Gradius Origins, una magnifica collection di un'icona arcade – Recensione Switch
La recensione della compilation di shmup firmata Konami e M2, il nuovo punto di riferimento per i cultori di questa storica saga

Gradius è uno dei padri fondatori degli sparatutto a scorrimento, nonché una delle saghe più popolari di questo genere, ormai relegato a nicchia per pochi eletti. Non è la prima volta che Konami celebra uno dei suoi franchise più longevi, che quest’anno compie 40 anni, con una compilation di vecchie glorie, ma è la prima volta che a prendere parte al progetto troviamo M2, una garanzia in fatto di shmup.
Gradius Origins è una raccolta che comprende la trilogia originale di Gradius, più lo spin-off Salamander. Nell’elenco figurano quindi il primissimo Gradius, targato 1985, Salamander, corredato del porting internazionale Life Force, Gradius II: Gofer no Yabou, anche noto come Vulcan Venture in sala giochi, Gradius III: Densetsu kara Shinwa e, Salamander 2, al suo debutto internazionale, e infine, e questa è una chicca, Salamander III, un ipotetico sequel creato per l’occasione e realizzato con lo stile e le tecnologie del 1998.
In totale, contando le varie edizioni, tra cui alcune inedite, abbiamo ben 18 giochi. Le differenze vengono illustrate nel menù principale, e per ognuno trovano posto una serie di bonus che i collezionisti apprezzeranno. Badate bene che si tratta solo delle incarnazioni arcade, quindi mancano all’appello i porting e i capitoli esclusivi per console (riservati forse ad una futura collection?). Ciononostante, sembra si siano scordati di Gradius IV: Fukkatsu.
Gradius e Salamander: meccaniche, potenziamenti e stile a confronto
Per chi non lo conoscesse, Gradius è uno sparatutto a scorrimento orizzontale. O meglio, LO sparatutto a scorrimento orizzontale (non me ne vogliano R-Type e Thunder Force NdR). La sua caratteristica principale è la barra di selezione dei power-up, che consente al giocatore di scegliere dinamicamente in-game cosa equipaggiare sulla navicella Vic Viper, come l'incremento della velocità, missili, armi secondarie, scudi e le iconiche Option.
Salamander dal canto suo adotta una formula più tradizionale. I potenziamenti sono grossomodo gli stessi, ma sono prefissati e hanno specifiche icone, inoltre in caso di morte si torna subito in campo, anziché ripartire dall’ultimo checkpoint come in Gradius. La serie poi alterna scrolling orizzontale e verticale tra uno stage e l'altro, e predilige un design più biologico, quasi horror, per nemici e fondali, tanto che l’adattamento Life Force è stato rimaneggiato per essere ambientato all’interno di un enorme organismo alieno.
Gradius Origins: difficoltà arcade e nuove opzioni per tutti i giocatori
In comune hanno tutti un livello di difficoltà molto elevato, estremo in alcuni casi. Una soluzione necessaria per ingurgitare quante più monetine possibili in sala giochi, tuttavia Origins vanta un paio di quality of life per consentire a chiunque di approcciare questi titani del passato senza sbattere (troppo) la testa contro il muro.
Oltre alla modalità Classica infatti ne troviamo una Facile, che riduce le dimensioni dell’hitbox del giocatore per una navigazione più confortevole, una Invincibile, in cui nulla potrà scalfirci, ma ogni potenziale colpo subito verrà conteggiato, e l’Allenamento, per fare pratica nei singoli livelli e persino in specifiche sezioni. In più, potremo salvare e caricare i dati in qualunque momento e utilizzare la funzione di Rewind per tornare a qualche frame prima del botto, perdendo però la possibilità di caricare il punteggio online.
Ad ogni modo, sono tutte esperienze invecchiate molto bene, degne di essere provate e padroneggiate nel tempo. Eccetto Gradius III. Gradius III è un infame e si merita tutti gli insulti del mondo. C’è un limite a quanto un gioco possa essere disonesto, e lui lo supera abbondantemente più volte, ma gli si vuole bene lo stesso. Per il resto: Gradius nonostante l’età è ancora uno spasso; Salamander è il più accessibile e un’ottima variante sul tema; Life Force è praticamente uguale, ma la premessa è esilarante; Gradius II è un gioiello, probabilmente il migliore del pacchetto; Salamander 2 vanta quei magnifici vibe anni ‘90, ma è un po’ breve, anche per gli standard del genere.
E poi c’è Salamander III. L’operazione nostalgia è più che riuscita, il gioco pare effettivamente uscito da un cabinato di fine millennio, e il gameplay è un omaggio alle due saghe, con il framework di Salamander e continui rimandi a Gradius. Difficilissimo e stilosissimo, M2 non si smentisce mai. A quando Gradius VI?
Gradius Origins: extra da collezione, performance su Switch e fedeltà arcade
A completare l’opera ci pensa un corredo piuttosto fornito di illustrazioni, bozzetti e materiale promozionale dell’epoca, più la colonna sonora completa di tutti i titoli, piena di tracce fantastiche che ancora spaccano dopo diversi decenni. Una manna dal cielo per gli appassionati.
Per la recensione ho messo le mani sulla versione Switch. La console Nintendo è (tristemente) nota per avere problemi di input lag rispetto alle controparti PC, PlayStation e Xbox, tuttavia non ho riscontrato criticità in termini di collisioni o risposta dei comandi. Serviranno sicuramente analisi più approfondite, ma pad alla mano la situazione sembra buona.
Dal punto di vista grafico, l’emulazione è eccellente e mantiene inalterata l’estetica degli originali, un tripudio di pixel art, con contaminazioni 3D nel caso di Salamander 2 e III. I cali di frame rate sono frequenti, ma perché simulano quelli della macchina arcade di riferimento, da cui vengono ripresi inoltre bug e filtri (opzionali). In Gradius III sono persino "tattici", visto che si possono attivare a comando aprendo il fuoco (un’altra scusa per far decollare a caso il tasso di sfida). Chiudono il quadro la co-op locale per due giocatori, le già menzionate classifiche online e gli achievement, che non guastano mai.
Versione Testata: Switch
Voto
Redazione

Gradius Origins
Solo Salamander III da solo vale quasi l’intero prezzo del biglietto. Il resto è una delle migliori conversioni di una saga che non ha perso smalto e si propone nella sua veste più accessibile di sempre. Un must per gli amanti del genere, e un ottimo trampolino di lancio per chi non lo mastica. Detto questo, non sarebbe male ricevere lo stesso trattamento per le versioni console, magari con tanto di spin-off, come Gaiden e Solar Assault. E non dimenticate Parodius.