Warfare – Recensione dell'edizione 4K Eagle Pictures
HDR-10 e DTS lossless 16 bit sono il piatto tecnico per questo film che sbatte la guerra in faccia

Basato su fatti reali e costruito a partire da ricordi diretti, Warfare racconta una missione dei Navy SEALs durante la guerra in Iraq nel 2006, nata come operazione di supporto e trasformatasi rapidamente in un incubo. Un gruppo di giovani soldati si ritrova accerchiato, sotto attacco costante e senza una chiara via d’uscita. Da qui prende forma un racconto che rinuncia a ogni facile eroismo per concentrarsi sulla raccapricciante esperienza umana della guerra.
Chi si aspetta un film celebrativo dell’esercito americano è totalmente fuori strada. Alex Garland (sceneggiatore e regista di opere come Men, Annientamento, Civil War ed Ex Machina), qui co-regista insieme a Ray Mendoza – uno dei protagonisti reali della vicenda – conferma lo sguardo critico e disilluso sul conflitto armato. Warfare è un film attraversato da confusione, nervosismo, sudore, polvere, sangue e senso di abbandono.
Teatro di guerra
Non c’è trionfalismo, ma una profonda amarezza che accompagna la narrazione dall’inizio alla fine, lasciando volutamente tante ferite aperte. Nemico (in)visibile che prima che celato tra le mura di un polveroso paese è insidia che alberga nella mente di ciascuno dei soldati, costretti a combattere prima ancora contro sé stessi e uno smarrito senso di conservazione.
Cast sorprendentemente compatto e in parte: Will Poulter, Joseph Quinn e un intenso D’Pharaoh Woon-A-Tai restituiscono l’idea di un gruppo prima ancora che unità militare. Garland e Mendoza scelgono una messa in scena quasi in tempo reale, tesa e claustrofobica, che ricorda un Río Bravo bellico, più interessato ai volti e alle reazioni che allo spettacolo. Brutale, essenziale e profondamente umano, Warfare mostra la guerra per quello che è: un’esperienza che lascia solo macerie, dentro e fuori. Una delle opere più forti e lucide dell’anno.

Girato interamente digitale 6K (camere DJI Ronin 4D-6K) e poi finalizzato su master 4K, formato immagine “Univisium” 2.00:1 (3840 x 2160/23.97p), codifica HEVC su BD-66 doppio strato. Tecnicamente siamo in presenza di un segnale video eccellente, capace di valorizzare la “polverosa” cinematografia di David J. Thompson (camera operator in opere come Finch, Civil War, Hunger Games: La ballata dell'usignolo e del serpente). Dominante marroncino che contribuisce a dare ancora maggiore presenza scenica e respiro alle riprese in esterno, estensione cromatica e dinamica delle luci migliori rispetto alla versione 2K, qui inclusa su BD-50. Risultato di rilievo al netto della sola presenza dell'HDR-10, contro la versione Dolby Vision statunitense.
Spettacolo che prosegue in ambito audio, tra elementi ad alta tensione, urla, spari, esplosioni e frastuono di blindati e caccia in virtù del DTS-HD Master Audio 5.1 canali (16 bit) italiano e inglese. Sono entrambe di pregevole fattura, ampia dinamica e sostanza anche dai canali posteriori, con l'originale che offre un diverso coinvolgimento per il parlato in presa diretta. Anche qui l'edizione americana, priva di italiano, si avvantaggia per il Dolby TrueHD 7.1.4 (24 bit) con oggetti ATMOS.

Sul BD-50 2K gli extra: 14' minuti di incontro con parte del cast + 8' minuti assieme ad Alex Garland e Ray Mendoza. Sottotitoli in italiano.


