Bulwark: Falconeer Chronicles, la recensione del builder tra oceani e falconi

Bulwark: Falconeer Chronicles è un city builder atipico con tante idee interessanti. Funzioneranno?

>

Palafitte, falconi e speranze di sopravvivere

Se in The Falconeer, il precedente lavoro di Tom Sala, ci siamo trovati alla guida di un potente falcone da battaglia, grandi novità ci sono per il suo seguito. Se siete curiosi di conoscerle non dovete fare altro che restare su queste pagine e leggere la recensione di Bulwark: Falconeer Chronicles! Tom, che praticamente lavora da solo e che ha già dimostrato grandi capacità tecniche e creative questa volta cambia genere e se The Falconeer poggiava il proprio gameplay sull’esperienza di volo e combattimento adesso ci troviamo davanti a quello che potremmo, con tutte le licenze del caso, definire come un city builder. In un mondo dove a farla da padrone sono gli oceani, l’umanità si è dovuta adeguare a sopravvivere su avamposti costruiti in stile palafitte. Con pochissime terre emerse rimaste, scarseggiano anche le materie prime e metalli, pietre e legna si trovano solo in alcune zone rimaste miracolosamente emerse. Per quanto riguarda la forza lavoro, questa è direttamente derivata dalla presenza di altri avamposti, per quanto ogni insediamento, come ogni individuo, sia legato a specifici schieramenti e influenze e quindi, in un gruppo di sopravvissuti possa rappresentare un fattore a favore o sfavore del bilancio interno delle fazioni politiche.

Bulwark: Falconeer Chronicles, la recensione del builder tra oceani e falconi
Allo stato attuale, dichiarare guerra sarebbe un suicidio

Tutto comincia a bordo del nostro veicolo di ricognizione, quello che potremmo definire come un pallone aerostatico steampunk, seguendo le linee stilistiche di tutta l’ambientazione del gioco e del prequel che abbiamo citato a inizio articolo. Guidando le Case Libere daremo vita a un nuovo insediamento e in base alle risorse disponibili cercheremo di renderlo prospero o, quantomeno, abitabile. Sulla mappa non saremo presenti soltanto noi, ma anche i Mancer e L’Impero, senza contare i Senzabandiera che di sottostare a una o l’altra fazione, proprio non ne vogliono sapere se non per specifici accordi commerciali o momentanee paci. Chiariamo: quello di cui stiamo parlando è semplicemente il tutorial con cui il gioco ci accoglie, perché poi potremo semplicemente iniziare una nuova avventura scegliendo uno tra i tre principali schieramenti, andando anche a ritoccare vari parametri in modo da adattare l'esperienza alle necessità di chiunque. Per i gamer alla ricerca di una partita da portare avanti con maggiore tranquillità c'è anche la possibilità di dedicarsi alla costruzione libera che, come da titolo, permette di passare diverse ore senza troppe preoccupazioni.

Si, perché la vita nell'oceano di Bulwark: Falconeer Chronicles, anche se il gioco stesso ci consiglia di prenderla senza patemi vari e di sperimentare vari approcci, nasconde diverse insidie sia esterne che interne. Da un lato ci sono le varie frazioni, dall'altro le simpatie di chi avremo accolto nel nostro rifugio che, con il passare del tempo, potrebbero sconvolgere il difficile equilibrio cittadino, sempre se possiamo parlare di città riguardo a questi particolarissimi agglomerati. Il gameplay si basa su due diversi momenti, un in cui prenderemo il diretto controllo della nostra aeronave, uno in cui dovremo gestire le strutture di terra (o più giustamente, di mare). A prescindere da tutto, il tutorial che Bulwark: Falconeer Chronicles ci propone è mediamente snello, ma fa da apripista a un gameplay che necessita di essere imparato, in quanto nelle idee di base somiglia a molti city builder già visti, ma nelle meccaniche propone un approccio originale e non proprio immediato come invece sembra essere nelle idee del suo creatore. Partiamo dal fatto che nonostante la nostra prova si sia svolta su pc, lo stesso gioco ci ha invitato sin da subito a utilizzare un controller e il nostro pad della indissolubile Xbox One si è dimostrato perfetto per l'occasione.

Bulwark: Falconeer Chronicles, la recensione del builder tra oceani e falconi
Tutto si muove dal nostro ricognitore

Tra una passerella e un'aeronave

Quando ci troviamo a muovere l'aeronave basta scegliere un punto a schermo o sulla mappa per vederla andare dove desideriamo e ad aiutarci avremo un segnale dorato che punterà perennemente alla nostra base operativa, più un altro segnale azzurro che ci indicherà luoghi di interesse qualora dovessero essercene nelle vicinanze, tra altri insediamenti, singole navi che potremo assoldare, risorse naturali e edifici unici che ci daranno notevoli vantaggi. L'aeronave non funziona solo per esplorare, ma permette anche di demolire gli edifici trovati e ricostruirli in base alle proprie necessità quindi alcune costruzioni specifiche non saranno disponibili in base alle risorse in magazzino, ma solo se ne avremo trovate altre identiche da "smontare e rimontare". Arriviamo dunque alla ben più particolare gestione degli edifici, che potremo raggiungere grazie a un pulsante che ci farà agimente passare da aeronave a fase gestionale. Tutto si basa sull’utilizzo di due soli pulsanti, uno che seleziona la costruzione più vicina e uno che da il via alle costruzioni. Queste sono a loro volta gestite dal cursore che apparirà a schermo e avrà differenti funzioni in base alla distanza dall’edificio selezionato. Per quanto ogni situazione può presentare differenze in base a ciò che staremo gestendo, possiamo comunque fare alcuni esempi esplicativi per comprendere maggiormente il gameplay di Bulwark: Falconeer Chronicles.

Partendo dal nostro avamposto, spostando il cursore a debita distanza, potremo creare nuove torri e se, sempre partendo dall’avamposto, posizioneremo il cursore sulla nuova torre, con il pulsante di azione andremo a creare un camminamento che unirà i due edifici. A questo punto avremo svariate possibilità, e il tutorial con la voce di Tom Sala, ci consiglia di esplorare senza troppi patemi tutto quello che potremo fare, ma dovremo stare bene attenti alla forma che prenderà il nostro cursore.

Se saremo sopra una struttura, potremo migliorarla, se saremo vicino a un camminamento potremo creare nuove fondamenta per renderla più sfruttabile dai nostri cittadini (in questo caso vedremo un cursore quadrato), se saremo troppo lontani, un cursore rotondo ci farà capire che potremo solo costruire una nuova torre e via dicendo. La difficoltà nell'appendere queste meccaniche è proprio che la nostra azione verrà fatta sempre e solo con la pressione dello stesso input, ma questa cambierà in base alla forma del cursore che vedremo. Per quanto spiegare il tutto a parole possa sembrare complicato, sappiate che giocando avrete comunque bisogno di diverse ore per metabolizzare il funzionamento di Bulwark: Falconeer Chronicles e che, nonostante questo, anche dopo diverse partite vi troverete a commettere alcuni errori proprio perché il sistema non è immediato quanto vorrebbe essere.

Bulwark: Falconeer Chronicles, la recensione del builder tra oceani e falconi
Accogliere nuovi rifugiati porta benefici, ma anche rischi per l'equilibrio interno

Fatta salva questa premessa, comunque estremamente importante, il gameplay di Bulwark: Falconeer Chronicles segue fondamenta che abbiamo già visto in tanti altri city builder, per quanto con alcune variazioni sul tema. Si costruisce, si raccolgono materie prime, si esplora, si creano rotte commerciali e si decide se cercare di mantenere la pace coi propri vicini o mostrarsi bellicosi. In tutto questo dovremo cercare diportare nelle nostre schiere comandanti che useranno i propri falconi (ma non solo) per difendere il nostro spazio aereo dalle torri più alte e comandanti di navi che ci aiuteranno a mantenere vivi i trasporti navali e le difese marine.

L'innovazione è dunque presente, soprattutto nei controlli, ma nelle profondità delle meccaniche non abbiamo assistito a nulla che non si sia già visto in passato. Questo non deve essere preso come un difetto, perché nonostante il lavoro in solitaria, Tom Sala ha saputo comunque trovare un interessante approccio che rimescola un po' le carte. Quello che invece va a mancare è, dopo svariate ore a giocare, un costante stimolo ad andare avanti, in quanto ci siamo ritrovati più di una volta a avere ben poco di interessante da fare sulla mappa, muovendoci pigramente con l'aeronave per lunghe distese oceaniche che avevano poco da dirci. Non mancano tensioni interne e lotte con le fazioni che potrebbero attaccarci o puntare i nostri convogli, ma anche qui tutto si svolgerà in automatico in base a come avremo impostato le nostre costruzioni e la nostra flotta, per quanto l'aeronave potrà partecipare alla battaglia e, qualora distrutta, essere ricostruita spendendo una notevole quantità di risorse.

Invece, per quanto sia chiaro che il budget di lavoro non sia stato altissimo, Bulwark: Falconeer Chronicles offre come il precedente The Falconeer uno stile grafico accattivante e prestazioni ottime anche sul nostro Ryzen 7 5500 x con GeForce 3060, accompagnandosi a un buon comparto audio e alla sempre apprezzatissima presenza di tutti i testi tradotti in italiano. Come avrete già capito non dovete aspettarvi una rivoluzione, ma Bulwark: Falconeer Chronicles rimane un city builder che non ha paura di mostrare nuove idee e un approccio che cerca di esplorare strade diverse rispetto alla concorrenza. Se siete alla ricerca di una interessante boccata d'aria fresca nel mondo della costruzione e della gestione della propria città, senza avere troppe pretese, Bulwark: Falconeer Chronicles potrebbe fare al caso vostro.

Bulwark: Falconeer Chronicles, la recensione del builder tra oceani e falconi
Ispezionare il nostro insediamento e la sua crescita ha un discreto fascino

Bulwark: Falconeer Chronicles

Versione Testata: PC

7.5

Voto

Redazione

BulwarkFalconeerChroniclesvisualjpg

Bulwark: Falconeer Chronicles

Bulwark: Falconeer Chronicles parte da idee sicuramente intriganti, per quanto la base della lore non sia particolarmente innovativa. Serve un po' di abitudine per comprendere il sistema di controllo, ma anche dopo svariate ore di gioco si finisce per cadere in qualche errore legato alla gestione dei comandi anche a causa di una visuale non sempre ottimale. Davvero affascinante la crescita dei propri insediamenti, ma avremmo gradito un maggior controllo sulle risorse che avrebbe dato un senso più profondo alle meccaniche di progressione e sopravvivenza. Alti e bassi nell'esperienza di gioco: si passa da momenti esaltanti a situazioni di stallo in cui si palesa un po' di noia, soprattutto quando si devono esplorare i grandi mari, che non sempre offrono contenuti interessanti. Nel complesso Bulwark: Falconeer Chronicles è un'esperienza divertente e interessante, per quanto migliorabile. Bisogna assolutamente apprezzare il lavoro di Tom Sala che da solo ha dato vita a questo progetto, che trovate a prezzo budget per pc o Xbox e PlayStation di nuova e vecchia generazione. Non siamo davanti a un punto fermo del suo genere, ma a una piacevole variazione sul tema che potrà farvi compagnia per diverse ore di divertimento.