Nascar 08
di
Francesco Romagnoli
Grazie alla buona volontà di Electronic Arts ormai anche tutti i videogiocatori europei hanno conosciuto più a fondo la disciplina delle così dette NASCAR series. Inutile quindi che rivanghiamo per l'ennesima volta nel dettaglio la spiegazione particolareggiata di che cosa si tratti.
Partiamo semplicemente dicendo che sono tornate ancora una volta le "corse su ovale".
Molti piloti virtuali europei disprezzano alacremente questa disciplina, per la sua ripetitività ed il minor impegno. Naturalmente nella realtà l'impegno in questa categoria è assai alto, così come lo è nelle simulazioni più rigorose, e la noia di solito e stemperata dallo spettacolo provocato dall'avere una quarantina di auto dalle prestazioni simili che si inseguono su di un nastro d'asfalto piuttosto corto, con le conseguenti collisioni che spesso ne conseguono.
Virtualmente forse la cosa è sentita meno, soprattutto qui da noi che non siamo "pompati" e "gasati" dalla pubblicità e dall'hype che contorna queste corse. Però siamo dell'idea che un titolo racing diverso dal solito ogni tanto sia interessante per cimentarsi in qualche disciplina alternativa.
Aggiungi un po' qui, togli un po' là.
Chi avesse già giocato l'ultimo capitolo della serie Nascar di Electronic Arts, esattamente un anno fa, potrebbe trovarsi spiazzato di fronte a quest'edizione 2008. Infatti, al di fuori della sponsorizzazione in prima persona offerta da Montoya (il pilota sul quale quest'anno sono puntati tutti gli sguardi) il gioco presenta un modello fisico di guida mutato e, a fronte di qualche aggiunta, una decurtazione in quanto a qualche campionato e modalità a disposizione.
Non che ci sia poca scelta. I campionati nei quali cimentarsi sono diversi: si va dalla Nextel Cup alla Whelen Modified, dalla Craftsman ad altri ancora, tra campionati ufficiali ed altri extra inventati.
Come al solito il miglior modo per approfondire il titolo in modo completo è cominciare dalla modalità carriera, dove si parte facendo qualche prova sul tempo per poi essere ingaggiati dalle varie scuderie e scalare le categorie a suon di vittorie.
A chi segue assiduamente queste discipline, farà piacere constatare che EA, come al solito, ha sfruttato i diritti e le licenze acquisite. Sono presenti tutti i principali piloti e altrettanto vale per i tracciati salvo qualche rara eccezione, come le piste di Mexico City e di Montreal.
Sempre a proposito di tracciati, non è del tutto vero che si tratta solamente di circuiti ovali. La maggior parte sono di questa tipologia, ma ve ne sono alcuni invece che, pur non presentando una silhouette da circus della Formula Uno, possiedono un disegno fatto di curve secche e varianti, come ad esempio avviene anche per i circuiti della serie Indycar. Nella lista ne compaiono anche di inventati, ma come al solito quelli che richiamano maggiormente l'attenzione sono i nomi più famosi (Daytona, Indianapolis...).
Simulazione di catino
Avendo citato questi due circuiti su cui spesso si disputano gare endurance, quindi di lunga durata, cogliamo l'occasione per citare la possibilità di partecipare a questi eventi nella loro interezza. Ovviamente, trattandosi di un videogioco, si è ben pensato di lasciare la possibilità di salvare in ogni momento della gara.
Tendenzialmente i puristi apprezzano il poter cimentarsi in questi eventi che rievocano le emozioni di quelli reali. Sempre dal lato delle emozioni però i puristi potrebbero rimanere un po' sconcertati.
Infatti il modello fisico di guida è mutato rispetto all'edizione 2007. Quest'ultima non era certo paragonabile ad una simulazione rigorosa, ma presentava una fisica ancorata a certi parametri che sicuramente non si esponevano ad un approccio permissivo (soprattutto impostando a dovere il livello di simulazione/difficoltà). In particolare la fine messa a punto di ogni singolo set-up era maggiormente percepibile poi su pista.
In questa edizione invece le cose sono state semplificate e bisognerà essere dei veri disastri per rendere inguidabile l'auto, anche togliendo gli ausili. Guidando durante le gare sembra che questi aiuti in parte permangano comunque, dato che pur pestando a fondo nell'acceleratore in ogni situazione, l'unico modo per farci perdere il controllo è quello dovuto all'intervento di un qualche avversario che ci sperona o colpisce in qualche modo.
Come del resto nella realtà, più che al comportamento dinamico della vettura, l'attenzione è convogliata nella tattica e nella sequenza di sorpassi da effettuare.
E' certamente questa la parte più emozionante del gioco: quella ovvero di carpire il momento più adatto per tentare un sorpasso, dato che perdere la scia può voler dir perdere posizioni invece che guadagnarne, e, al contempo, di individuare il momento migliore per effettuare la sosta ai box. In questo caso la scelta è spesso scandita dalla bandiera gialla, ma non in modo così automatico.
Se ad esempio la bandiera gialla (sventolata per via di un incidente, con conseguente entrata in pista della safety car) compare nei primi giri, risulterà rischioso fermarsi subito, e si potranno perdere molte posizioni in un batter d'occhio.
Un'altra feature, mutuata dal precedente episodio, è quella di poter intimidire gli avversari, spingendo un pulsante quando ci si trova in scia nel momento giusto.
E' ancora presente anche il gioco di squadra (si può dare qualche ordine ai compagni di scuderia tramite i pulsanti del D-Pad) ma possiede un peso forse minore rispetto all'anno scorso. Inoltre è scomparsa una delle componenti più interessanti: il potersi teletrasportare direttamente da un'auto all'altra, per poter aiutare i compagni a rimontare.
La "Old Gen" cede il passo alla Next.
Tecnicamente il gioco è discreto. La grafica non fa i salti mortali per impressionare ed è piena di aliasing quasi da stordire, però è in linea con la media dello standard della PS2 degli ultimi tempi.
Il gioco scorre fluido e con ben pochi inpuntamenti, caratteristica non da poco considerando le 40 e passa auto presenti su circuito contemporaneamente. Durante gli scontri i veicoli perdono pezzi e si danneggiano anche gravemente, a tal punto che in qualche caso ciò comporterà il ritiro definitivo dalla gara.
Il sonoro è buono: i rombi delle auto sono abbastanza emozionanti e si mescolano al sottofondo del pubblico sulle tribune. Da sottolineare una buona interazione nei dialoghi con i box, ben curati e che non si limitano alle classiche 2-3 frasi fatte.
L' intelligenza artificiale possiamo definirla come sufficiente: le auto procedono a convoglio, ma per via della disciplina la cosa risulta credibile. Meno credibile è la loro tendenza a centrarvi senza fare troppi sforzi per evitarvi quando siete di traverso in mezzo alla pista.
Ben più fastidiosa comunque è la sensazione di una sorta del classico effetto "elastico": ovvero l'irrigidimento della difficoltà e della bravura degli avversari a seconda della vostra prestazione.
Non è palesemente avvertibile, ma si ha sempre la sensazione della presenza di questo odioso fenomeno.
Infine, per chi si collega on-line, sottolineiamo la presenza di un multyplayer che però è limitato solamente ad un massimo di quattro giocatori in contemporanea.
Tirando le somme, se si tralascia la tendenza alla sottrazione di EA (in riferimento al precedente capitolo) il titolo si presenta giocabile e discretamente longevo, soprattutto per gli appassionati.
Se però NASCAR 07 è già stato all'interno delle vostre Playstation...beh, allora l'acquisto è consigliato solo nel caso l'aggiornamento delle licenze e l'aggiunta di qualche tracciato rappresentino per voi un valido motivo per tornare a girare in tondo sugli speedway americani.
Partiamo semplicemente dicendo che sono tornate ancora una volta le "corse su ovale".
Molti piloti virtuali europei disprezzano alacremente questa disciplina, per la sua ripetitività ed il minor impegno. Naturalmente nella realtà l'impegno in questa categoria è assai alto, così come lo è nelle simulazioni più rigorose, e la noia di solito e stemperata dallo spettacolo provocato dall'avere una quarantina di auto dalle prestazioni simili che si inseguono su di un nastro d'asfalto piuttosto corto, con le conseguenti collisioni che spesso ne conseguono.
Virtualmente forse la cosa è sentita meno, soprattutto qui da noi che non siamo "pompati" e "gasati" dalla pubblicità e dall'hype che contorna queste corse. Però siamo dell'idea che un titolo racing diverso dal solito ogni tanto sia interessante per cimentarsi in qualche disciplina alternativa.
Aggiungi un po' qui, togli un po' là.
Chi avesse già giocato l'ultimo capitolo della serie Nascar di Electronic Arts, esattamente un anno fa, potrebbe trovarsi spiazzato di fronte a quest'edizione 2008. Infatti, al di fuori della sponsorizzazione in prima persona offerta da Montoya (il pilota sul quale quest'anno sono puntati tutti gli sguardi) il gioco presenta un modello fisico di guida mutato e, a fronte di qualche aggiunta, una decurtazione in quanto a qualche campionato e modalità a disposizione.
Non che ci sia poca scelta. I campionati nei quali cimentarsi sono diversi: si va dalla Nextel Cup alla Whelen Modified, dalla Craftsman ad altri ancora, tra campionati ufficiali ed altri extra inventati.
Come al solito il miglior modo per approfondire il titolo in modo completo è cominciare dalla modalità carriera, dove si parte facendo qualche prova sul tempo per poi essere ingaggiati dalle varie scuderie e scalare le categorie a suon di vittorie.
A chi segue assiduamente queste discipline, farà piacere constatare che EA, come al solito, ha sfruttato i diritti e le licenze acquisite. Sono presenti tutti i principali piloti e altrettanto vale per i tracciati salvo qualche rara eccezione, come le piste di Mexico City e di Montreal.
Sempre a proposito di tracciati, non è del tutto vero che si tratta solamente di circuiti ovali. La maggior parte sono di questa tipologia, ma ve ne sono alcuni invece che, pur non presentando una silhouette da circus della Formula Uno, possiedono un disegno fatto di curve secche e varianti, come ad esempio avviene anche per i circuiti della serie Indycar. Nella lista ne compaiono anche di inventati, ma come al solito quelli che richiamano maggiormente l'attenzione sono i nomi più famosi (Daytona, Indianapolis...).
Simulazione di catino
Avendo citato questi due circuiti su cui spesso si disputano gare endurance, quindi di lunga durata, cogliamo l'occasione per citare la possibilità di partecipare a questi eventi nella loro interezza. Ovviamente, trattandosi di un videogioco, si è ben pensato di lasciare la possibilità di salvare in ogni momento della gara.
Tendenzialmente i puristi apprezzano il poter cimentarsi in questi eventi che rievocano le emozioni di quelli reali. Sempre dal lato delle emozioni però i puristi potrebbero rimanere un po' sconcertati.
Infatti il modello fisico di guida è mutato rispetto all'edizione 2007. Quest'ultima non era certo paragonabile ad una simulazione rigorosa, ma presentava una fisica ancorata a certi parametri che sicuramente non si esponevano ad un approccio permissivo (soprattutto impostando a dovere il livello di simulazione/difficoltà). In particolare la fine messa a punto di ogni singolo set-up era maggiormente percepibile poi su pista.
In questa edizione invece le cose sono state semplificate e bisognerà essere dei veri disastri per rendere inguidabile l'auto, anche togliendo gli ausili. Guidando durante le gare sembra che questi aiuti in parte permangano comunque, dato che pur pestando a fondo nell'acceleratore in ogni situazione, l'unico modo per farci perdere il controllo è quello dovuto all'intervento di un qualche avversario che ci sperona o colpisce in qualche modo.
Come del resto nella realtà, più che al comportamento dinamico della vettura, l'attenzione è convogliata nella tattica e nella sequenza di sorpassi da effettuare.
E' certamente questa la parte più emozionante del gioco: quella ovvero di carpire il momento più adatto per tentare un sorpasso, dato che perdere la scia può voler dir perdere posizioni invece che guadagnarne, e, al contempo, di individuare il momento migliore per effettuare la sosta ai box. In questo caso la scelta è spesso scandita dalla bandiera gialla, ma non in modo così automatico.
Se ad esempio la bandiera gialla (sventolata per via di un incidente, con conseguente entrata in pista della safety car) compare nei primi giri, risulterà rischioso fermarsi subito, e si potranno perdere molte posizioni in un batter d'occhio.
Un'altra feature, mutuata dal precedente episodio, è quella di poter intimidire gli avversari, spingendo un pulsante quando ci si trova in scia nel momento giusto.
E' ancora presente anche il gioco di squadra (si può dare qualche ordine ai compagni di scuderia tramite i pulsanti del D-Pad) ma possiede un peso forse minore rispetto all'anno scorso. Inoltre è scomparsa una delle componenti più interessanti: il potersi teletrasportare direttamente da un'auto all'altra, per poter aiutare i compagni a rimontare.
La "Old Gen" cede il passo alla Next.
Tecnicamente il gioco è discreto. La grafica non fa i salti mortali per impressionare ed è piena di aliasing quasi da stordire, però è in linea con la media dello standard della PS2 degli ultimi tempi.
Il gioco scorre fluido e con ben pochi inpuntamenti, caratteristica non da poco considerando le 40 e passa auto presenti su circuito contemporaneamente. Durante gli scontri i veicoli perdono pezzi e si danneggiano anche gravemente, a tal punto che in qualche caso ciò comporterà il ritiro definitivo dalla gara.
Il sonoro è buono: i rombi delle auto sono abbastanza emozionanti e si mescolano al sottofondo del pubblico sulle tribune. Da sottolineare una buona interazione nei dialoghi con i box, ben curati e che non si limitano alle classiche 2-3 frasi fatte.
L' intelligenza artificiale possiamo definirla come sufficiente: le auto procedono a convoglio, ma per via della disciplina la cosa risulta credibile. Meno credibile è la loro tendenza a centrarvi senza fare troppi sforzi per evitarvi quando siete di traverso in mezzo alla pista.
Ben più fastidiosa comunque è la sensazione di una sorta del classico effetto "elastico": ovvero l'irrigidimento della difficoltà e della bravura degli avversari a seconda della vostra prestazione.
Non è palesemente avvertibile, ma si ha sempre la sensazione della presenza di questo odioso fenomeno.
Infine, per chi si collega on-line, sottolineiamo la presenza di un multyplayer che però è limitato solamente ad un massimo di quattro giocatori in contemporanea.
Tirando le somme, se si tralascia la tendenza alla sottrazione di EA (in riferimento al precedente capitolo) il titolo si presenta giocabile e discretamente longevo, soprattutto per gli appassionati.
Se però NASCAR 07 è già stato all'interno delle vostre Playstation...beh, allora l'acquisto è consigliato solo nel caso l'aggiornamento delle licenze e l'aggiunta di qualche tracciato rappresentino per voi un valido motivo per tornare a girare in tondo sugli speedway americani.
Nascar 08
7
Voto
Redazione
Nascar 08
Come ogni sua serie EA prosegue imperterrita con la proposta di un titolo ogni anno a rinnovare tutte le discipline sportive che tratta. In questo caso però torna sulla scena con un prodotto che non "allarga" le sue prospettive ma, sotto certi aspetti, le restringe addirittura. Un fatto dovuto probabilmente al concentrarsi delle sue risorse nelle edizioni next-gen che presto vedremo a loro volta sui nostri schermi. I fedeli alla filosofia di EA e alle sue saghe sanno quindi che cosa aspettarsi: di certo non un titolo rivoluzionario, quanto piuttosto un'onesto aggiornamento delle licenze con qualche piccola novità.