il fortunato Full Spectrum Warrior, riuscito simulatore tattico di fanteria leggera uscito per PS, Xbox e PS2 qualche anno fa, viene immediato. L';impostazione, infatti, anche qui prevede che non si partecipi in prima persona allo scontro ma che, invece, si diano i comandi operativi agli uomini impegnati, lasciando all';IA il compito dell';esecuzione materiale degli stessi. Il segreto del successo di un gioco di questo genere sta proprio nell';implementazione di un';intelligenza artificiale in grado di non impallarsi, facendo spostare i soldati senza farli incastrare in ogni ostacolo incontrato e senza mandarli a suicidarsi nel campo di fuoco della prima mitragliatrice a disposizione. Ma anche di farli reagire in fretta e in modo credibile agli ordini, creando settori di tiro sovrapposti ed evitando inopportuni quanto letali ritardi nell';eseguire un ordine di fuoco o una messa in copertura.
SOCOM:TS fa il suo dovere egregio in tutto questo, senza spingerci mai al limite della frustrazione, sia pur con qualche leggera imprecisione ogni tanto, specie quando si tratta di spedire una delle nostre squadre su una postazione avanzata mirando con il cursore. In quel caso, comunque, basterà avere l';accortezza di effettuare il movimento accompagnandolo, come previsto, con aggiustamenti manuali, per vedere realizzarsi il nostro proposito senza intoppi. Altrettanto bene, in linea di massima, si comporta l';intelligenza dei nemici, spingendoli a comportamenti coerenti e plausibili, in quasi tutti i casi.

Come in tutti i giochi del genere, per strada non si vede un'anima
Come in tutti i giochi del genere, per strada non si vede un'anima
Per voi, amigos, mi sa che butta male...
Per voi, amigos, mi sa che butta male...
Prima cercare una copertura. Poi decidere la prossima mossa.
Prima cercare una copertura. Poi decidere la prossima mossa.

Bene anche la grafica, che conferma la buona impressione ricevuta dagli altri titoli della serie, arricchendo le ambientazioni, piuttosto varie, di elementi distintivi come veicoli abbandonati (che possono prendere fuoco ed esplodere), edifici particolari, chiese, ecc. che contribuiscono a movimentarle. Il livello di dettaglio è decisamente elevato e ci dispiace davvero non poter dare un voto ancora superiore a causa di qualche residuo fenomeno di clipping o imperfezioni tipo corpi a mezz';aria o incastrati nei muri, e così via.
Il sonoro si comporta di pari passo, corredato da doppiaggi in lingua del reparto scelto assolutamente credibili e di effetti sonori e musiche sempre all';altezza della situazione, specie se ascoltati in cuffia.
La trama alla base della campagna single player non vincerà di sicuro un premio letterario né si meriterà una trasposizione cinematografica diretta da Ridley Scott. La storia dell';ambasciatore rapito dai ribelli panamensi s';intreccia e si sviluppa in modo credibile e abbastanza coinvolgente pur senza raggiungere alcuna punta di particolare inventiva. D';altronde, Tom Clancy a parte, è inutile attendersi particolari sorprese da parte di un';ambientazione militare come questa che, a meno di non condirla di soprannaturale (vedi F.E.A.R.) o di esperimenti genetici andati male (Far Cry) resta implacabilmente agganciata agli obiettivi primari di ciascuna missione.
La varietà e la vastità delle ambientazioni che ospitano i diversi livelli e la possibilità di affrontare ciascuno compito con differenti approcci, da quello più aggressivo che non lascia che cadaveri dietro di sé a quello stealth capace di aggirare tutte le sentinelle e arrivare al bersaglio senza sparare un colpo, giovano sicuramente alla longevità e al coinvolgimento del gioco, che finirà per intrattenervi per molto più tempo di quanto non avevate previsto al momento d';iniziarlo.
Complice sicuramente la lunghezza media delle missioni, che difficilmente concluderete in un';unica sessione di gioco "al volo" (sulla metro, sul bus, o tra un';ora di lezione e l';altra, come usa tra il popolo delle console portatili) ma anche la presenza di un impianto multiplayer che invoglia davvero a trovarsi degli amici contro cui giocare (o a collegarsi online via Internet e reperirli in rete). Le due modalità deathmatch, singolo e a squadre, infatti, sono affiancate da un';opzione "scorta VIP" e dalle adrenaliniche modalità Demolizione e Danno Collaterale nelle quali si dovranno attaccare (e difendere) determinati veicoli o velivoli presenti nel campo di battaglia, in una battaglia senza esclusione di colpi all';ultimo respawn.
In definitiva, dunque, il cambio di prospettiva ci pare aver pienamente giovato al marchio SOCOM, al punto di garantire a tutti gli appassionati del marchio che, dietro nostro suggerimento, dovessero acquistarlo, che, almeno per una volta, non sentiranno affatto la mancanza dell';impostazione T/FPS dei capitoli precedenti.

Rimanete così vicini, ché ci facilitate il compito...
Rimanete così vicini, ché ci facilitate il compito...
Che ne dici, bussiamo a quella porta?
Che ne dici, bussiamo a quella porta?
Guarda per l'ultima volta il sole, hermano!
Guarda per l'ultima volta il sole, hermano!

SOCOM US Navy SEALs Tactical Strike
8

Voto

Redazione

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SOCOM US Navy SEALs Tactical Strike

Variazione sul tema SOCOM. Si passa dal classico shooter in terza persona che ha regalato gli onori della cronaca alla famosa serie che mutua il nome dal Comando Incursori della Marina USA ad un modello di gioco decisamente più tattico. La formula, che somiglia in modo impressionante al fortunato Full Spectrum Warrior di qualche anno fa, riesce comunque, con una sapiente miscela di azione stealth, strategia e frenetici scontri a fuoco, a mantenere elevatissimo il tasso medio di adrenalina e divertimento. Complice, non c’é dubbio, un gameplay all’altezza del blasone, ma anche un comparto multiplayer decisamente vario e divertente che non sfigurerebbe in un titolo dedicato alle console da tavolo. L’intento, riuscito, di coprire un segmento fin qui ancora non battuto su PSP, é chiaro. E la dimostrazione che una squadra vincente può anche permettersi di cambiare, pure.

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