Samurai Shodown Anthology

Samurai Shodown Anthology
La serie di Samurai Shodown (Samurai Spirits nella nomenclatura originale nipponica) affonda le sue radici nei primi anni '90, nel periodo in cui i picchiaduro 2D dominavano il mercato e i ragazzini introducevano cascate di monete nei coin-op solo perché la grafica era migliore del porting per 16-bit casalingo. Le caratteristiche fondamentale che differenziavano SS dai titoli concorrenti erano innanzitutto l'ambientazione che prevedeva lottatori armati di spade, katane, falcetti, scimitarre e così via, ed in secondo luogo una difficoltà intrinseca notevole, con tecniche speciali non immediatissime ed un'IA piuttosto ostica. Sgradito ai giocatori occasionali, divenne presto un Must per i veri fanatici.

Abbondano i lottatori strani; notare come il colore della pelle vari in base alla barra della furia
Abbondano i lottatori strani; notare come il colore della pelle vari in base alla barra della furia
Molte ambientazione saranno parecchio suggestive
Molte ambientazione saranno parecchio suggestive
Scontro tra donzelle: fioretto contro arco
Scontro tra donzelle: fioretto contro arco


Negli anni successivi sono usciti ulteriori episodi, tutti legati su per giù da un'unica storyline e tendenzialmente rispettosi di queste caratteristiche, sebbene volta per volta il gameplaying subisse alcune modifiche, anche sostanziali, con l'introduzione di vari utilizzi per le barre secondarie di furia o concentrazione. Quasi vent'anni dopo arriviamo così a SSVI, eppure il concept é sempre quello, così come la scelta rigorosa della grafica 2D.

Siamo al cospetto pertanto di un'antologia di sei picchiaduro 2D ad incontri uno contro uno, siano essi contro lottatori pilotati dall'IA in una successione arcade o sfidanti umani contro cui misurarci. La configurazione di base delle periferiche di gioco prevede l'utilizzo del Wiimote accoppiato al Nunchuk, con tre o quattro tasti d'attacco (a seconda del gioco) associati agli attacchi di calcio o con arma; come spesso capitava in sala giochi, dove i cabinet avevano di norma tre tasti, per effettuare determinati attacchi dovrete premerli a due a due.

Ecco un attacco che toglie il sorriso
Ecco un attacco che toglie il sorriso
Quello é brutto e cattivo e io non lo affronto!
Quello é brutto e cattivo e io non lo affronto!
Alcuni persnaggi saranno accompagnati in battaglai da animali: Nakoruru e Galford sono i più classici
Alcuni persnaggi saranno accompagnati in battaglai da animali: Nakoruru e Galford sono i più classici


Cominciamo subito col dire che questa configurazione non é delle più vincenti, tutt'altro: ci vuole parecchia pratica prima di riuscire a “prendere la mano” alle bizze dello stick del Nunchuck e alle associazioni dei vari tasti, e non é purtroppo possibile utilizzare il wiimote orizzontalmente (come invece sarebbe stato lecito aspettarsi). Nel caso però possediate un controller tradizionale troverete in esso un valido alleato, anche grazie alla possibilità di configurare tutti e otto i pulsanti: in un gioco (o meglio ancora sei giochi) in cui come già detto la difficoltà intrinseca di esecuzione e di combattimento é già di per se elevata, un controller che agisce secondo il vostro volere é una vera toccasana.

Per il resto, il porting é realizzato in maniera perfetta, i quanto la grafica non differisce di una virgola dagli originali coin-op, ed anzi forse non sarebbe stato sgradito un minimo di restyling: il massimo in questo senso é la possibilità di personalizzare la palette dei colori dei lottatori. Discorso più entusiasta per quanto concerne il sonoro: per quanto siano ancora presenti le musiche in MIDI, dai menù é possibile impostare i brani rimasterizzati, a seconda che prediligiate il sound originale o una migliore qualità. Stesso discorso per gli effetti sonori: presenti tanto i campionamenti a bassa qualità quanto alcuni più recenti.

Il gameplaying, come detto e ripetuto, non é immediatissimo, complici la difficoltà intrinseca e un'interfaccia di default non certo studiata per questo tipo di giochi, ma per il resto é quello originale e non se ne discute l'indubbia qualità. In questa antologia é stato inoltre inserito un simpatico sottogioco che vedrà protagonisti gli animali compagni di alcuni lottatori impegnati ad afferrare al volo le monete lanciate da un bruto nerboruto.

La longevità é il vero punto di forza del prodotto: anche concentrandosi su un singolo lottatore non sarà facile giungere all'agognata vittoria, e pertanto il terminarlo con tutti sarà un'esperienza lunghetta, a cui si aggiunge il multiplayer in sfida. Il tutto va moltiplicato per sei e, se siete degli appassionati, il risultato può diventare veramente rimarchevole. Solo, però, se siete degli appassionati...

Scontro tra samurai: visto il titolo, ci sembra il minimo
Scontro tra samurai: visto il titolo, ci sembra il minimo
Potrete modificare i colori dei vostri personaggi
Potrete modificare i colori dei vostri personaggi
Altro scontro classico: sulla riva del mare col Fuji sullo sfondo
Altro scontro classico: sulla riva del mare col Fuji sullo sfondo


Samurai Shodown Anthology
6.5

Voto

Redazione

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Samurai Shodown Anthology

Inutile soffermarsi sulla qualità intrinseca dei titoli proposti - se la serie di Samurai Shodown non fosse valida non sarebbe arrivata al sesto capitolo né tanto meno riproposta in compilation nel bel mezzo dell'era del 3D. Il lavoro proposto ha il pregio di riunirli insieme e di riproporli quasi intonsi, se si fa eccezione per un gradito restyling del parco audio (ma purtroppo nessuna “ripulitura” nella grafica). La difficoltà intrinseca dei vari titoli, il gran numero di personaggi e l'onnipresenza del multiplayer a sfide, tutto moltiplicato per sei, lo rende particolarmente longevo per gli appassionati, ma solo per essi.

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