No Sleep for Kaname Date, volti noti, escape room e problemi di comunicazione – Recensione Switch 2
La recensione dell’avventura in stile visual novel di Spike Chunsoft, uno spin-off che cementa i punti forti della saga, ma non ha il coraggio di osare

No Sleep for Kaname Date – From AI: The Somnium Files è uno spin-off dell’omonima serie dall’autore nipponico Kotaro Uchikoshi, che però si è limitato al ruolo di supervisore in quest’occasione. I suoi fan dovrebbero già conoscere questi particolari, ma è bene ribadirlo.
No Sleep for Kaname Date: una storia scollegata che dimentica i suoi personaggi
Ambientato a cavallo tra l’originale AI: The Somnium Files e il sequel, nirvanA Initiative, il titolo propone una storia autoconclusiva e slegata dagli altri capitoli, nonostante ne includa gran parte del cast. I “rapporti di forza” coincidono con l’epilogo della prima avventura, tuttavia non viene fatta alcuna menzione delle ultime ore di gioco, né c’è traccia delle sue ripercussioni.
Questa politica “no spoiler” adottata dal team di sviluppo onestamente fa più danni che altro. Certo, chiunque ora può utilizzare questo No Sleep for Kaname Date come punto di partenza per sondare le altre opere del franchise (anche se non comprendo per quale motivo iniziare dallo spin-off di una saga che fa leva sulla narrazione NdR). D’altro canto, un assetto del genere nega qualunque approfondimento dei personaggi esistenti, a cui non è concesso attingere alla propria crescita passata, sia come individui che a livello di relazioni.
Praticamente tutti i beniamini da AI: The Somnium Files e dalle prime battute di nirvanA Initiative appaiono quindi nella loro veste più superficiale, limitata a macchietta o mera comparsa, e anzi risultano persino regrediti rispetto a come li conoscevamo. E questo ovviamente include il protagonista Date. Un problema che affliggeva pure il secondo capitolo, ma qui è ancora più evidente, considerato quando è ambientata la vicenda e i principali attori che vi prendono parte.
Ci sono (letteralmente) un paio di new entry nel cast, e le loro figure sono ben approfondite, con momenti interessanti e qualche spunto di riflessione. Per il resto, l’enfasi è sulla commedia, con quel piglio tra il farsesco e il puro nonsense che caratterizza la serie e che qui non ha certo perso smalto. I dialoghi e gli eventi a tratti surreali che saltano fuori dal nulla sono uno spasso e mantengono alto il ritmo tra una rivelazione e l’altra.
Quanto alla storia nel suo insieme, è molto più breve e lineare dei suoi predecessori, e comunque l’impressione è che si trascini per buona parte della sua durata. Delle 10 ore circa per arrivare ai titoli di coda, la metà è superflua e avviene solo perché gli indiziati si ostinano a fare scena muta in modo pretestuoso, costringendo il giocatore a girare in tondo senza motivo. Iris è stata rapita dagli “alieni”, sta rischiando la pelle, c’è poco tempo e ti ho beccato con le mani nel vaso della marmellata: davvero devo infilarmi nel Somnium per farti confessare qualcosa che potevi dirmi tre ore fa!? No, non sono un gran fan della direzione adottata per allungare il brodo. Il mistero in sé è intrigante, ma è difficile restare sul pezzo quando si viene presi per i fondelli più volte per mera convenienza narrativa. Il carisma dei personaggi e la bontà delle interpretazioni aiutano se non altro a non farci troppo caso.
No Sleep for Kaname Date: meno investigazione, più enigmi in stile escape room
Le fasi investigative in stile visual novel sono piuttosto brevi e più guidate rispetto al passato. Di solito ci si sposta da un’area all’altra automaticamente, ma anche quando abbiamo maggiore libertà ci limitiamo a passarle in rassegna rapidamente, a mo’ di lista della spesa. Trovare il soggetto con cui parlare o il punto da analizzare per proseguire è molto semplice, tuttavia cliccare cose a caso per sentire i commenti di Date e Aiba è sempre un piacere. Nascosti qua e là poi si trovano carte collezionabili, che sbloccano bonus nell’apposito menù, e finali alternativi alla NieR: Automata (una decina circa). Un’ottima scusa per sfruttare la flowchart (una linea retta in pratica) per tornare sui propri passi e non perdersi alcun dettaglio.
Di Somnium invece, i “deep dive” nel subconscio altrui, ce ne sono solo tre, e ne avrei fatto volentieri a meno. Va bene che sono la dinamica principe del franchise, ma qui in particolare non sembrano aggiungere granché alla trama, se non sfondare porte aperte o andare di palo in frasca. La loro natura random, che incitava a sperimentare per scoprire quale bizzarria si celasse dietro opzioni apparentemente innocue, è stata rimpiazzata da istruzioni meno velate, da seguire più o meno alla lettera, pena l’esaurimento del timer e conseguente game over. Si può riprovare quanto si vuole, ma non divertono come prima, e tolgono spazio alla nuova “gimmick” del gioco: le escape room.
Ripescate dalla trilogia di Zero Escape diretta da Uchikoshi (999, Virtue’s Last Reward...), parliamo di una serie di stanze chiuse da risolvere un enigma alla volta. Prove di logica e ingegno non troppo complesse che chiedono al giocatore di analizzare con attenzione l’ambiente circostante e gli indizi trovati. Personalmente non ho mai riscontrato grossi problemi (eccetto in un paio di occasioni, a mio avviso astruse NdR), ma comunque viene fornito un livello di difficoltà adattivo e scalabile in qualunque momento, per ricevere più indizi, più tempo o direttamente la soluzione se non se ne può più. Funzionano e intrattengono, ma forse si poteva sondare qualcosina di più complesso.
No Sleep for Kaname Date: come gira su Switch 2 e quale doppiaggio scegliere
Per la recensione ho voluto testare la versione Switch 2. Gran parte di modelli e location sono stati riciclati dai precedenti capitoli, pertanto il primo Switch è un’alternativa più che valida, ma ho apprezzato l’aumento di risoluzione e i caricamenti ridotti al minimo. Animazioni ed effetti sono piuttosto basilari, ma compensa con il suo solito stile anime colorato, pulito e a tratti psichedelico, inoltre interfaccia e testi sono sempre chiari e leggibili, che è quello che conta in un’esperienza del genere.
La saga di AI: The Somnium Files è profondamente radicata nella cultura nipponica, tanto che in parecchie occasioni i traduttori sembrano aver gettato la spugna, lasciando terminologie e modi di dire intatti rispetto alla controparte giapponese. Potreste pensare che il doppiaggio originale sia d’obbligo, e sebbene sia effettivamente di altissimo livello, mi rifiuto di abbandonare quello inglese, lo dico da purista. L’interpretazione di ogni singolo personaggio è a dir poco magistrale, naturale e giusto un po’ straniante alle volte, cosa che contribuisce a donare al titolo quel tocco unico. Il copione che le varie voci si sono ritrovati tra le mani non è proprio il massimo, ma diamine se non si sono impegnati al massimo per venderlo. Ineccepibile.
Versione Testata: Switch 2
Voto
Redazione

No Sleep For Kaname Date – From AI: The Somnium Files
A prezzo pieno non consiglierei No Sleep for Kaname Date manco ai fan più accaniti della serie. L'opera Spike Chunsoft non ambisce certo a reinventare la ruota, e farà sicuramente piacere a chi vuole solo una nuova avventura nei panni di Date in questo bizzarro universo. Tuttavia, fa eccessivamente leva su stilemi noti, senza approfondirli o espanderli, fallendo così nello scavarsi una propria nicchia e ad imprimersi nella memoria del giocatore. La storia ha i suoi momenti, ma sono palesi gli stratagemmi narrativi per allungare il brodo; togli la fuffa e avresti una buona espansione standalone. Carine le escape room, ma non imprescindibili. Superbi come da tradizione cast e direzione comica, ma bastano a garantire l’acquisto? Se invece volete approcciarvi al franchise... che cappero ci fate qui!? Andate a recuperare The Somnium Files.