ArmA: Queens' Gambit

ArmA Queens Gambit
di
Vive la mort, vive la guerre, vive les sacres mercenaries! A pochi giorni di distanza dalla morte del leggendario Bob Denard, figura mitica nel panorama variegato e misconosciuto dei "mastini della guerra", i soldati di ventura pronti a riciclarsi per denaro sotto qualsiasi bandiera, non mi pare ci sia frase migliore di questo motto, mutuato da quello della Legione Straniera francese, per aprire la recensione della prima espansione ufficiale di ArmA.

Le uniformi dei mercenari sono al limite dell'hollywwodiano
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Quello con barba bianca e bandana rossa è il mio preferito
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Ci deve essere un raduno di "tecniche" da queste parti!
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Complice il progressivo cambiamento nel modo di condurre le guerre a bassa intensità del Ventunesimo Secolo che sta regalando nuova celebrità ai mercenari, oggi chiamati più propriamente "contractors", anche gli sviluppatori del team ceco di Bohemia Interactive hanno deciso di importare sui monitor dei nostri PC queste figure un po' tenebrose di professionisti della guerra. A loro è dedicata la mini campagna "Royal Flush", ambientata 18 mesi dopo la fine della guerra tratteggiata nella trama del gioco originale, una delle due presenti in questo ricco data pack, offerto ad un prezzo concorrenziale inferiore ai 20 euro.
Se qualcuno potrà storcere il naso per il fatto che in effetti non ci vorrà che una manciata di ore per venire a capo di Royal Flush e della sanguinosa "Rahmadi Conflict", micidiale assalto alle fortificazioni dell'omonima isola e di quella di Porto, aggiunta inedita alla mappa originaria, e che gran parte del materiale contenuto nell'espansione era già disponibile da mesi su Internet, bisogna anche considerare che questa è stata la policy di BI fin dai tempi glorioso di Operation Flashpoint.

Inoltre, pur tenendo conto che ormai gran parte degli utenti è dotato di banda larga, non si può trascurare quell'ancora vasta fetta di giocatori, specie nel nostro Paese, che non dispone di connessioni Internet abbastanza veloci da consentire il gioco online o il download di contenuti aggiuntivi. Ben venga allora un data disk ufficiale, ripulito da ogni fronzolo o mod inutile (a proposito, prima d'installarlo rimuovete tutti i contenuti scaricati e patchati successivamente al montaggio del gioco originale o potrebbero verificarsi spiacevoli conflitti software), che faccia il punto sullo stato dell'arte del gioco, consentendo ai non pochi fans del titolo di prolungare ed espandere il loro intrattenimento ad un prezzo tutto sommato modico.
Fermo restando il motore grafico del capostipite, leggermente ottimizzato grazie all'implementazione delle patch successive al primo rilascio sul mercato, versione più che evoluta di quello che spingeva l'indimenticato OF e le sue espansioni, Queen's Gambit ci regala l'attesa panoplia di nuove armi, veicoli e missioni, dotate di finali multipli a seconda della condotta che sceglieremo di tenere nel gioco. Tra di essi non possiamo evitare di menzionare le motociclette, retaggio della mitica OF: Resistance, seconda espansione ufficiale di OF, in grado di regalare l'ebbrezza di una gita su due ruote in giro per le sconfinate mappe di ArmA, con sparatoria finale, ovviamente.

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Invariato il comparto sonoro, volutamente scarno e limitato ai soli suoni del campo di battaglia. Persiste l'impressione di trovarci di fronte ad un caso più unico che raro. Più che di un FPS, quando siamo chiamati a trattare i giochi della software house boema, la sensazione è quella di dover recensire dei veri e propri simulatori individuali di tattiche di fanteria leggera e meccanizzata contemporanea. Ben venga allora un silenzio punteggiato solo qua e là dallo schiocco secco dei fucili d'assalto a colpo singolo, delle sinistre litanie di morte delle mitragliatrici d'appoggio e del tonfo sordo provocato dall'impatto di un penetratore da 120 millimetri contro la corazza frontale di un T-80 sovietico. Gli sviluppatori mitteleuropei, come loro abitudine, lasciano fronzoli e "cavalcate delle valchirie" a quella concorrenza che ancor oggi non sa presumere da muri invisibili, siepi invalicabili e nemici scriptati, gratificando noi guerrieri virtuali di quanto più vicino ad una reale esperienza in combattimento possa esistere.
Invariata anche l'IA, compresa qualche stortura che permette al nemico, più spesso di quanto vi piacerebbe, di centrarvi in mezzo agli occhi con un 7,62 Soviet blindato da duecento metri di distanza, a prescindere dalla visibilità e dalle condizioni meteo. In questo senso ci piacerebbe trovare nella prossima patch qualche passo in avanti ma, di fronte ad un gioco che rimane a nostro giudizio il più coinvolgente, vario e realistico del suo genere, ci sembra forse di chiedere troppo.

Oltre alle due minicampagne sopra citate, sono presenti anche nuove opzioni multiplayer. Tra tutte lo scenario Urban Raid, studiato per un team di sei operatori delle Forze Speciali, e la Battaglia di Porto, sanguinoso scontro urbano casa per casa in grado di surclassare in tema d'intrattenimento e coinvolgimento anche le inflazionata Strike at Karkland e Mashtur City di Battlefield 2, che prevede la partecipazione di un massimo di 40 giocatori!
Un'altra chicca neoinserita è la presenza di un nuovo e miglior sistema di gestione dell'equipaggiamento che, dettaglio inedito e anche questo in linea con questi tempi di "guerre asimmetriche", potranno essere acquisiti presso gli stand di sinistri mercanti d'armi.
Insomma questo primo data pack di ArmA, indovinato mix di supplementi tecnici attesi, corredati di qualche gradita sorpresa, ci ha piacevolmente soddisfatto. Una parte consistente del merito va, senza ombra di dubbio, al prezzo ridotto e alla qualità impareggiabile del gioco madre. Ma anche a trovate come quella d'inserire uno scenario con protagonisti i famigerati "contractors" e altre chicche che rendono l'acquisto del data pack un must per tutti quelli che hanno potuto apprezzare ArmA. E un'ottima ragione in più per provarlo a tutti quanti ancora non l'avessero fatto.

Formazione tattica. Tocco d'artista il cerotto nasale.
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