Anche la corsa viene attivata inspiegabilmente in ritardo rispetto alla pressione del tasto corrispondente, forse per rispettare qualche astruso canone di realismo. Comunque non si riesce a partire in corsa dal posto e, anche in movimento, i personaggi si prendono il loro bel mezzo secondo circa per passare da un'andatura all'altra. Anche la schermata di selezione dei personaggi, con i modelli 3D di Matlock, Karne e Kenzo in full screen, é elegante ma poco pratica, fortuna che non serve continuamente. La barra di energia di ogni elemento del gruppo é piuttosto duratura, ma guai a subire danni: ogni punto di salvataggio dista in modo considerevole da quello seguente ed é sufficiente la dipartita di uno degli elementi del gruppo per constringerci a ricominciare dall'ultimo salvataggio. Bulloni enormi, tubi di raffreddamento e portelli rugginosi. Vita Base sembra un vecchio sottomarino
Martian Gothic Unification è un bel survival horror più attento alla sostanza che alla forma. Praticamente banditi i filmati in full motion video (cosa che permette al gioco di occupare un solo CD-ROM) rimane un impalcatura scenografica e narrativa capace di dare veramente i brividi. La grafica svolge alla perfezione il suo lavoro, grazie ad ambienti realistici e terrificanti, ma non aspettatevi effetti speciali o novità di alcun tipo rispetto a quanto già visto fino ad oggi. A differenza di altri giochi che spingono sugli aspetti arcade o altri che mirano a proporre cocktail bilanciati di azione e rompicapo, in Martian Gothic sono gli enigmi a fare la parte del leone, ma non per una qualche inclinazione sadica dei designer, ma proprio perché la sua trama complessa e ricca di suggestioni richiede che a lavorare sia più il cervello che il grilletto. Per via della sua difficoltà Martian Gothic si deve già considerare un titolo impegnativo ma la lentezza dei personaggi e la risposta non soddisfacente ai comandi lo rende ancora più pesante, trasformandolo in un bellissimo survival horror, adatto, però, soprattutto agli avventurieri più pazienti. Grande impalcatura narrativa e stilistica, insomma, ma riserve sul controllo nudo e crudo.
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